di Attilio Romanelli
Segretario generale della Cgil di Terni
La Cgil Terni, nel dare seguito all’iniziativa ‘Terni: tra sviluppo e opportunità o declino e crisi’, svolta nello scorso mese aprile, con la partecipazione del segretario generale della Cgil nazionale Susanna Camusso, torna a richiamare l’attenzione dell’intera collettività e delle istituzioni sull’urgenza di un intervento che inverta la tendenza e favorisca l’uscita dalla crisi, tutt’altro che avviata.
I dati macroeconomici riferiti al 2014 e ai primi mesi del 2015 per la provincia di Terni descrivono infatti un quadro di ulteriore criticità rispetto ad una situazione già fortemente compromessa.
La disoccupazione è salita al 12,2% dal 10,3% del 2013 e quella giovanile è schizzata addirittura al 50,9%, con un incremento di 12 punti in un solo anno.
Si registra al contempo un forte incremento dei licenziamenti (mobilità ex legge 223), che salgono nel 2014 a 783 dai 485 del 2013, con un corrispondente calo del ricorso alla cassa integrazione (-18%), dato apparentemente confortante, ma che al contrario indica un ulteriore peggioramento della crisi.
Si riducono infine gli avviamenti al lavoro (-2,5% nei primi 3 trimestri 2014, a fronte del +4,8% della provincia di Perugia). Un dato che risente soprattutto di un’ulteriore flessione nel settore delle costruzioni (-2,5%) e del terziario (-5,4%).
La Cgil di Terni, nel riconfermare il valore strategico del Piano del lavoro nella crisi devastante del sistema ternano, ritiene non più rinviabile un intervento pubblico volto a fermare il processo di disgregazione e impoverimento del tessuto sociale e produttivo.
Il primo passo da compiere è quello del riconoscimento di area di crisi complessa, percorso che – grazie anche in primo luogo all’impegno e alle pressioni della Cgil – è ormai condiviso dal complesso delle istituzioni e delle forze sociali sul territorio.
Ora è però necessario passare alla fase di concretizzazione del processo, attraverso l’immediata creazione di una cabina di regia, guidata dalla Regione, che coinvolga le parti sociali e gli enti locali interessati, per completare l’iter necessario all’ottenimento degli strumenti disponibili.
Oltre a questo, ci sono altre condizioni fondamentali per il rilancio dell’economia del territorio: la crescita di processi formativi nel campo della cultura industriale, con un ruolo fondamentale dell’Università e degli istituti tecnici superiori; il rilancio di ricerca e innovazione, attraverso il recupero di esperienze consolidate su territorio (come Csm ed altri istituti di ricerca), in stretta relazione con gli asset industriali operanti su Terni; una rinnovata governance del sistema industriale, con specifico riferimento alle oltre 40 multinazionali operanti sul territorio.
Naturalmente, precondizione per creare un clima positivo utile a questo percorso, é l’affermazione di regole che definiscano un corretto rapporto tra impresa e lavoratori, evitando che la riduzione dei salari e dei diritti divenga la via d’uscita che si vuole seguire per tentare di sconfiggere la crisi.