Terni, alla Ferriera attività bloccate: «Basta proclami»

Il centro sociale non può utilizzare la nuova piazza di proprietà del Comune: rinviata la festa di quartiere, rischia anche Fresca Estate

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A fine giugno il rinvio della festa di quartiere (per la quale erano già pronte tutte le autorizzazioni), ora il punto interrogativo riguarda le iniziative legate a Fresca Estate, rivolte agli anziani, in programma dal 19 al 30 agosto: rischia di rimanere bloccata per tutta la stagione estiva l’attività all’aperto del centro sociale Ferriera, a Cospea, per colpa di un ostacolo burocratico che rende inutilizzabile la nuova piazzetta tra la struttura e il centro commerciale inaugurato recentemente.

La questione

A mancare è infatti la dichiarazione di fine lavori e così il centro sociale – che potrebbe utilizzare la piazza senza pagare l’occupazione di suolo pubblico sulla base di un patto di collaborazione con il Comune, che concede alla stessa Ferriera la gestione dell’intera area esterna, dalla pulizia alla cura del verde -, sarà costretto a trovare un piano B se non si risolverà la questione. «Ma dove li portiamo gli anziani con questo caldo, all’interno?» si chiede Folco Napolini, membro del consiglio direttivo della Ferriera. «Siamo delusi per questa castrazione che non riusciamo a capire – continua -. Abbiamo coinvolto nelle nostre attività 20 giovani del quartiere, siamo l’unico centro sociale che ha presentato un programma culturale dettagliato, siamo considerati un fiore all’occhiello della città, tanto da aver avuto le attenzioni dell’assessore alle politiche sociali, Marco Celestino Cecconi. Poi siamo stati improvvisamente stoppati, proprio quando eravamo sul punto di far rivivere il quartiere, con musica, presentazioni di libri e attività per bambini, iniziando a fatica anche una collaborazione con il centro commerciale. C’è qualcosa che non mi torna. Se c’è qualche problema di interlocuzione tra il Comune, proprietario della piazza, e il centro commerciale ce lo dicano. L’assessore che ruolo ha in tutto questo? I proclami – conclude Napolini – non bastano, devono essere seguiti da fatti».

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