Asm-Acea, avvocati – PwC in commissione: «Nessuno vende, nessuno compra»

Terni – Chimenti, Cancarini e Barchiesi tête-à-tête con i consiglieri comunali: «Difficile trovare realtà delle vostre dimensioni che non abbiano fatto scelte del genere»

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di S.F.

La commissione al Cmm

Una commissione di livello – con massimo rispetto per le precedenti, quantomeno a livello tecnico – tenendo in considerazione la qualità degli ospiti. D’altronde sul tema ci vuole massima trasparenza e allora prosegue la girandola di audizioni sul rafforzamento di Asm Terni con l’ingresso del nuovo partner industriale, vale a dire Acea: protagonisti martedì pomeriggio nella sala conferenza del Cmm Gianpaolo Chimenti di PwC Italia, energy & utilities strategy leader (l’advisor dell’operazione), gli avvocati Stefano Cancarini (partner PwC) e Simona Barchiesi (studio legale e tributario associato Quorum), consulenti legali. «Nessuno compra e nessuno vende, si farà un aumento di capitale perché arrivano asset», uno dei passaggi nel dare delucidazioni ai consiglieri. Con loro anche il rup del percorso, il dg Asm Stefano Tirinzi.

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IL CONFRONTO CON LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI IN COMMISSIONE

Chimenti, Tirinzi, Barchiesi e Cancarini

L’advisoring industriale e la logica

Cambio di location nelle ultime ore – niente ‘Pentagono’, evidentemente ciò che è accaduto con le organizzazioni sindacali è servito – e tutti al Cmm. Un’audizione squisitamente tecnica con Chimenti che è stato il maggior coinvolto del pomeriggio: «Quasi due anni di attività – ha esordito in premessa – per questa operazione. Siamo partiti con l’advisoring industriale valutando gli scenari di mercato, il sistema di partecipazione ed il contesto delle multitutilities. Il contesto Asm era atipico perché di norma, quando si sposa un partner industriale, lo si fa a livello di gruppo ed invece loro ne hanno avuti diversi. C’era la necessità di rientrare dall’indebitamento, sì, ma ciò ha condizionato relativamente», ha puntualizzato. «Asm da solo? Significava mettere a rischio le riconcessioni. Abbiamo valutato anche di confluire in aggregazioni più grandi ma si perdeva l’identità di Asm. In generale è difficile trovare realtà delle vostre dimensioni che non abbiano fatto scelte in ottica di rafforzamento industriale». Tirate in ballo in tal senso Iren, Hera e A2A per dare esempi concreti: «Per chi non è quotato in borsa come Asm non è un tema critico». Per Chimenti in questo modo si torna «ad avere una logica con un gruppo che controlla tutte le filiere. C’è maggioranza pubblica e le scelte strategiche restano in mano al Comune. Chiaro, su quelle industriali si dà maggior respiro all’altra parte. Pensare di dover fare tutto da soli è sbagliato se si guarda il mercato». Al Cmm anche l’assessore Orlando Masselli, la dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci, la posizione organizzativa Giulia Scosta ed i tecnici della medesima direzione Marco Granocchia e Andrea Giuseppe Stentella.

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La commissione

I dubbi dei consiglieri

La prima a chiedere lumi su alcuni aspetti è stata Valentina Pococacio del M5S: «Avete tenuto in considerazione il piano rifiuti della Regione?». Il mirino è sulla discarica di Orvieto e sulla società Newco che sarà creata nell’ambito dell’operazione Asm-Acea. Mirino anche su Tirinzi: «L’assessore ci ha riferito che una delle tre cause dei problemi è la gestione raccolta dei rifiuti non economicamente sostenibile. Asm fece la gara nel 2014 con Cns, perché si è arrivati a questa situazione? Avremmo potuto fare una una società consortile regionale e gestire in house senza la necessità di un partner». Pioggia di domande da Alessandro Gentiletti di Senso Civico: «La via della ristrutturazione è stata valutata? Ed altri partner?». Pressing anche sul ruolo di Acea, le prospettive di crescita ed il piano industriale». Valdimiro Orsini (Gruppo Misto) si è detto «convinto dell’operazione, ma vorrei capire i criteri seguiti per la valutazione di Asm e degli asset».

