Terni, futuro ospedale: «Irrisolti i dubbi»

Le parole di Barberini non hanno convinto il sindaco Latini: «Vogliamo le rassicurazioni per iscritto». Scetticismo anche dalla Cgil

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Smentisce categoricamente qualsiasi riassetto organizzativo dell’azienda ospedaliera di Terni, e quindi di quella di Perugia nel contesto del nuovo piano sanitario umbro, l’assessore regionale alla sanità Luca Barberini, nell’audizione di lunedì mattina di fronte alla seconda commissione consiliare del Comune di Terni, presieduta da Orlando Masselli. Audizione che comunque non ha fugato del tutto i timori dei presenti sul futuro del Santa Maria, a partire dal sindaco Latini.

TERNI, OSPEDALE PIÙ ‘POVERO’: L’ALTOLÀ DEI MEDICITIMORI DEI SINDACATI

«Nessun depotenziamento»

«In questi giorni – ha detto Barberini – ho ascoltato legittime preoccupazioni ma anche sollevazioni fatte in maniera pretestuosa sulla base di atti mai approvati. Il piano sanitario che andremo a proporre non tocca minimamente l’organizzazione delle strutture ospedaliere: non ci sarà alcun depotenziamento».

PARLA BARBERINI: «CHIARITO OGNI DUBBIO» – VIDEO

L’ospedale di Terni

«Sul ‘Santa Maria’ – ha aggiunto – non intendiamo abbassare la guardia. Nell’ultimo anno ci sono stati risultati di assoluto valore, testimoniato anche dall’indice di attrazione, rispetto ai territori limitrofi, superiore anche all’azienda ospedaliera di Perugia. Parliamo di due aziende che sull’alta specialità possono vantare, ciascuna, professionalità di assoluto valore. Ciò che vogliamo perseguire è l’integrazione e il confronto fra le stesse equipe e in questo senso l’eventuale spostamento di medici è in un’ottica di esclusivo miglioramento». Nel corso dell’audizione l’assessore regionale ha anche confermato gli impegni assunti nel ternano per l’ospedale di Narni-Amelia e la Città della Salute a Terni.

Aula affollata

Barberini ha parlato non solo davanti ai componenti della seconda commissione, ma anche a buona parte della giunta, a partire dal sindaco Leonardo Latini, al presidente dell’Ordine dei medici, Giuseppe Donzelli, a rappresentanti dei sindacati dei medici e del comparto e alle associazioni cittadine attive in ambito sanitario. Tutti preoccupati dalle voci che si sono rincorse negli ultimi giorni sulle bozze del piano sanitario circolate, nel quale si parlerebbe di un possibile accorpamento delle due aziende ospedaliere di Perugia e Terni e quindi all’indebolimento per quest’ultima dell’attività di alta specialità. Per Barberini, però, la realtà è diversa.

Le rassicurazioni

«Al Santa Maria confermiamo tutte le strutture complesse esistenti, l’alta specialità non ha subito e non subirà contrazioni (anzi dal 2016 al 2017, in termini di fatturato, è cresciuta da 21 milioni a 23,5 milioni, ndr)» ha ribadito, snocciolando vari numeri e sollecitando semmai l’Università di Perugia «ad un ruolo più serio in termini di specializzandi». Quanto allo stesso ospedale, ha aggiunto l’assessore che ha anche fatto il quadro della situazione in merito alla situazione primariati, «negli ultimi 4 anni la Regione ha investito oltre 35 milioni in edilizia e tecnologie e anche quelli previsti, nell’area del ternano, sono i più alti di tutta l’Umbria». Su questo punto Barberini, ha ricordato che per quanto riguarda l’ospedale di Narni-Amelia palazzo Donini metterà di tasca propria i 2/3 dei 55 milioni di euro che serviranno a realizzare la struttura. «Un altro numero significativo che dimostra l’attenzione della Regione verso il territorio».

