Terni, ‘Open day’ Ast: bilanci e aperture

L’azienda ha accolto familiari ed amici dei dipendenti. Messa di Natale con il vescovo Piemontese. Burelli: «In arrivo mesi impegnativi, ma ce la faremo»

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tk-ast-thyssenkrupp-acciaieria-terni-open-day_5545-tour-societa-fucineTanta, tanta gente. Già dalle 10 – chiusura alle 17 – adulti e bambini hanno preso d’assalto l’Ast, per un semplice motivo: l’azienda ha aperto le porte a famiglie ed amici dei dipendenti organizzando l’Open day’. Acciaieria, parco rottami, Pix2, treno a caldo ed esposizione delle 120 opere di ASTory: i cittadini non hanno perso la chance di visitare, in un tour da venti minuti con l’utilizzo di una navetta, parte degli stabilimenti di viale Brin. La mattinata ha preso il via con la celebrazione della Santa messa di Natale da parte del vescovo Giuseppe Piemontese, che nell’omelia ha ricordato le problematiche legate al terremoto e al Gruppo Novelli. L’ad Massimiliano Burelli ribadisce di aver trovato un’università dell’acciaio’ a Terni e guarda all’immediato futuro, tra bilanci in attivo e lista di obiettivi. Tra i quali rientrano «il mantenimento del livello occupazionale e il superamento del milione di tonnellate; vogliamo diventare un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale».

LA MESSA NEL REPARTO MECCANICA DIVISIONE FUCINE, LA GALLERY DI ALBERTO MIRIMAO

Il vescovo Giuseppe Piemontese

Il vescovo Giuseppe Piemontese

L’omelia del vescovo «Seguendo – le parole di Giuseppe Piemontese – una antica tradizione, tutta la nostra città, rappresentata dalle Istituzioni si ritrova attorno alla grande famiglia delle Acciaierie, ai lavoratori, impiegati, dirigenza, proprietà per uno scambio di auguri in una delle feste più importanti e sentite dell’anno. L’atmosfera natalizia ravviva i ricordi, accende la speranza, rafforza le attese di benessere e l’impegno per un futuro migliore. Tutto ciò lo sintetizziamo ed esprimiamo con le espressioni degli auguri reciproci, ma soprattutto con la celebrazione dell’Eucarestia nella quale le parole che pronunziamo sono rese efficaci dalla presenza di Gesù Cristo, che rinnova il mistero del Natale. Per noi cristiani le parole dettate dalla convenienza civile, oggi diventano atto religioso in questo luogo, cattedrale dell’operosità umana e civile, tempio dove la fatica dell’uomo si trasforma in sacrificio e preghiera elevata a Dio creatore per il progresso umano, civile e religioso di ognuno, per il benessere della società, per la partecipazione all’opera creatrice di Dio. So che in passato la partecipazione a questa celebrazione era più corale: i tempi cambiano, le sensibilità anche, molti cristiani si sono intiepiditi, alcuni si pongono in maniera critica verso la Chiesa, l’indifferenza religiosa ha allargato i confini. Non stiamo qui ad invilupparci in un piagnisteo inconcludente, ma come “piccolo gregge” di evangelica memoria, siamo a dar voce all’anelito di fede e all’invocazione di bene, di giustizia, di lavoro e di pace per singoli, famiglie, fabbriche, città e nazione. Nella consapevolezza che la preghiera fiduciosa e comune ottiene quanto la presunzione delle sole forze umane non riescono e non possono procurare. La celebrazione religiosa del Natale, soprattutto la celebrazione del mistero di Natale attraverso la Messa attualizza e rende presente quanto Dio ha deciso di realizzare tra gli uomini e con gli uomini. Innanzitutto attraverso la Parola di Dio proclamata, e poi la preghiera Eucarestica. Nella storia del Popolo di Dio è stata sempre grande l’attesa per la venuta del Messia, ma le attese erano soprattutto di natura cultuale, religiosa e politica. Nel racconto dei Vangeli la venuta del Messia e la sua identità si sarebbero rivelate soprattutto quale manifestazione dell’amore di Dio per e tra gli uomini e elevazione della dignità degli uomini fino a raggiungere la familiarità con Dio. Il brano del vangelo di Matteo, scritto soprattutto per annunciare ai cristiani provenienti dall’Ebraismo la natura del Messia, ne è un esempio. E Gesù-salvatore è venuto a salvare l’umanità e ciascuno di noi dai nemici che ci disumanizzano, dalle passioni, dai rancori profondi, dall’odio, dalle dissolutezze, dai vizi, dai crimini e dalle aberrazioni che ci fanno scadere al livello delle belve. Da questi nemici Gesù ci libera e ci salva oggi, ma noi ci interroghiamo se vogliamo accoglierlo e farlo entrare come salvatore nella nostra vita? Sarà Emanuele, Dio con noi, Dio che pone la tenda tra noi, che vive tra le nostre case, che si accompagna all’uomo, che si fa carico dei pesi, delle miserie, dei peccati degli uomini. E’ una realtà straordinaria, che come per Giuseppe è difficile da comprendere, ma che per il cristiano è fonte di commozione e di gioia che dà senso e serenità anche nelle situazioni più critiche. Pensiamo ai sentimenti di san Francesco di fronte al Natale, pensiamo alla forza e al coraggio dei martiri, pensiamo all’ardore e alla intraprendenza dei santi. Richiamando le parole pronunziate in questo luogo dal papa San Giovanni Paolo II nel 1981, possiamo essere aiutati ad avvicinarci a Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo: ‘Così, dunque, desidero esprimere la convinzione che questa odierna (visita) festa rafforzerà e consoliderà il vostro incontro con il Vangelo del lavoro. Spero che essa avvicinerà il grande banco del lavoro moderno, al quale qui a Terni operano migliaia di uomini, a quel modesto banco del carpentiere Giuseppe di Nazaret, al quale si presentava come lavoratore Gesù Cristo, figlio di Dio e figlio dell’uomo. E spero che, in questa prospettiva, potrete vedere in una luce più piena il valore e il senso del vostro lavoro e di tutta la vostra vita’. Infine Gesù è venuto sulla terra e ha donato la sua vita fino alla morte per affermare la giustizia e l’amore per gli uomini specie i piccoli, i poveri, gli emarginati. Un amore che è diffuso nei nostri cuori e che Egli vuole diffondere in tutti i tempi e luoghi attraverso i suoi discepoli, i cristiani, tutti noi. Impresa difficile e ardua, ma anno dopo anno ognuno con buona volontà può consentire al Signore di completare l’opera iniziata nel primo natale». Nel reparto meccanica della divisione fucine presenti anche il prefetto Angela Pagliuca, il sindaco Leopoldo Di Girolamo, il direttore di stabilimento e di produzione Massimo Calderini, il responsabile relazioni esterne Tullio Camiglieri e i rappresentanti delle forze dell’ordine.

