Terni bombardata, la città ricorda il dolore

76° anniversario del primo tragico bombardamento alleato. Ne seguirono altri 107 che causarono oltre 3 mila vittime civili

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76° anniversario del primo tragico bombardamento alleato sulla città di Terni, datato 11 agosto 1943. La cerimonia – che ha visto la partecipazione in prima linea dell’Anpi di Terni con i suoi rappresentanti – si è tenuta domenica mattina presso il monumento ai caduti di via Lanzi. Presenti, oltre alle autorità militari ed alle associazioni combattentistiche, il sindaco Leonardo Latini, l’assessore regionale Giuseppe Chianella, il consigliere provinciale Sandro Spaccasassi e Simonetta Mignozzetti per la prefettura di Terni.

Coesione e unità

108 incursioni, 3 mila vittime civili, famiglie e intere comunità distrutte, colpita la quasi totalità del patrimonio edilizio e industriale, bloccate le vie di comunicazione. Per Terni – città medaglia d’argento al valore civile – ricordare è un dovere, non solo chi non c’è più, ma un’epoca dolorosa da cui l’intera comunità ha saputo ripartire, ripudiando la guerra e le sue violenze. E il senso della coesione e della condivisione è stato richiamato dal primo cittadino nel suo discorso, seguito dall’applauso dei presenti.

«Revisionismo insensato»

Rossano Pastura, segretario del Partito Socialista Italiano di Terni, commenta così la ricorrenza: «In questo giorno vogliamo ricordare e onorare quelle vittime, che senza colpa, subirono i bombardamenti degli alleati, nel momento più cruento della guerra. Chi oggi pensa di rivendicare queste vittime, con un insensato e improbabile revisionismo storico, vuole nascondere, con 80 anni di ritardo, tutto il male che il regime fascista ha prodotto all’Italia e agli italiani, trascinando l’Europa intera in un conflitto che produsse milioni di morti. Cogliamo questa occasione per manifestare la nostra preoccupazione per quanto si sta verificando in Italia e in alcuni paesi europei, con un ritorno al sovranismo, che fu una delle prime cause del conflitto, oltre alla pazzia di due personaggi come Hitler e Mussolini. In questo condividiamo completamente le parole di Papa Francesco pronunciate qualche giorno fa. Il mondo deve essere solidale e aperto, con regole precise e condivise, ma non possono esistere paesi che si isolano in virtù di una rivendicata sovranità, frutto di egoismo e di propaganda politica».

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