Terni: «Sono islamico, lontani da mia moglie»

Così si è giustificato il 34enne della Nigeria arrestato martedì per violenze contro Carabinieri e funzionari di Prefettura e Comune

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«Perché l’ho fatto? Perché sono di fede islamica, credo con tutto me stesso. E nessuno, dico nessuno, può avvicinarsi a mia moglie. E loro lo hanno fatto. Loro sono entrati in casa mia (ma il pm Cinzia Casciani gli ha fatto notare che lì è semplicemente un ospite, ndR) e non possono farlo». Così A.A., il 34enne di nazionalità nigeriana arrestato martedì mattina dai carabinieri del Norm di Terni aver impedito ad alcuni funzionari comunali e della prefettura – fra cui il vice prefetto – di uscire dall’appartamento di Campomicciolo in cui è ospite, e dopo aver morso alla mano uno dei militari intervenuti in soccorso (per lui una prognosi di dieci giorni), ha giustificato in aula il suo comportamento.

In carcere L’udienza di convalida degli arresti si è tenuta mercoledì pomeriggio in tribunale e il 34enne – già noto per altri episodi che avevano portato all’intervento delle forze dell’ordine – ha patteggiato una pena pari a un anno di reclusione ed è stato rimesso in libertà. L’uomo, difeso d’ufficio dall’avvocato Mauro Minciarelli, era accusato di violenza privata, violenza e resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Nei suoi confronti sarebbero state già avviate le procedure per l’espatrio.

Il fatto La sua rabbia è esplosa martedì mattina durante l’ispezione di rito da parte di alcuni funzionari pubblici nell’appartamento di strada di Acquasparsa che l’Arci ha affidato a lui e ai suoi familiari – moglie e due bimbi piccoli – in seguito alla richiesta di protezione internazionale. Dopo aver chiuso i funzionari in una stanza, ha preso in mano un manico di scopa e ha iniziato a menare fendenti a destra e a manca. Sul posto – allertati dai ‘sequestrati’ – sono intervenuti i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Terni che sono riusciti, a fatica, a bloccare il soggetto e a condurlo al comando stazione e quindi, su disposizione del pm, in carcere.

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