MASSIMILIANO BURELLI TRA BILANCIO 2016 E OBIETTIVI PER IL 2017

open-day-167-a-mirimao-messa-astTerremoto, Gruppo Novelli e lavoro Piemontese, nella parte conclusiva dell’omelia, ha ricordato che «il Natale di quest’anno è reso dimesso a motivo della sofferenza che ha colpito le popolazioni terremotate e anche per tanta povertà sempre più diffusa. Lo stesso mondo del lavoro non vede diminuire la disoccupazione, anzi il rischio di nuovi disoccupati si fa reale (penso ai lavoratori del Gruppo Novelli) né si allarga la qualità dell’impiego. E tuttavia la solidarietà dimostrata verso i terremotati, anche il questo luogo, è un segno di recupero dei valori natalizi dello scambio di doni tra gli uomini, come lo è tra Dio e l’umanità. Desidero esprimere il mio augurio e benedizione riprendendo le parole pronunziate in questo luogo dal Papa San Giovanni Paolo II nel 1981, ora avvalorate dal cielo. ‘Mentre auguro ogni bene per voi, penso, oltre che al vostro lavoro, anche alle difficoltà che ad esso sono inerenti; penso ai vostri progetti per il futuro; penso alle vostre famiglie, ai vostri bambini e ai vostri ammalati. Tutti benedico e tutti porto con me nel cuore, invocando su ciascuno le più abbondanti grazie celesti’. Prego Dio ardentemente per il bene di tutti: perché siano realizzate le vostre giuste aspirazioni; perché siano superati i momenti ed i motivi di crisi; perché il lavoro non sia mai una alienazione per nessuno; perché, al contrario, esso sia da tutti onorato come merita, così che vi trionfi la giustizia e ancor più l’amore; perché l’ambiente di lavoro sia realmente a misura d’uomo, e l’uomo possa apprezzarlo come un prolungamento della propria famiglia; perché il lavoro aiuti l’uomo ad essere più uomo; e perché con l’impegno di tutti, si possa raggiungere la costruzione di una nuova società e di un mondo nuovo, nella piena attuazione della giustizia, della libertà e della pace’. Sono parole attualissime che vogliamo rinnovarci in questa giornata con grande gioia e fiducia».

