Terni, Beppe Grillo: «Sindaco stia sereno»

Opposizioni scatenate: accuse di bloccare i lavori del consiglio e di scaricare le responsabilità sui dirigenti. Beppe Grillo a Di Girolamo: «Stia con la famiglia»

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L’iniziativa più ‘forte è senza dubbio quella del M5S, ma pure gli altri gruppi di minoranza al Comune di Terni non ci vanno leggeri. Dopo l’arresto – è ai domiciliari – del sindaco Di Girolamo, l’interdizione dalle funzioni dell’assessore Bucari e l’iscrizione nel registro degli indagati di altri componenti di giunta e di consiglio, l’offensiva è frontale.

Beppe Grillo

Beppe Grillo Ma oltre alle prese di posizione locali, c’è da segnalare quella di Bebbe Grillo, che sul suo blog si è rivolto direttamente a Leopoldo Di Girolamo: «Gentile sindaco, vorrei essere il più delicato possibile con lei in questo momento. Le è successa una cosa inaspettata e improvvisa. Stia con la sua famiglia, non legga giornali e non guardi i Tg: intanto non c’è nessuna notizia su di lei. Stia in casa: è sicuramente un ambiente migliore di quello che frequenta nel suo partito. Se avesse bisogno di generi di conforto il MoVimento 5 Stelle è a disposizione. Sorrida e stia sereno».

Stefano Lucidi

L’INCHIESTA SU PALAZZO SPADA

«Commissario» Il M5S è aulico quanto velenoso. Il senatore Stefano Lucidi, il capogruppo in regione Andrea Liberati e i consiglieri comunali scrivono: «Con un sussulto di legalità e sapendo di agire nella certezza che, se un sistema c’era, è nostro dovere compiere tutti gli atti e azioni a nostra disposizione per impedire che tale sistema possa esserci ancora in futuro, e che riusciremo a far uscire la città di Terni dalla voragine drammatica e vergognosa in cui è precipitata, è stata depositata una interrogazione parlamentare d’urgenza, indirizzata al ministro Minniti, e inviata in copia per conoscenza al Prefetto di Terni, Angela Pagliuca, per portarlo a conoscenza dei fatti e verificare se sussistono i motivi per avviare le procedure amministrative volte all’immediato scioglimento del consiglio comunale ed alla successiva nomina di un commissario per la gestione dell’ente».

«Paralisi politico-amministrativa» Non meno pesanti le parole di Marco Cecconi (FdI-An): «L’interdizione da incarichi assessorili a carico di Stefano Bucari fotografa la paralisi politico-amministrativa di un Comune che, se vuole davvero ripartire, assicurare continuità, garantire ai cittadini i servizi che gli spettano (e che peraltro l’amministrazione-Di Girolamo ha di fatto negato, anche quando era nel pieno dei suoi poteri) può solo affidarsi ad un terzo: un terzo che abbia l’autorevolezza morale e l’autorità amministrativa per governare a pieno la città. Questo terzo, legge alla mano, non può che essere un commissario straordinario di nomina prefettizia: perfettamente in grado di garantire l’erogazione di tutti i servizi, assolutamente titolato a varare i bilanci ed a ripianare i debiti dell’ente».

Marco Cecconi

«Scaricabarile» Secondo Cecconi «tutti sono innocenti fin quando una sentenza definitiva non attesti il contrario: noi ci crediamo fermamente e, non a caso, in nessuna delle nostre parole vi è mai stata traccia del contrario. Nel caso di specie, oltretutto, preferiremmo sinceramente che le cose stessero in assoluto così. Ma abbiamo trovato vergognoso il tentativo, in consiglio comunale, da parte del capogruppo PD, di addossare tutte le responsabilità sui dirigenti (“gli appalti sono di competenza degli uffici”, ha affermato Cavicchioli in aula, come se i ternani fossero tutti nati ieri). E altrettanto ci indignerebbe l’impunità di un sistema che pretendesse di celare le proprie diffuse responsabilità politiche, magari dietro il solo Di Girolamo».

«Impedimento» Cecconi ricorda anche che «la stessa “temporaneità” dell’impedimento del sindaco, a dire il vero, appare oggi molto meno limitata nel tempo, a fronte della conferma a suo carico degli arresti, disposta dal GIP. Certo, i legali impugneranno il provvedimento, che dunque deve ancora ritenersi sub judice: ma non vogliamo credere che, per come stanno le cose, qualcuno (ad iniziare dal Prefetto) vorrà infliggerci inaccettabili forzature e vorrà condannare la città a paralizzanti agonie».

