Terni, lite sul treno: medico a giudizio

Dal mancato sconto alla discussione con il capotreno e gli agenti Polfer: l’uomo è finito a processo per oltraggio e ingiurie

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La discussione con gli agenti della Polfer sul treno diretto a Roma, forse condita da qualche parola di troppo, e un medico ternano di 67 anni si è ritrovato a giudizio per oltraggio a pubblico ufficiale e ingiurie. L’udienza del procedimento si è tenuta venerdì mattina davanti al giudice Massimo Zanetti.

La vicenda La biglietteria automatica della stazione che funziona male e non accetta carte – di credito ma neppure la carta Argento per ottenere lo sconto previsto -, il nervosismo che si somma alla stanchezza della lunga giornata. Alla fine la richiesta di spiegazioni si trasforma in discussione e poi in lite. Il fatto risale alla sera del 5 marzo 2012. L’uomo, chirurgo del Santa Maria e con attività anche in ambito politico e sindacale, raggiunge la stazione con in mano i bagagli e i suoi due amati gatti, ciascuno nella sua gabbietta.

Dannata macchinetta A quell’ora, sono le 21 passate, la biglietteria è chiusa e non resta che usare quella automatica. Che però non accetta carte. Suo malgrado, il medico acquista il titolo, poi incontra un capotreno al quale chiede di verbalizzare l’accaduto per avere poi la possibilità di fare reclamo. Tutto inutile, il capotreno dice che quella verbalizzazione non rientra nelle sue possibilità e alla fine, per dirimere la questione, chiama gli agenti della polizia ferroviaria.

Le frasi incriminate Il medico insiste per veder riconosciuto quello che ritiene essere un suo diritto sacrosanto, ma la situazione non si sblocca. Alla fine vola qualche parola di troppo, due frasi in particolare – «Voi non avete voglia di lavorare» e «Voi siete come quelli della Uno Bianca, di voi non ci si può fidare» (forse non il principale difetto dei fratelli Savi, ndR) – che i poliziotti affermano di aver udito in maniera chiara e distinta. Nasce così un tira e molla sull’esibizione del documento, chiesto dai poliziotti e poi consegnato, per una vicenda che alla fine è sfociata in tribunale.

Il processo L’udienza del procedimento si è tenuta venerdì mattina davanti al giudice Massimo Zanetti che ha ascoltato due dei poliziotti ‘offesi’. Al termine, il tutto è stato aggiornato al prossimo 4 dicembre per sentire altri testimoni citati dall’accusa. Il medico è difeso dall’avvocato Maurizio Cecconelli, mentre le parti civili – i tre agenti – sono assistiti dal collega Massimo Proietti del foro di Terni.

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