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L’avvocato Simona Barchiesi

Chimenti e Barchiesi puntualizzano

In primis il socio di Pwc Italy ci ha tenuto a ribadire un concetto: «Nessuno compra e nessuno vende, si fa un aumento di capitale grazie agli asset. Per quel che concerne Orvieto la valutazione è stata per la sua organicità, mentre altri con i flussi futuri degli impianti. Tutto ciò è stato ritenuto attendibile. Vero che tecnicamente al momento le due parti non si sono sedute al tavolo per parlare di un piano industriale, ma fa parte del processo. Insistiamo sugli asset – ha aggiunto – perché portano patrimonializzazione della società, producono reddito e fanno entrare proventi dalle partecipazioni. Di iter cos ne abbiamo visti tanti». La Barchiesi si è invece soffermata sull’affidamento in house a livello normativo e l’unica manifestazione di interesse arrivata: «Non c’era alcuna pre-individuazione di Acea», ha specificato nel rispondere alle sollecitazioni dei consiglieri. A questo punto ha preso la parola Chimenti: «Non c’è stata un’unica offerta perché Asm non è attrattiva». In sostanza il motivo sarebbe legato alle partecipazioni di Acea (che detiene già quote Asm) e della complessità della questione. Cancarini (anche lui legato a Pwc ma nell’ambito legale-societario) è intervenuto per sottolineare il passaggio con l’Agcm e la diversità dal parere rispetto a quello chiesto dal Comune.

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Gianpaolo Chimenti di Pwc Italy

Si torna indietro: il 2014

Nell’ultima mezz’ora, in sostanza, si parla quasi esclusivamente della ‘famosa’ gara del 2014. Tirinzi, tirato in ballo dalla Pococacio, ha spiegato che «Asm aveva la raccolta rifiuti dal 2020 e nel 2014 l’Ati decise di procedere con la gara. Se non partecipavamo quel settore spariva dalla società e ad oggi 26,2 milioni di euro arrivano da lì. E per quel che ci riguarda il 75% di differenziata lo abbiamo già raggiunto, la Regione nel piano rifiuti indica l’obiettivo per il 2035». Bene, peccato che qualcosa sia andato storto: «Il giorno dopo la gara abbiamo scoperto che nel capitolato era indicato un numero di utenze inferiore rispetto a quello reale. Ci siamo fidati perché noi conoscevamo solo quelle di Terni». I problemi successivi con Auri per il riequilibrio sono ben noti. In chiusura ancora Pococacio e Gentiletti in azione: «Ci sono sempre state perplessità u quella procedura». Poi si torna al presente: «Se solo una società, Acea, ha reputato il bando vantaggioso mi pare che qualche dubbio possa esserci». L’avvocato di Senso Civico non ha mollato la presa: «Era necessario fare la ricerca di mercato? Sapevamo tutti che si trattava di Acea». A replicare ci ha pensato Chimenti: «Asm ha chiesto nella documentazione chi fosse disposto a mettere asset, ad avere un socio pubblico di maggioranza con Cda composto da un tre+tre. La successiva gara è per arrivare con un potere negoziale verso chi aveva manifestato interesse».

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Stefano Tirinzi

Tirinzi, la De Angelis ed i sindacati

Dopo quasi due ore l’ultima a farsi avanti è Tiziana De Angelis (Pd): «Tirinzi ha lanciato una sorta di sos in commissione per prendere decisioni, ma insisto sulle relazioni sindacali compromesse. Cosa succede inoltre ai 400 lavoratori?». L’ingegnere ridacchia e risponde: «Abbiamo ottenuto la garanzia occupazionale per tutti i dipendenti. E anche sulla crescita dell’azienda. I miei collaboratori dimostreranno la loro professionalità. Inoltre i sessanta interinali verranno stabilizzati  entro sessanta giorni dalla chiusura dell’operazione». Infine breve cenno ai patti parasociali: «Non si attuano procedure di esubero di dipendenti e dirigenti, salvo che non sia su base volontaria ed a quel punto ci può essere un cosiddetto piano di esodo. Le relazioni sindacali sono proseguite normalmente. Con loro ci avete parlato voi di recente», l’ultima frase lanciata dal rup prima del ‘rompete le righe’. Si proseguirà ancora.

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