Terni, le telecamere arrivano nell’asilo: «Sono una garanzia»

La scelta del ‘Midondolo’ di Gabelletta in attesa che la legge faccia il proprio corso: «Siamo autorizzati e ci sembra un atto responsabile»

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di F.L.

Il disegno di legge 264, che dovrebbe introdurre la videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, è arenato in parlamento da un bel po’, ma in attesa dell’approvazione definitiva c’è una scuola paritaria di Terni che ha deciso di fare da sé e anticipare i tempi. Si tratta del ‘Midondolo’ di zona Gabelletta, dove da circa un mese sono entrate in funzione sei telecamere a circuito chiuso in aule e refettorio della struttura. Non molti altri in Italia lo hanno fatto, la scelta – approvata da tutti i genitori direttamente interessati – riapre la riflessione sull’opportunità o meno di introdurre questo tipo di controllo tra i bimbi.

Favorevoli e contrari

«Sappiamo che c’è un dibattito in corso e che molti psicologi ritengono che dove vivono i bambini non dovrebbero esserci gli occhi degli adulti, ma l’iniziativa è stata pensata come forma di rispetto proprio verso bambini, genitori e anche insegnanti» spiega Mariarosaria Basco, insieme a Michela Cardinali titolare della scuola che ospita una quarantina di bambini tra 0 e 6 anni. «Tutti i genitori hanno vissuto questa scelta in maniera serena – continua -, anzi in molti ci hanno detto che non la ritenevano necessaria. Ma è un segnale di sicurezza nei loro confronti e dei loro figli, e un modo per trasmettere tranquillità a noi titolari e alle insegnanti (5 quelle in servizio, più una cuoca, ndr), perché dimostra che tutto viene fatto alla luce del sole».

L’iter

Prima d’installare le telecamere – il cui costo è completamente a carico della struttura – il Midondolo ha chiesto ed ottenuto un’autorizzazione all’ispettorato del lavoro. I filmati possono essere visti soltanto dalle forze dell’ordine dietro esplicita richiesta, mentre un solo membro della struttura – una delle titolari – può accedere alla sala dove si trovano i monitor, esterna rispetto alla struttura. «Ai bambini non abbiamo detto nulla della presenza delle telecamere, poi se i genitori ritengono opportuno farlo ci penseranno loro – prosegue Basco -. Ma non credo che, se anche lo sapessero, si renderebbero conto di cosa significhi».

Il ruolo del Covid

Anche il Covid, spiega ancora la titolare, è stato determinante nella scelta dell’installazione. «Con la pandemia abbiamo ritrovato dei genitori molto spaventati, sofferenti e preoccupati. Con il lockdown si è creato un legame particolare con i loro bambini e hanno paura di farli gestire da altre persone. In più, a causa delle normative anticontagio oggi i bimbi vengono consegnati agli insegnanti fuori dalla porta. Da quel momento in poi i genitori non sanno più cosa accade dentro alla scuola. Tutti in questo momento possono fare pensieri negativi, ora possono controllare con i loro occhi, facendone richiesta. Una forma di garanzia – ribadisce Basco – per tutti».

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