Terni Biomassa: «Verità negata»

Daniela Mercorelli, del comitato ‘Terni possibile’: «Perché si nega ai cittadini la possibilità di conoscere come ha funzionato l’inceneritore Terni Biomassa Srl?»

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Daniela Mercorelli

Daniela Mercorelli

di Daniela Mercorelli
del comitato ‘Terni possibile’

Perché si nega ai cittadini la possibilità di conoscere come ha funzionato l’inceneritore Terni Biomassa Srl?

Sono trascorsi circa due mesi dal 19 maggio di quest’anno, quando i cittadini ternani furono messi al corrente, non in maniera dettagliata, degli esiti di una serie di ispezioni condotte dai Carabinieri del N.O.E di Perugia insieme ai tecnici dell’Arpa Umbria presso l’Impianto di Terni Biomassa Srl nel corso dei precedenti 6 mesi.

Come Comitato Possibile Ternano, leggendo le notizie riportate dagli organi di informazione in quei giorni in relazione alla vicenda, abbiamo da subito, come altri, manifestato il nostro pensiero.

Quello che lasciava e lascia ancora oggi sgomenti non sono solo le gravissime responsabilità della proprietà che emergono nella gestione dell’impianto nel suo complesso, ma la serie di comportamenti dolosi nei confronti di una comunità e di un territorio.

Abbiamo preso atto dei provvedimenti dovuti emessi sia dalla Regione Umbria, (diffida del 3 e del 20/05/2016 nei confronti di Terni Biomassa srl, che obbliga la società a risolvere tutte le irregolarità riscontrate attraverso una serie di diverse prescrizioni entro 30 giorni) che dal Comune di Terni (ordinanza del 19/05/2016 di immediata sospensione delle attività fino al ripristino delle condizioni autorizzative).

Eravamo e siamo convinti che chi mette in atto con consuetudine dei comportamenti dolosi e illegali, continuerà a farlo, a prescindere dalle sanzioni, che pagherà e dalle prescrizioni che sarà obbligato a rispettare, alla faccia dei cittadini, in questo caso, dei ternani.

E’ stato per poter approfondire questo aspetto, comprendere nel merito la gravità dei comportamenti e l’entità delle responsabilità del gestore dell’impianto, che il 25 maggio il comitato ha inviato formale richiesta – tramite pec certificata – di accesso agli atti per i quali il Comune di Terni è stato obbligato ad emettere l’ordinanza di immediata sospensione di attività all’impianto di Terni Biomassa Srl.

La richiesta è stata inviata contestualmente al Comune di Terni, alla giunta della Regione Umbria e all’Arpa, come documentato dalle ricevute di consegna.

Abbiamo aspettato fiduciosi lo scadere del 30simo giorno per avere almeno una risposta: sono trascorsi ad oggi 49 giorni e la risposta non è arrivata.

Con la presa visione degli atti richiesti avremmo valutato l’eventuale necessità di intraprendere nuovi percorsi a tutela della comunità; la legge ci da comunque la possibilità di ricorrere per contrastare questo che viviamo come la negazione di un diritto.

Qualcuno ci ha suggerito che sarebbe stato più facile avvicinare un consigliere o un assessore comunale e chiedere direttamente a lui (o a lei) E perché mai avremmo dovuto? La politica va bonificata anche da queste consuetudini ormai logore, che trasformano i diritti in favori e i doveri in eventi occasionali.

E quindi, nell’attesa che la magistratura faccia il suo corso, noi andremo dunque a verifica dell’accessibilità dei cittadini al proprio diritto di essere informati e di partecipare alle decisioni che li riguardano più direttamente, come sono certamente quelle sull’aria che respirano e sull’ambiente nel quale vivono.

 

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