Terni, Federcaccia: «Chiediamo chiarezza»

Il presidente provinciale la chiede alla Regione e invita all’unità le altre associazioni venatorie

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di Giulio Piccioni
Presidente provinciale di Terni della Federazione italiana della caccia (Fidc)

Bilancio, proposte e condivisioni. La Federcaccia Terni, riunitasi nell’assemblea annuale alla quale hanno preso parte tutti i presidenti comunali del territorio, ha affrontato le varie tematiche aperte relative all’ormai prossima nuova stagione venatoria. Prima di entrare nel merito, con soddisfazione si è preso atto della sostanziale tenuta del numero degli associati. Contestualmente è stato approvato senza alcun problema il bilancio consuntivo 2014.

Dopodiché, non mancano le preoccupazioni relative alla gestione del territorio, con particolare riferimento all’ATC3 e alle scarse attività intraprese dalla Regione dell’Umbria per il superamento delle problematiche inerenti l’azzeramento delle Province, più precisamente sul riordino delle deleghe in materia di agricoltura e caccia accentrate alle Regioni.

L’assemblea ha espresso condivisione sul calendario venatorio, comunque riproposto simile alla passata stagione: a tale proposito si chiede più chiarezza relativamente al territorio in cui si eserciterà la caccia alla quaglia nelle giornate di pre-apertura per evitare problemi ai cacciatori e, tema molto importante, è necessario capire come funzioneranno da questa stagione gli accordi per la mobilità interregionale tra i cacciatori dei territori limitrofi, fermo restando che si deve recupere appieno l’uso del cane nei territori scelti ed il mese di gennaio in teleprenotazione.

L’assemblea ha apprezzato il lavoro svolto per il ripopolamento invernale e primaverile per le specie lepre e fagiano, manifestando perplessità e qualche critica per la fase estiva, rispetto al piano di immissione che non ha previlegiato i territori vocati, dove esperienze recenti hanno dato significativi risultati; nello stesso tempo si sollecita maggiore impegno nella gestione delle Zrv (Zone di rispetto venatorio) per ottenere quei risultati promessi con il progetto di gestione faunistico-venatoria di ATC3.

L’assemblea ha anche espresso preoccupazione sul futuro delle Zrc ( Zone di ripopolamento e cattura), per la mancanza di risorse da parte della Provincia, in considerazione del ritardo per il rinnovo della convenzione per la gestione con ATC3, per l’iter con cui arriva a conclusione il Piano faunistico venatorio provinciale contenente le linee strategiche di gestione del territorio; tutto ciò rischia di vanificare il lavoro svolto con impegno e serietà dai tanti cacciatori volontari e che in diverse situazioni hanno ottenuto dei significativi risultati faunistici con ricadute apprezzabili nei territori circostanti.

Anche per questi motivi l’assemblea considera preoccupante il modo in cui la Regione sta affrontando la riorganizzazione degli ATC umbri. E’ un periodo transitorio che non fa bene alla corretta gestione, anzi sembra proprio un rinvio verso il completamento del mandato che, proprio su iniziativa della Regione dell’Umbria, era iniziato come fase di ristrutturazione e riordino necessaria per un processo di risanamento e razionalizzazione organizzativa e operativa più snella ed efficiente. Pertanto sollecitiamo la ripresa di questa problematica.

Per l’assemblea la preoccupazione maggiore riguarda l’applicazione pratica del nuovo Regolamento della caccia al cinghiale, in particolare l’introduzione della caccia in forma singola. Su questo argomento vengono evidenziate criticità legate alla sicurezza, rischiando di avere sul territorio la contemporanea presenza di più praticanti questa caccia, oppure la concomitante presenza di altre attività quali raccolta funghi, tartufi, ecc… senza un minimo di segnalazione di avvertimento; non siamo assolutamente d’accordo che in nome del contenimento della specie si metta in discussione la sicurezza!

Ancora sul nuovo Regolamento regionale per la caccia al cinghiale sono evidenti elementi di debolezza per il contenimento di questa specie “ad ogni costo”, anche se in vigore dall’anno 2016, va senz’altro rivisto il criterio per la graduatoria per l’assegnazione dei settori di caccia alle squadre, quasi vere e proprie sfide competitive sui punteggi, quindi altre tensioni di cui non si ricordava più da tempo; si ritiene anche che nel segno della sicurezza va chiarito che il prelievo o caccia al cinghiale debba avvenire in tutte le forme consentite nei soli giorni di giovedì, sabato e domenica, inoltre consideriamo necessario prevedere per la caccia in forma singola l’obbligo dell’uso di almeno un cane.

Non ultimo per importanza l’assemblea sollecita la necessità di accelerare sul processo unitario dei cacciatori e delle associazioni venatorie per avere una voce più forte e autorevole a difesa della categoria e che possa esprimersi anche nella gestione unitaria del territorio nel rapporto stretto e di rispetto reciproco con il mondo agricolo e ambientalista.

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