Sogesi Cannara, scatta stato di agitazione

Coinvolti 57 lavoratori: «Da parte loro rabbia e timore di dover perdere il proprio posto». L’intero personale considerato in surplus

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Tutto il personale da considerarsi in surplus a causa della perdita degli appalti nelle strutture sanitarie pubbliche di Umbria e Lazio. È ciò che ha comunicato la Sogesi ai sindacati: all’indomani della novità è stato annunciato dall’Ugl Chimici l’apertura dello stato di agitazione da parte dei 57 lavoratori che operano a Cannara.

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Rabbia e timore

La decisione è arrivata al termine dell’assemblea andata in scena post comunicazione di esuberi da parte dell’azienda: «Da parte dei lavoratori – le parole del segretario provinciale Ugl Chimici Terni, Diego Mattioli – c’è rabbia e timore di dover perdere il proprio posto di lavoro. Capiamo perfettamente il loro stato d’animo e da parte nostra ci sarà il massimo impegno per trovare ogni possibile soluzione positiva. Innanzitutto occorre trovare la strada per garantire gli ammortizzatori sociali alle 57 famiglie il più a lungo possibile, sfruttando questo tempo per cercare nuove soluzioni in grado di garantire la continuità lavorativa. Sappiamo che la Sogesi ha vinto altri appalti in sedi diverse da quella umbra e Cannara potrebbe accogliere i materiali da lavorare. Questa potrebbe essere una delle soluzioni percorribili. Dunque, aspettando le risposte da parte dell’azienda – chiude – proclamiamo lo stato di agitazione dell’intero personale».

L’appello di Cgil e Cisl

«La situazione è estremamente preoccupante – spiegano Catia Vincenti della Filctem Cgil e Fabrizio Framarini della Femca Cisl – perché il 1° luglio‬, dopo numerosi contenziosi legali, finirà l’appalto di Sogesi con le Usl dell’Umbria e subentrerà una nuova società da fuori regione. Questo comporterà quasi istantaneamente, salvo novità, lo stop per lo stabilimento di Cannara». Un colpo durissimo per le lavoratrici e i lavoratori di Sogesi, già in cassa integrazione Covid (ammortizzatore che riguarda anche lo stabilimento di Ponte San Giovanni che opera in ambito alberghiero), che dalle prossime settimane rimarranno senza lavoro. «Chiediamo risposte immediate all’azienda e alle istituzioni umbre perché non si possono lasciare 60 famiglie senza prospettive», concludono Vincenti e Framarini.

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