Terni, sindaco indagato e appalti da chiarire

Il consigliere comunale Bencivenga ha rivelato agli inquirenti che quando era assessore ci furono «affidamenti diretti sotto la soglia dei 40 mila euro a più cooperative»

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di M.T.

Il doppio annuncio dato dal sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo – relativo alla ricezione di comunicazioni formali sul suo coinvolgimento nelle indagini per la cosiddetta ‘Indagine Spada’, e anche in un altra inchiesta relativa «all’ipotesi di reato di ‘mancata bonifica o ripristino di stato dei luoghi’» – ha confermato, ammesso che ce ne fosse bisogno, che forse mai come in questo periodo, magistratura e delle forze dell’ordine stanno passando letteralmente al setaccio l’attività del mondo politico e, quanto meno, di una parte di quello imprenditoriale cittadino.

‘OPERAZIONE SPADA’, C’È ANCHE IL SINDACO DI TERNI

Leopoldo Di Girolamo

Leopoldo Di Girolamo

L’indagine Il sindaco sarebbe indagato in base all’articolo 452 terdecies del codice penale, di recente introduzione, che recita: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, essendovi obbligato per legge, per ordine del giudice ovvero di un’autorità pubblica, non provvede alla bonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi è punito con la pena della reclusione da uno a quattro anni e con la multa da euro 20 mila a euro 80 mila». Di Girolamo ha spiegato che «non posso essere più preciso in quanto non sono a conoscenza di nessun altro elemento. Come già fatto venerdì, ribadisco serenità, convinto che la correttezza del mio operato e dell’amministrazione comunale emergeranno con chiarezza».

Verde largo Frankl3Gli appalti nel tempo Il tema lo aveva sollevato, provocando qualche reazione ‘curiosa’, Walter Patalocco nel suo ultimo corsivo su umbriaOn, ma – fatta salva la necessità assoluta di arrivare in fretta alla chiusura delle indagini su tutte le persone coinvolte – non è escluso che la proroga concessa dalla Procura possa dare una prima conferma su un punto: le storie sulle quali si indaga sarebbero davvero molto lunghe.

Affidamenti diretti Perché un fatto è che le indagini – che ormai vanno avanti da quasi un anno – prendono spunto dalla manutenzione del verde pubblico e dal fatto che, stando ad alcuni passaggi contenuti nei documenti con i quali a marzo 2016 si chiedeva alla Procura il permesso di indagare, «appariva sempre più evidente che intorno alla vicenda dell’affidamento dei lavori vi erano alcune gravi irregolarità». Tanto che gli stessi investigatori, ad un certo punto, si dicevano certi: «Appare evidente che l’amministrazione comunale abbia favorito indubbiamente alcune cooperative piuttosto che altre». Ma un altro fatto è che gli appalti del 2015, «mediante lo spacchettamento in tre lotti per importi inferiori alla soglia comunitaria», non rappresentano un fatto inedito nella storia ternana.

Bencivenga

Luigi Bencivenga

Passato recente Senza arrivare all’inizio del secolo – Patalocco lo ha fatto attraverso le parole di Antonio Di Pietro – potrebbe essere sufficiente approfondire alcune affermazioni fatte in Questura da uno degli ‘accusatori’ di oggi, il consigliere comunale Luigi Bencivenga. Che ha fatto mettere a verbale, tra l’altro, che «durante la mia attività assessorile, in particolar modo l’ultimo anno (Bencivenga è stato assessore dal 13 luglio 2009 al 25 maggio 2014; ndr), per motivi di carattere economico si arrivò ad avere una situazione di decorso urbano di verde pubblico fuori norma», ma lui l’avrebbe affrontata «dando affidamenti diretti sotto la soglia dei 40 mila euro a più cooperative (addirittura sarebbero state undici; ndr)». Questo, ovviamente, non significa che ci fosse qualcosa di illegale. E’ solo un fatto.

 

 

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