Terni, piove forte: polizia locale allagata

Accade ogni volta che la pioggia è un po’ più intensa del normale: inutili le denunce. Politica e sindacati all’attacco del Comune

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Di solito le piscine aprono con l’arrivo dell’estate e della bella stagione. Quella della polizia locale di Terni, invece, è aperta tutto l’anno e raggiunge il culmine con l’arrivo delle piogge autunnali ed invernali. Come nella notte fra lunedì e martedì: un lungo acquazzone ha causato l’ennesimo allagamento degli spogliatoi e del garage del ‘pentagono’ di corso del Popolo, in uso al Corpo della polizia municipale ternana.

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Canoe e ‘galosce’ Il problema si ripropone ciclicamente da anni, ogni volta che le precipitazioni superano un timida pioggerellina. Così per raggiungere i mezzi – auto e moto di servizio – c’è quasi bisogno della canoa e per cambiarsi, in questi casi è bene arrivare al lavoro con le ‘galosce’ anziché con le scarpe normali. Ma i problemi, oltre a quello rappresentato dai frequenti allagamenti, sembrano più ampi e legati alle condizioni di una struttura che in alcune parti è andata deteriorandosi molto, troppo, rapidamente.

All’attacco Il capogruppo di FdI-An in consiglio comunale, Marco Cecconi, non usa mezzi termini: «Se l’intraprendente assessore Emilio Giacchetti, che ha sempre affermato di non aver fatto altro lavoro nella vita che quello di ‘politico’, si interessasse della questione, forse dopo il sessantesimo allagamento potrebbe provare a risolvere, come qualsiasi buon padre di famiglia quando gli si allaga la cantina di casa, un problema che crea disagi enormi al Corpo della polizia locale di Terni. Gli agenti, spesso tirati per la giacchetta e a cui si chiede sostanzialmente qualsiasi cosa, hanno solo il diritto di vivere le minime condizioni di efficienza per adempiere i propri compiti di istituto. Magari senza dover nuotare per raggiungere gli automezzi. Il giovane assessore Giacchetti – conclude il consigliere comunale – che nella vita non ha mai lavorato, anche se amministrare la cosa pubblica presupporrebbe competenze professionali, umane e personali di un certo tipo, ben rappresenta l’efficienza di questa amministrazione comunale».

«Compensare i debiti con i lavori» Lo stesso Cecconi lancia poi una proposta: «Visto che i frequenti allagamenti sono solo la punta dell’iceberg, perché i problemi riguardano anche le ringhiere ancorate malamente, il lastrico che si sta staccando sopra i garage, le coperture delle scale completamente saltate e che quindi non impediscono all’acqua di invaderle, perché ciascun soggetto – costruttore e proprietario – non si attiva per fare la propria parte? Il Comune ha in essere una convenzione, e quindi un debito, da 600 mila euro annui per il parcheggio coperto di corso del Popolo. Quelle risorse, dovute, potrebbero entrare in un discorso compensativo che consenta di mettere mano ai seri problemi strutturali degli edifici. Un ragionamento di buonsenso, vista la situazione che interessa entrambi is oggetti coinvolti».

Ospol-Csa Anche il sindacato di polizia Ospol-Csa va all’attacco del Comune, attraverso il proprio responsabile territoriale Giuseppe Arlia: «Anche stamattina (martedì, ndr) c’erano tre centimetri di acqua nei garage del comando. Non so quante volte il nostro sindacato ha chiesto di fare qualcosa, ma la risposta dell’amministrazione è sempre stata che ‘non ci sono i soldi’. Era stato anche promesso un progetto di messa in sicurezza che nessuno ha mai visto. Il problema – aggiunge Arlia – riguarda comunque l’intero edificio di corso del Popolo. In più punti la ruggine ha già ‘divorato’ il cemento e le armature sono già ‘a vista’. Senza dimenticare che all’interno del garage sono parcheggiati anche i nuovi automezzi della polizia locale di Terni e l’acqua che li ‘inonda’ periodicamente, non può fare altro che deteriorarli, riducendone non solo l’efficienza ma anche la longevità. Soldi sprecati che con un investimento minimo e necessario, potrebbero essere risparmiati. Ma forse non c’è la sufficiente lungimiranza, anche se ci sembra di esprimere concetti semplici e per certi versi ovvi».

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