Terni, Asm cambia Cda: a destra volano stracci

Sanguinosa polemica tra Francesco Ferranti (Forza Italia) e Enrico Melasecche (I love Terni) dopo la pubblicazione dei nomi dei candidati

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L’Asm di Terni avrà presto un nuovo consiglio di amministrazione, mentre il centro destra avrà presto una resa dei conti – forse – definitiva. La pubblicazione dei nomi dei professionisti che hanno presentato la propria candidatura per il Cda, infatti, ha provocato una urticante polemica nel centro destra cittadino. Francesco Maria Ferranti (Forza Italia) e Enrico Melasecche (I love Terni) se ne sono dette di pesanti. Ovviamente via Facebook. 

Francesco Ferranti

«Un poter uomo» Ferranti non fa nomi, ma l’attacco è diretto, preciso e sanguinoso: «Ma il pugnalatore di Ciaurro e sabotatore di Baldassarre non se ne cieca? Ora vuole convincere i ternani con trucchi da mago Forrest. Poveretto! Nel frattempo critica il Pd e candida figli e figliastri a servizio del Pd in tutte le aziende comunali, in piena crisi per colpa del Pd» e poi rincara la dose: «Un pover uomo. Noto a tutti».

Enrico Melasecche

«Senso evidente anche ai cretini» Melasecche, che evidentemente ha interpretato la cosa come indirizzata a lui (tra i candidati c’è la figlia Alessia), replica in modo altrettanto diretto: «Purtroppo sono pochi a Terni coloro che non capiscono il senso di una disponibilità che ho chiesto a mia figlia pregandola di presentare costantemente il suo curriculum per le nomine nelle aziende pubbliche comunali. Cosa che lei non intendeva fare e mai ha fatto in alcuna altra azienda pubblica. Il senso politico è evidente anche ai cretini. Fin qui ci sono state sempre e soltanto nomine di partito o comunque della cerchia degli amici del partito di governo. Quanto ai curricula dei nominati ma soprattutto ai risultati prodotti in questi anni da ATC, USI, ASFM, ASM, Centro Multimediale, ecc, ognuno può giudicare. Chiunque capisce benissimo che mia figlia non verrebbe mai nominata, nè mai potrebbe accettare anche per gli impegni che la costringono molto spesso all’estero, dove si trova peraltro attualmente. C’è però necessità assoluta a Terni di alzare il livello di chi amministra la cosa pubblica ed obbligare il sindaco, con la presentazione di curricula di tutto rispetto, a non dare incarichi ai soliti raccomandati ma a manager competenti perchè una delle ragioni del disastro attuale è dovuto alle perdite assurde o ai mancati guadagni milionari che tali nomine hanno purtroppo prodotto. Questo PD ha sempre o quasi preferito la fedeltà di partito alla professionalità. Sono contento nel vedere nell’elenco dei nomi che hanno questa volta dato la propria disponibilità non solo nomi di noti professionisti della politica e della parapolitica di sinistra, anche con precedenti giudiziari interessanti, ma anche persone di livello ed esperienza. Mi auguro che il sindaco scelga fra questi ultimi anche perché nei prossimi anni i ternani saranno costretti a pagare tanti e tali di quei debiti da lui prodotti che sarà ancor più indispensabile che le aziende partecipate producano almeno lo stesso utile che producono le consorelle private. Quando poi la generosità civica viene confusa da qualcuno, che tutti conoscono a Terni per gesta eroiche, per aver conseguito brillanti titoli di studio, per aver amministrato con successo aziende pubbliche e private, per aver trascorso metà della propria esistenza nella difesa di valori cardine della nostra costituzione, significa evidentemente che i partiti rappresentati da costoro hanno toccato il fondo. Lo dico con molta amarezza ma invito seriamente tutti a qualche pacata riflessione. Non scendo in ulteriori dettagli perchè Terni è piccola e ci conosciamo tutti».

«Uno scempio» il capogruppo di Forza Italia in Comune, però, non molla: «Oggi abbiamo scoperto che se un amministratore pubblico candida i propri parenti più prossimi a dirigere aziende pubbliche, incarichi peraltro retribuiti, lo fa per il bene dei cittadini. Ma allo scempio non vi è davvero fine». Rimediando però un rimbrotto dal capogruppo in Regione del suo partito, Raffaele Nevi: «Non è un amministratore pubblico! Hai sbagliato!». Ma Ferranti (l’aria, dentro Forza Italia, è questa) ne ha anche per lui: «Il consiglio comunale e i consiglieri hanno ruolo di indirizzo amministrativo e quindi sono pubblici amministratori, ad essi si applicano le norme della legge Severino (sulla decadenza) individuandoli come figure che concorrono alla pubblica amministrazione. Dai una ripassata Raffaele al diritto amministrativo». Avanti.

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