Terni, mense a scuola: «Bando da verificare»

Enrico Melasecche (I love Terni) chiede, «la verifica preventiva del testo da parte del consiglio comunale»

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di Enrico Melasecche
capogruppo di ‘I love Terni’ in Comune

Enrico Melasecche

Enrico Melasecche

Vanno fatte alcune premese. La prima è che l’appalto per preparazione e la somministrazione dei cibi nelle scuole ternane assegnato a marzo 2010 è stato già rinnovato per tre anni e va a scadere in questo mese di marzo e, dopo sei anni di esercizio, non è ulteriormente prorogabile.

La seconda è che le problematiche che interessano la scuola sono fortemente sentite da gran parte della
popolazione sia per i rapporti diretti per i bambini che la frequentano ma anche, più in generale, per il riverbero che tali sevizi hanno per le finanze comunali e per le tariffe a carico delle stesse famiglie.

La terza è che il dibattito in corso vede una moltitudine di cittadini particolarmente impegnati nella battaglia per il “cotto e mangiato” rispetto ad ipotesi massive che sta ancora perseguendo questa giunta comunale e che porterebbero ad uno scadimento della qualità del sevizio sotto molteplici aspetti, fra cui quello delle indiscutibili migliori qualità nutrizionali ed organoletichette dei cibi, del controllo da parte dei genitori e della educazione alimentare degli stessi bambini.

mensa scuolaVa tenuto presente, a mio avviso, che l’amministrazione comunale di fronte ad una presa di posizione così chiara, coraggiosa e massiccia non può continuare a sostenere quanto l’assessore al bilancio ha affermato, cioè che si sarebbero potute svolgere tutte le discussioni sul tema ma poi avrebbe deciso la giunta, esternando una strana convinzione di democrazia.

Il sindaco, quindi, deve portare comunque in consiglio comunale in tempo utile la bozza di bando relativo ai servizi
citati in modo tale che nel breve volgere di pochi giorni la commissione ed il consiglio possano esprimersi in proposito dando alla giunta gli opportuni indirizzi previsti dalla legge.

Il sindaco deve prevedere nel bando, in considerazione dei gravi problemi finanziari e di liquidità in cui versano le casse comunali, che le cucine attualmente esistenti vengano, a carico del vincitore della gara, rimesse a norma sia dal punto di vista della salubrità dei locali, della regolarità degli impianti e della igienicità delle stigliature in modo tale che il Comune, veda anche riqualificato il proprio patrimonio senza dover immediatamente sottoporsi ad esborsi significativi per mettersi in regola con le previsioni normative di settore, questo in tutti i casi in cui la situazione non dovesse essere già perfettamente regolare, aspetto su cui si chiede una specifica relazione scuola per scuola.

Il sindaco deve inserire nel bando l’obbligo di servirsi di fornitori certificati che acquisiscano prodotti di provenienza certa e garantita, con l’obbligo di verifica trimestrale da parte del Comune di tali requisiti a garanzia della salubrità dei pasti forniti ai bambini.

Il sindaco deve evitare sprechi inaccettabili che derivano dagli ordini ai fornitori fatti talvolta non in base alle
effettive esigenze derivanti dalle presenze e dai conseguenti consumi.

Il sindaco deve organizzare nel modo più efficiente, all’interno della struttura comunale, tutta la gestione amministrativa, a cominciare da quella delle riscossioni, introducendo procedure informatiche e pagamenti on line, onde evitare di aumentare inutilmente i costi del servizio con un conseguente riverbero sull’aumento delle tariffe che vanno mantenute a livello accessibile a tutti.

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