Via Visetti, arrestato l’uomo che ha sparato. Il difensore: «Così sono andati i fatti»

Terni – Gianluca D’Amario è stato posto ai domiciliari dal pm Pesiri. L’avvocato De Nicola: «Ha chiamato lui i carabinieri e i soccorsi»

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La prima segnalazione – partita nel tardo pomeriggio di giovedì – era relativa ad un tentativo di furto finito male nella palazzina di via Visetti 12, fra via Staderini e villaggio Matteotti, a Terni. Quando i carabinieri del Nor si sono precipitati sul posto, si sono trovati di fronte una ragazza in lacrime, sconvolta, un altro giovane riverso a terra in una pozza di sangue e, quindi, ad un puzzle investigativo tutto da ricostruire ma distante, e molto, dal furto inizialmente segnalato.

Grave ma ce la farà

E così, pezzo dopo pezzo, i carabinieri – Nor e Reparto operativo – hanno iniziato a delineare il grave accaduto, acquisendo alcune certezze e ponendosi e ponendo a tutti i coinvolti, condotti in caserma ad eccezione ovviamente del ferito, quelle domande che forse consentiranno di chiarire definitivamente cosa ci sia dietro il grave fatto di sangue in seguito al quale il 33enne ternano Samuele Isidori si trova ricoverato all’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni, in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Il giovane è stato raggiunto al torace da un piccolo proiettile – analogo a quelli del tiro al bersaglio – sparato con una pistola da Gianluca D’Amario, 59enne originario di Roma e residente da tempo a Terni.

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La lite e il ‘rifugio’

Secondo la prima solida ricostruzione maturata con il passare delle ore – riportata per primo dal quotidiano ‘Il Messaggero‘ Terni con un pezzo a firma di Corso Viola di Campalto -, tutto sarebbe iniziato dal fatto che la ragazza ritrovata in lacrime dai militari, 22enne di nazionalità italiana, avrebbe raggiunto l’abitazione del D’Amario – che, al pari di tutti gli altri protagonisti della vicenda, conosceva già da tempo – per cercare un ‘rifugio’ dopo la violenta lite avuta con il fidanzato durante il pomeriggio, nella zona di borgo Rivo.

La tensione e poi lo sparo

Non è stato tuttavia il fidanzato della ragazza ad andare a sua volta nel condominio di via Visetti per farla desistere, risolvere in qualche modo la situazione e convincerla a tornare sui propri passi. Lì si è presentato il suo amico, Samuele Isidori, conosciuto da tanti a Terni per la sua passione per il calcio, la Ternana e il mondo ultras. Che ha iniziato a bussare insistentemente, a chiedere della giovane, ad alzare la voce. A quel punto il 59enne avrebbe estratto la pistola: «solo per mostrarla» ha riferito agli inquirenti, e spaventare colui che con modi così decisi, eccessivi, voleva ‘riprendersi’ la 22enne.

Le indagini

Durante quel trambusto, per cause che sono al vaglio degli investigatori dell’Arma, è partito il colpo di pistola che ha raggiunto il 33enne all’esterno palazzina in questione, ferendolo in maniera grave al torace ma senza ledere, tuttavia, organi vitali. Soccorso dal 118, è stato trasportato al vicino ospedale ‘Santa Maria’, operato d’urgenza e quindi ricoverato in prognosi riservata: come detto, non è in pericolo di vita. Accanto ad alcune certezze investigative, piuttosto chiare, restano da capire ancora vari aspetti che rimandano per forza di cose a vicende e tensioni personali. Perché tutti i protagonisti, diretti e indiretti, del fatto, si conoscevano già fra di loro. E il dato non è secondario.


