Terni, ritardi teatro Verdi: Maggi ‘on fire’ sugli uffici. Si va avanti tra scavi e polemiche

Scambio con Pastura (FdI) rispetto alle problematiche del cantiere. Mirino su vico Sant’Agape

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di S.F.

Gli scavi in corso

Terni e la ristrutturazione del teatro Verdi, non c’è settimana senza polemica. Il tema è ‘entrato’ giovedì mattina al question time perché c’è chi ha chiesto delucidazioni su ciò sta accadendo nell’ambito dei lavori del I stralcio funzionale da 6 milioni di euro per la realizzazione – in particolar modo – del ‘ridotto’ a diversi metri di profondità: a farsi avanti in tal senso è stato Roberto Pastura (FdI) per conto del suo gruppo consiliare. Di mezzo anche il consulente incaricato dal sindaco Stefano Bandecchi, vale a dire l’architetto Paolo Leonelli. A rispondere ci ha pensato l’assessore Giovanni Maggi che, tra l’altro, ha messo nel mirino gli uffici comunali.

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L’assessore Maggi

L’attacco

Pastura ha letto l’interrogazione ricordando le varie dichiarazioni nel corso del tempo degli esponenti dell’esecutivo (da Bandecchi stesso al vicesindaco Riccardo Corridore, per poi arrivare allo stesso Maggi). D’altronde il quadro è chiaro da giugno, quando ci furono le prime polemiche della nuova amministrazione sul progetto. Su questo fronte nulla di nuovo: «Non abbiamo mai posto in essere documenti ufficiali per ritardare i lavori», il pensiero del titolare ai lavori pubblici. «Sì, speravamo di trovare reperti perché stiamo entrando con un blocco di cemento enorme in un posto molto fragile. Dove c’è un rischio archeologico molto alto come già noto da tempo. Un elefante in una cristalleria. Sotto ci sono i cunicoli per il rifugio antiaereo di via Carrara ed i ritardi che ci sono non dipendono da noi», l’esposizione. Bene, da chi allora? «La procedura amministrativa per l’occupazione di vico Sant’Agape ha portato ritardo. Il nostro ufficio della polizia Locale ci ha fatto perdere 20 giorni (ciò che è stato detto, in realtà poi è emerso che sarebbero 120) per rilasciare l’autorizzazione alla chiusura. Hanno richiesto la conferenza di servizi e appesantito le procedure. Gli uffici li hanno imposti per atteggiamenti che non sono estremamente collaborativi secondo noi». Vedremo gli sviluppi. Focus poi sulle indagini archeologiche, la bonifica bellica e il nodo amianto: «Nessuno si era occupato di verificarne la presenza», ha concluso Maggi.

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Pastura

«Riconsegnarlo»

Pastura dal canto suo si è detto soddisfatto rispetto ai contenuti dell’informativa, non sul «sottobosco culturale e politico che si cela dietro alla posizione amministrativa». Poi l’invito: «Questa istituzione deve cessare di richiamare constantemente alla bontà o meno del valore progettuale, tutta la macchina oerganizzativa ufficiale o ufficiosa deve lavorare per riconsegnare un teatro che, chi ha 15 anni, non ha mai visto». La sensazione è che le polemiche proseguiranno ancora per un bel po’.

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