Terni: «Astensionismo tarlo della società»

La presentazione del libro ‘Fuga dalle urne’ del senatore Pd Federico Fornaro, è diventata giovedì occasione di dibattito politico

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«L’astensionismo è come un tarlo. Non si vede, ma se non si fa qualcosa per contenerlo, il mobile cade». Giovedì pomeriggio, nella sala dell’Orologio del Caos a Terni è stato presentato il libro ‘Fuga dalle urne – Astensionismo e partecipazione elettorale in Italia dal 1861 ad oggi’, scritto dal senatore del Partito Democratico Federico Fornaro. Al dibattito, insieme all’autore del libro, hanno preso parte il senatore del Pd Gianluca Rossi, il docente universitario Francesco Clementi e la vice presidente della Camera dei deputati, Marina Sereni.

L’INTERVISTA A GIANLUCA ROSSI – IL VIDEO

libro-gianluca-rossiSpunto di riflessione «’Fuga delle urne’ – ha spiegato il senatore Rossi, organizzatore dell’evento – è un lavoro statistico e politico che cerca di mettere in evidenza l’andamento dei dati elettorali del nostro Paese che evidenziano una crescita esponenziale dell’astensionismo, con riflessi sulla democrazia e sulla rappresentanza di questo Paese. Un argomento da approfondire e su cui discutere, anche utile per il Partito Democratico per trovare spunto e risolvere alcuni dei suoi problemi».

Un tarlo Al tema dell’astensionismo «siamo abituati a fare attenzione – ha sottolineato Federico Fornaro – solo finché non veniamo travolti dalle dichiarazioni dei vinti e dei vincitori. Invece questo fenomeno rischia di essere apparentemente irrilevante. L’astensionismo è come un tarlo. Non si vede, ma se non si fa qualcosa per contenerlo, il mobile cade. Astensionismo è indicatore di malcontento, è un fenomeno che sta ‘sotto la crosta’, ma che quando viene fuori può produrre effetti devastanti».

I partiti politici Dal dibattito è emerso, inoltre, che «l’astensionismo cresce con la crescita della crisi nei partiti politici. Il dilemma di fondo che emerge è, perché votiamo? Storicamente possiamo dire che erano i partiti politici che ci insegnavano a vota e ci spiegavano come farlo. Ma gli elettori vanno anche a votare ‘da soli’, perché fa parte della cultura della responsabilità. Oggi i partiti politici – è stato detto infine – devono imparare a fidarsi degli elettori e non pensare che l’elettore sia una ‘pecora’. Devono conquistarlo con la migliore offerta politica».

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