Terni, cimitero e recupero loculi/tombe: botta e risposta su Luigi Nobili

A lanciare l’alert Michele Rossi: «Dovrebbe rimanere fuori dal progetto di dismissione». La replica di Nannurelli: «Nessuna svista»

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«La sua tomba dovrebbe rimanere fuori dal progetto di dismissione. Voglio pensare che si sia trattato di un grossolano errore di valutazione e non di insensibilità: la parte storica di un cimitero cittadino serve anche a ricordarci la storia della città e a celebrare i suoi benemeriti protagonisti». A lanciare l’allarme sul tema recupero loculi/tombe a Terni è Michele Rossi: il focus è su don Luigi Nobili (1809-1884).

Il tema

Rossi, consigliere di maggioranza durante l’era Latini, parte da lontano: «Affrontare la carenza dei posti tomba al cimitero comunale con il recupero dei loculi o delle tombe abbandonate fu un impegno della precedente esperienza amministrativa. Una ricognizione affidata con un progetto pilota a Ternireti. Una precisa procedura che prevede l’individuazione dello spazio abbandonato, l’emissione di una ordinanza da apporre sulla tomba, il trascorre di un tempo congruo e in caso di mancata rivendicazione della proprietà, la revoca della concessione, il ritorno in carico al comune e poi la vendita per l’utilizzo per altra salma. Una operazione che permetterà nel tempo di fare fronte alla sempre più importante richiesta e che sta portando nelle casse comunali anche utili e nuove risorse. Le tombe interessate da questo progetto sono sopratutto quelle della parte storica, le più antiche e che ospitano le spoglie dei nostri avi». Si arriva poi alla questione centrale: «Il progetto a parer mio dovrebbe tener conto di questo e soprattutto non interessarsi delle tombe di coloro che meritano anche in questo modo dì di essere ricordati e rispettati attraverso una presa in carico da parte del comune quando poi si tratta di piccoli lavori di decoro e pulizia. Capisco che non è facile nell’operazione generale di selezione delle tombe abbandonate rendersi conto, indipendente dalla qualità architettonica del sepolcro, del valore del personaggio ed evitare la messa sul mercato della sua tomba . Quanto meno un certo scrupolo dovrebbe venire quando a quella persona addirittura è stata dedicata una via o un pubblico edificio della città. È il caso della tomba che mi è stata segnalata da alcuni cittadini, quella di Don Luigi Nobili (1809 – 1884). Si tratta di un ternano la cui l’intitolazione di una via e addirittura di una scuola sta a significare il riconoscimento dei suoi pubblici meriti. Don Luigi Nobili ‘legò tutte le sue sostanze all’asilo dell’infanzia e in particolare ai bambini più poveri’. Era solito dire che ‘l’uomo abbisogna poco per vivere’. Dovrebbe essere una questione di riconoscenza e rispetto che la città deve a questi suoi concittadini, a perenne testimonianza della loro storia terrena e del bene fatto alla comunità. Personalmente studierei la possibilità di una procedura che possa escludere a priori le tombe dei personaggi storici della città. Ritengo irrispettosa anche la sola apposizione del testo dell ordinanza ed anche piuttosto inutile per l’intento di rintracciare gli eventuali eredi».

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Dal Comune: «Nessuna svista»

A replicare è chi si occupa dei servizi cimiteriali, il funzionario tecnico con alta professionalità Federico Nannurelli: «In caso di abbandono del manufatto la pubblica amministrazione è obbligata a disporre la decadenza della concessione, rientrando nella titolarità del manufatto. In tali circostanze la retrocessione non comporta una automatica assegnazione a terzi, ben potendo l’ente assumere l’onere della manutenzione del manufatto operando nel perseguimento dell’obiettivo di valorizzazione della sezione storica in buona parte in stato di abbandono. Dunque non si tratta di una svista, piuttosto l’esigenza cogente di operare nell’interesse generale. Quello che conta è agire per il recupero del patrimonio storico. Se non esistono più eredi che si possono occupate del manufatto,  l’abbandono porta a situazioni di pericolo – conclude – che abbiamo il dovere di rimuovere».

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