«Commissione paralizzata» Altro affondo è riservato ai lavori delle commissioni consiliari: «La dimostrazione di quanto sta accadendo in città è avvenuta non più tardi di venerdì mattina. Su temi che riguardano centinaia di cittadini, attività produttive e commerciali. Il presidente del gruppo del PD Andrea Cavicchioli, non più di poche ore fa aveva, assicurato “andiamo avanti, nell’interesse superiore della città!” ma in prima commissione Urbanistica la maggioranza si è liquefatta. Infatti nell’esame di provvedimenti che riguardano aumenti di cubatura, variazioni di destinazioni d’uso, che hanno anche forte rilevanza politica, di fronte alla richiesta delle opposizioni della indispensabile presenza dell’assessore all’Urbanistica, poiché Bucari, come noto, è stato interdetto dai pubblici uffici, non si è presentata la vicesindaco Malafoglia che giuridicamente è stata obbligata ad assumerne le deleghe. Il segretario generale ha precisato che la stessa potrebbe a sua volta riassegnare tali deleghe, come quelle del sindaco, ad altro assessore rimasto in carica. In assenza di tale provvedimento di fatto la commissione si è bloccata. La maggioranza inoltre ha dimostrato di essere tutt’altro che compatta, tant’è che Silvano Ricci non ha mai votato a favore di nessuna delle 194 varianti inserite nella delibera di varianti al Prg. L’opposizione viceversa, in maniera responsabile, rendendosi conto delle esigenze dei cittadini si è sempre fatta carico del funzionamento della commissione stessa pur, come detto, con una maggioranza incerta e claudicante». Le firme sono di Patrizia Braghiroli (M5S), Stefano Fatale (FI), Paolo Crescimbeni (Gruppo misto), Marco Cecconi (Fratelli d’Italia), Enrico Melasecche (I Love Terni), Franco Todini (Il Cammello).

Palazzo Spada Dalla sede comunale, però, si inviano segnali di apparente tranquillità: «Come di consueto – è l’annunci0 – il consiglio comunale si riunirà il primo lunedì del mese per una seduta dedicata al question time. L’ordine del giorno della seduta, convocata dal presidente Giuseppe Mascio per lunedì 8 maggio alle ore 9.30 a Palazzo Spada, prevede le risposte della giunta a ventidue interrogazioni dei consiglieri comunali di maggiornaza e di opposizione. Il consiglio resta inoltre convocato per le giornate del 17, 18 e 19 maggio (ore 15.30) per la discussione e l’approvazione del rendiconto di gestione 2016».

La Lega Nord Per il capogruppo della Lega Nord Umbria – assemblea legislativa – Emanuele Fiorini servono «dimissioni, commissariamento e poi il voto. La nostra posizione è netta e chiara: il sindaco Di Girolamo deve lasciare il suo incarico e questo non solo per ragioni di opportunità legate a vicende che faranno il
loro corso in ambito giudiziario, non ultima quella sfociata in questi giorni nella misura cautelare degli arresti domiciliari, ma soprattutto per motivi di natura politica che lo inchiodano senza appello alle proprie responsabilità di amministratore, l’aver portato Terni sull’orlo del baratro. Cantieri aperti e mai chiusi, criticità in ogni settore, da quello economico a quello sociale, fino alle carenze in campo sanitario, nessuna idea di sviluppo, nessun progetto valido, difficoltà e problematiche con le quali i cittadini devono convivere ogni giorno».

Emanuele Fiorini con Matteo Salvini

Gesto di responsabilità «Le dimissioni del sindaco – prosegue Fiorini – rappresenterebbero un gesto di responsabilità, forse il primo e di sicuro l’ultimo, nei confronti di una città che necessita di provvedimenti urgenti e non più procrastinabili. Riteniamo inaccettabile la decisione di affidare temporaneamente le funzioni di primo cittadino al vicesindaco Malafoglia, che sembrerebbe essere indagata, anche lei complice di una amministrazione
Pd autoreferenziale, basata su un meccanismo di reciproco scambio tra sistema economico – conclude – e sistema politico e per nulla adeguata a risolvere le criticità esistenti».

Sinistra Italiana Terni «In questo momento la questione che abbiamo di fronte è gigantesca – si legge in una nota di Sinistra Italia Terni -, continuare in questo stillicidio, con un’amministrazione azzoppata e in crisi di credibilità o aprire la strada ad un commissariamento aperto in fase di predissesto, che comporterebbe il rischio di un’azione tecnica che individuerebbe sicuramente soluzioni indirizzate solo al risanamento dei conti fatte di tagli di servizi ed aumenti di tasse? La scelta è difficile ma come Sinistra Italiana riteniamo che si debba prendere atto del logoramento dell’esperienza amministrativa in corso e del distacco che si è prodotto con larga parte della città. Questo consentirebbe di fare chiarezza in un clima più sereno sulle vicende giudiziarie, permettendo a chi è coinvolto di difendersi nella maniera più libera possibile, evitando un intorbidimento del dibatto pubblico che lascia spazio agli ‘accordicchi’ e ai mercanteggiamenti finalizzati al tirare a campare e allo stesso tempo all’ulteriore imbarbarimento dello scontro politico, come abbiamo visto in questi giorni. Pensiamo sia il momento di rimettersi al giudizio dei cittadini ternani. Da qui si può ripartire per scrivere, nei mesi prossimi, una nuova pagina insieme a tutte quelle forze vive della città, che non intendono più difendere il fortino, ma che vogliono invece lanciare una sfida nuova, a tutti coloro che non si rassegnano a vedere Terni scivolare nella palude, ma che vogliono impegnarsi in prima persona per costruire una ipotesi di ‘Terni migliore’, nel solco delle tradizioni solidaristiche e progressiste della nostra Terni».

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