Massimiliano Burelli

Massimiliano Burelli

Le parole di Burelli L’amministratore delegato dell’Ast ha quindi preso la parola: «Questo Natale assume per tutti noi un significato particolare, poiché arriva dopo un periodo molto complesso e delicato nella vita dell’azienda, che ha coinciso con una  profonda crisi economica internazionale, dalla quale è ancora difficile capire come l’Europa, e il nostro Paese in particolare, ne potranno uscire fuori. A fronte di un contesto così poco favorevole, siamo riusciti a raggiungere un importante traguardo: il ritorno all’attivo di bilancio, dopo molti anni di perdite. Tutti insieme abbiamo dimostrato di avere  le competenze, le energie e la volontà per tornare a competere sui mercati interni e internazionali. Ma siamo solo all’inizio , ora ci aspetta un percorso lungo e impegnativo: garantire a tutti noi e alle nostre famiglie un futuro di sviluppo, e ai nostri  azionisti una continuità di profitto. Siamo usciti da una lunga vertenza, anche grazie al dialogo costruttivo con  le organizzazioni sindacali, alla collaborazione delle istituzioni locali e del Governo. Oggi in Europa siamo il secondo produttore di acciai speciali. Forniamo, con loro soddisfazione, i più grandi gruppi automobilistici e manifatturieri. Ma vogliamo fare di più, vogliamo far diventare Ast un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. E per questo dobbiamo cambiare pelle, come stiamo iniziando a fare. Abbiamo definito i nuovi valori aziendali, abbiamo aperto i cancelli  della nostra fabbrica al territorio, abbiamo reso trasparenti e rigorose le nostre procedure. Abbiamo messo ai primi posti del nostro impegno la sicurezza di tutti i lavoratori e la lotta alla corruzione.

Burelli e Leopoldo Di Girolamo

Burelli e Leopoldo Di Girolamo

Vista al 2017 «Ora serve un ultimo sforzo: vincere la competizione – ha proseguito Burelli – e costruire il futuro, facendo nostra la propensione al cambiamento. Per l’anno fiscale appena iniziato abbiamo importanti obiettivi: ridurre ulteriormente il numero degli infortuni, anche se l’anno scorso è stato il migliore di sempre, avviare con successo la linea che abbiamo trasferito da Torino, migliorare sostanzialmente il livello di qualità dei nostri prodotti ed implementare la lean transformation, che ci permetterà di competere meglio nell’ambito degli utilizzatori finali. Il mercato è buono, ma dobbiamo sempre vigilare: ci aspettiamo di aumentare i numeri superando il milione di tonnellate e di mantenere il livello occupazionale. Permettetemi di fare a tutti voi e alle vostre famiglie i miei più sinceri auguri per un sereno Natale e un felice anno nuovo. Ci aspettano – ha concluso – mesi impegnativi, ma sono certo che ce la faremo, perché non ci mancano le energie, l’intelligenza,  la creatività e lo spirito di sacrificio necessario per vincere le sfide importanti che ci attendono».

tk-ast-thyssenkrupp-acciaieria-terni-open-day_5597-bramme-brammaIl risultato Burelli, nel commentare il suo primo anno ternano, spiega che Ast ha chiuso con «un utile di 4,4 milioni dopo otto anni di perdita e ciò ci lascia ottimisti per il 2017, pensiamo di riuscire le buone performance dell’anno in chiusura. Servirà incrementare la qualità, aumentare i volumi e migliorare il servizio clienti per poter raggiungere mercati di nicchia, difficile da servizi, ma più redditevoli».

La risposta della città Numerose le famiglie presenti che non si sono fatte scappare l’opportunità di visitare alcune parti dell’Ast. Grande successo – prevedibile – per il tour di venti minuti in navetta: «Ci risulta che in totale ci saranno 3 mila e 500 persone che visiteranno la fabbrica. Non vogliamo – ha proseguito Burelli – far vedere quanto siamo bravi, ma dare un segnale di apertura al territorio e sull’importanza delle risorse umane. ASTory? In 1800 si sono impegnati a creare un’opera d’arte unica, abbiamo 120 dipinti e in tutti si vede l’orgoglio di far parte di Ast».  Durante la giornata anche uno spazio dedicato ai prodotti Ast e le applicazioni dell’acciaio nei vari ambiti e un altro dedicato alle attività del Circolo Lavoratori Terni (il presidente Giovanni Scordo ha partecipato alla messa) e della Cassa Mutua. Diverse attrazioni invece per i più piccoli.

tk-ast-thyssenkrupp-acciaieria-terni-open-day_5530-burelli-piemontese-vescovo‘Top e flop’ Il 46enne di Udine, nel mettere sul piatto gli aspetti positivi e negativi di Ast dal suo arrivo, sottolinea che «una cosa di cui sono soddisfatto e che mi ha sorpreso è la qualita e la competenza delle persone, ho trovato davvero un’università dell’acciaio’. Mi lascia positivo per il futuro. Per quel che riguarda i punti – ha concluso – sul quale lavorare, la vicinanza del cliente e quanto quest’ultimo sia sentito all’interno dell’azienda». Sfide lanciate.

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