Terni, ‘Abili tutti’: «Non basta chiedere»

Yari Lupattelli ha presentato la nuova associazione per la valorizzazione dei diversamente abili. «Famiglie, disabili e operatori sociali sono le figure fondamentali»

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«Non è più il tempo delle vacche grasse. Non si possono fare richieste continue alle istituzioni. Dobbiamo sederci a un tavolo serio, ragionare e collaborare con loro». Sono queste le parole che Yari Lupattelli, «handicappato – si definisce lui – perché handicappato non è una parolaccia, è una definizione di quello che siamo», diceva a settembre per rispondere alla protesta che fu organizzata all’Usl Umbria 2, durante la quale si sono riunirono i genitori di bambini con disabilità, gli adulti con disabilità e le loro famiglie per richiedere di rispettare i loro diritti. E questo è ancora il concetto si cui si batte. Quelle che erano solo parole si sono trasformate in qualcosa di concreto. Yari, infatti, ha fondato l’associazione ‘Abili tutti’ che «diversamente dalle altre associazioni, starà seduta dallo stesso lato del tavolo delle istituzioni».

YARI RACCONTA LA SUA ASSOCIAZIONE – VIDEO

Gli obiettivi Alla conferenza di presentazione organizzata martedì a palazzo Spada, Yari è stato categorico. «L’obiettivo – dice – è riunire famiglie, disabili e operatori del settore, perché queste sono le figure fondamentali. Non dobbiamo vedere le istituzioni come antagonisti, dobbiamo dialogare con queste. Il nostro motto, infatti è “Consapevolezza, dialogo, responsabilità”. Dialogheremo anche con le altre associazioni, ma quello che deve essere chiaro è che non ci opporremo mai alle istituzioni, non ci siederemo mai dall’altra parte del tavolo perché dobbiamo collaborarci». 

Iniziative Con il tempo l’associazione metterà in campo varie iniziative, ma per adesso il progetto che vogliono promuovere  è uno e si intitola ‘Handicap scuola’. «Serve per far capire le possibilità di un soggetto disabile che può alternare la scuola alla comunità. Chiederemo il coinvolgimento di tutti i genitori perché la consapevolezza è alla base di tutto».

Valorizzazione «Dobbiamo valorizzare – continua – le peculiarità di ogni disabile e per fare questo dobbiamo valorizzare il lavoro dell’Asl e degli operatori. il punto su cui non transigeremo è che si faccia del dialogo e che non si scenda in piazza perché le istituzioni sono dalla nostra parte. Finché penseremo che sono contro di noi non andremo da nessuna parte. La piazza non ha senso di esistere». Della stessa idea anche il vicepresidente dell’associazione che ha raccontato di avere un figlio con un ritardo mentale che ha sempre ricevuto tutto il sostegno necessario dall’Asl e dal Sim infanzia finché minore. Poi sembrava sparito dagli elenchi, ma «la situazione ternana non è delle peggiori. Bisogna lottare, ma non si può buttare via tutto quello che le istituzioni hanno già creato. Dobbiamo essere tutti d’accordo e collaborare».

Da Roma a Terni A raccontare la sua storia anche il papà di un ragazzo autistico. «La nostra storia è diversa. Noi per trovare dei servizi ci siamo dovuti trasferire a Terni da Roma. Qui grazie alla cultura del sociale che si è diffusa nel tempo abbiamo trovato il sostegno necessario. Per questo la nostra associazione combatterà per mantenere quello che già c’è, ma attraverso il dialogo con le istituzioni cercheremo anche di migliorare e potenziare i servizi».

 

 

 

 

 

 

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