L’avvocato Francesca De Nicola

La versione del D’Amario

All’esito dei primi accertamenti, la decisione dell’autorità giudiziaria – nella persona del pm Raffaele Pesiri – è stata quella di disporre gli arresti domiciliari nei confronti del D’Amario, incensurato e accusato di lesioni personali aggravate. L’interrogatorio di garanzia è stato fissato per sabato mattina alle ore 11 in tribunale, di fronte al giudice Barbara Di Giovannantonio. A rappresentare la versione dei fatti del 59enne è l’avvocato Francesca De Nicola che lo difende: «Il mio assistito – spiega – intorno alle ore 18.30 di giovedì ha ricevuto la telefonata di questa ragazza, che lui conosceva già, che gli ha chiesto se poteva andare a casa sua perché si sentiva molto triste e cercava un po’ di calma e di tranquillità. Il D’Amario le ha risposto che poteva passare e quando lei è arrivata ed è salita in casa, gli ha spiegato che all’esterno c’era il suo amico Samuele Isidori, che l’aveva accompagnata fin lì e a cui lei aveva detto di voler essere lasciata in pace, ma che era rimasto fuori dall’abitazione, inizialmente a bordo dell’auto. In quella situazione la ragazza ha ribadito al mio assistito che Isidori, nonostante gli inviti, continuava a ‘pressarla’ perché venisse via. A un certo punto questo giovane (Isidori, ndR) ha iniziato a tempestarla di telefonate, poi si è attaccato al campanello dell’abitazione e infine la situazione è degenerata: ha iniziato ad urlare, e i vicini ne sono testimoni, poi ha iniziato a battere forti colpi sulla porta di casa e quindi sulla serranda della finestra, visto che l’abitazione si trova al piano terra. Di fronte a tale situazione – prosegue l’avvocato De Nicola – il mio assistito si è spaventato ed ha temuto per l’incolumità della ragazza ed anche la sua, sapendo anche chi aveva di fronte. Così il D’Amario ha deciso di prendere il telefono e di chiamare i carabinieri, avvicinandosi alla finestra in modo che quell’uomo potesse sentire la telefonata e magari desistere dal tentativo. Invece, secondo quanto riferito dal mio assistito, ha iniziato a percepire delle manovre per aprire la serranda e quindi la finestra nel tentativo di entrare in casa. Il D’Amario, che ha un regolare porto d’armi e detiene delle pistole nel totale rispetto della legge, in quel momento è andato a prendere una pistola che aveva nel cassetto del comodino, che sapeva essere caricata con proiettili che non sono letali e che soprattutto sono di libera vendita, perché utilizzati da campeggiatori ed escursionisti per difendersi dai serpenti e dagli animali selvatici in genere. Si tratta di proiettili dotati di una custodia in plastica che ricopre delle minuscole palline. La pistola in sé l’aveva già portata fuori dall’abitazione, in occasione di alcune passeggiate con il proprio cane in campagna, proprio per lo scopo a cui era destinata, e la teneva nel cassetto per difendersi da eventuali ladri, visto che alcune abitazioni di quella zona sono state più e meno recentemente colpite. Così, mentre teneva in mano l’arma e la ragazza era voltata di spalle, seduta su un divano con una coperta e fortemente spaventata, il D’Amario si è visto spalancare la finestra contro di sé, aperta dall’Isidori, ed è partito questo colpo. Inizialmente il mio assistito – spiega l’avvocato De Nicola – non pensava avesse riportato conseguenze serie, conoscendo arma e proiettile, ma quando l’ha visto cadere a terra, si è precipitato all’esterno per sincerarsi delle sue condizioni. Quando ha visto che perdeva sangue, ha subito chiesto alla vicina di chiamare il 118 e di andare a prendere un asciugamano per tamponare la ferita. Da quel momento in poi si è inoltre messo a disposizione degli inquirenti per fare piena chiarezza sull’accaduto. E siamo certi che la ricostruzione sarà presto chiara anche in vista dell’interrogatorio di garanzia a cui risponderà alle domande che l’autorità giudiziaria intenderà porgli».


LE FOTO SUL LUOGO DELLA SPARATORIA

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