Gli «equivoci»

«Sul piano sanitario – ha precisato dunque Barberini – c’è stata una serie di equivoci privi di fondamento. Nelle bozze che stanno girando ci sono pagine bianche perché si tratta di tre o quattro eventualità, non abbiamo definito alcunché. Non appena parleremo di un piano sanitario vero – ha quindi concluso, annunciando la predisposizione di alcuni tavoli -, faremo una preadozione e gireremo in tutte citta 12 zone sociali per presentarlo, prima ancora dell’adozione definitiva». In merito anche il vicepresidente della Regione, Fabio Paparelli, puntualizza. «Il piano sanitario regionale peraltro solo preadottato, non contiene riferimenti ad assetti istituzionali ed organizzativi (due aziende ospedaliere e due Asl) che attengono ad una apposita legge del 2012, voluta dalla presidente Marini e dal centrosinistra, che non è in alcun modo in discussione. In sintesi, il Piano sanitario non si occupa di assetti che sono disciplinati da una apposita legge regionale che non risulta essere oggetto di modifica».

Il sindaco rilancia

Tutto chiarito? Non per tutti. Il sindaco Latini (che ha anche la delega alla sanità), nel corso del suo intervento, ha rimarcato il fatto che «le preoccupazioni permangono e c’è il rischio di un oggettivo depotenzialmento sulla base della volontà di accorpare progressivamente le strutture di valenza interaziendale. Per questo vorremmo non solo rassicurazioni ma anche certezze, non bastano parole nette ma vanno scritte. La città intera esprime timore e attende risposte, il piano deve avere una genesi condivisa». Latini ha poi rilanciato sul tema della sede dell’azienda sanitaria che «deve naturalmente a Terni, anche su questo punto non c’è da discutere ma vorremmo ascoltare parole chiave». Quanto alla Città della salute, «c’è bisogno di un piano certo con un cronoprogramma (su questo ultimo tema il dg dell’Usl Umbria 2 Fiaschini ha spiegato che entro la fine dell’anno dovrebbe essere indetto il bando per la progettazione)».

Anche la Cgil scettica

A dirsi non ancora convinte delle risposte dell’assessore Barberini sono anche la Fp e la Cgil: secondo il segretario generale della funzione pubblica del sindacato, Giorgio Lucci, è «inequivocabile la frase contenuta nel piano che dice : ‘…in sintesi a seguito dei processi di integrazione dei servizi ai vari livelli, si determineranno gli elementi per valutare una possibile ulteriore semplificazione degli assetti organizzativi’. L’attuale assetto istituzionale, con 4 strutture, ha consentito in questi anni alla sanità umbra di ottenere ottimi risultati, sia in termini di risposta sanitaria che di sostenibilità economica. L’ipotesi di una ulteriore semplificazione vedrebbe dunque la nostra organizzazione fortemente contraria e pronta a forti iniziative di protesta».

Liberati all’attacco

A raccogliere «senza indugi il grido di dolore che, dai sindacati all’Ordine dei medici agli operatori, sale dall’Umbria in merito alla nuova programmazione sanitaria targata Catiuscia Marini» è anche il consigliere regionale M5s, Andrea Liberati, a detta del quale «di certo si andrà verso la cannibalizzazione di una delle poche organizzazioni virtuose dell’Umbria intera, cioè l’ospedale Santa Maria di Terni. Anziché valorizzarlo con nuovo personale – non bastano i previsti incrementi – e con un consolidamento dell’alta specializzazione, anziché dargli un’immagine più qualificante, pensando finalmente alla progettazione di una nuova struttura di rango, la Regione ha viceversa l’ardire di mettere nero su bianco l’idea di depredarlo di professionalità, competenze, esperienze». Secondo il consigliere regionale, come si può leggere nella bozza, l’obiettivo primario rimane la creazione di un’unica azienda ospedaliera, poiché «’riguardo alle aziende ospedaliere di Perugia e di Terni, la presenza di un’unica Università nella Regione renderebbe agevole l’integrazione in un’unica azienda ospedaliera, in due sedi, con unico organo di indirizzo’».

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