Terni, fabbrica d’armi: «Rischio chiusura»

Sindacati e Rsu del Pmal proclamano lo stato di agitazione: «Lavori rispediti indietro e reparti segnati dalla mancanza di personale»

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Una situazione definita «drammatica», fra reparti a rischio chiusura, lavori ‘rispediti’ indietro perché mancano le professionalità, la percezione di un generale abbandono nonostante i tanti buoni propositi espressi a parole. È quella che ha spinto i sindacati Cgil Fp, Uil Pa, Sicl Fp e le Rsu del Polo mantenimento armi leggere di Terni a dichiarare lo stato di agitazione del personale ‘civile’ – poco meno di 300 unità in tutto – della storica struttura di viale Brin.

La protesta In vista ci sono assemblee con il personale e sul piano delle iniziative si cercherà di coinvolgere non solo le segreterie nazionali dei sindacati, ma anche le istituzioni locali da cui ci si attende non solo un impegno maggiore, ma anche una presa di coscienza piena dell’ulteriore rischio che Terni e il suo territorio corrono, dal punto di vista occupazionale e quindi sociale.

Numeri in calo Attraverso una lettera inviata al ministro della Difesa Roberta Pinotti, ai capi di Stato maggiore della Difesa e dell’Esercito, i sindacati locali denunciano la pesante situazione. Al momento la pianta organica prevede 386 ‘civili’, mentre quelli effettivamente operativi sono poco meno di 300, un numero che entro il 2022 si ridurrà a 270 unità. Uno dei problemi è che eventuali assunzioni tramite concorso pubblico potrebbero arrivare, se tutto dovesse filare liscio, non prima di due anni e mezzo. E nel frattempo il Pmal continua a perdere colpi.

Rischio-chiusura Dalle sigle si fa presente come la struttura sia fortemente interconnessa al proprio interno, con servizi necessari l’uno per l’altro. E il venire meno di uno o più di questi – possibilità che viene ritenuta concreta a fronte delle ‘uscite’ e dell’età media avanzata del personale, intorno ai 60 anni – può produrre effetti devastanti per tutte le attività. Alcuni lavori – denunciano i sindacati – sono stati già rispediti al mittente, mentre ci sono reparti in cui la carenza di professionalità fa ipotizzare una chiusura a breve.

Sostegno a parole Il contorno è fatto di parole più o meno recenti con cui lo stesso ministero ha più volte ribadito la ‘strategicità’ del sito di Terni. «Ma di impegni concreti e risultati finora non se ne sono visti – denuncia il segretario locale della Uil Pa, Guglielmo Bizzarri – e la prospettiva al momento è solo quella di una ulteriore riduzione della produttività indotta dalla decisione di non integrare il personale presente. Di questo passo saremo costretti a restituire le chiavi del Pmal. Sarebbe l’ennesimo colpo per il territorio, a fronte di responsabilità chiare ed evidenti di chi dovrebbe invece dare seguito agli impegni assunti».

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