Terni, niente nuovo pozzo in via Narni: «Inquinamento diffuso da tetracloroetilene»

L’input era partito mesi fa per l’attingimento di acqua ad uso domestico per un’attività. Conferenza di servizi negativa per l’escavazione

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di S.F.

In via Narni, a Terni, niente escavazione pozzo per l’attingimento di acqua per uso domestico a servizio di un’attività. Lo certifica il dirigente all’urbanistica Claudio Bedini che, martedì, ha firmato la chiusura negativa della conferenza di servizi decisoria ad un anno dalla richiesta originaria riguardante il civico 87/G. Vale a dire l’area dove opera l’Associazione sportiva dilettantistica Circolo Polymer: questione di polo chimico e criticità ambientali.

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Il dirigente Claudio Bedini

Stop alla richiesta. Il tetracloroetilene

A mesi di distanza dalla richiesta di attingimento acqua per uso domestico, è arrivata la risposta – in conferenza di servizi, da prassi, si raccolgono i pareri dei vari enti coinvolti nella procedura – della Regione Umbria: «Come risulta dalla relazione geologica e idrogeologica presentata, il sito è posto sul limite della perimetrazione relativa all’area definita Polo chimico di Terni, compresa nell’area vasta da sottoporre a specifico monitoraggio ambientale». Di conseguenza si tratta di un’area «potenzialmente interessata da criticità ambientali da sottoporre a specifico monitoraggio ambientale» ed inoltre la medesima zona «è interessata anche da un inquinamento diffuso da tetracloroetilene». Non problematica di poco conto.

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La contaminazione

Nella motivazione vengono citati anche gli studi di Arpa Umbria che, in passato, hanno evidenziato «un’area di estensione approssimativa di 5 chilometri quadrati caratterizzata dal superamento della concentrazione soglia di contaminazione per il tetracloroetilene e più in generale da una diffusa presenza di  tetracloroetilene rilevabile nel 98% dei punti della rete di monitoraggio». Facile trarne le conseguenze: «La presenza di una contaminazione delle acque di falda da inquinanti di sicura origine industriale porta a non escludere una situazione di rischio per la salute umana e ad adottare principi di cautela nel rilascio di eventuali autorizzazioni allo scavo di ulteriori pozzi presenti nell’area». Dunque il parere non è favorevole per «evitare il trasferimento delle varie tipologie di inquinanti nelle matrici ambientali». Formalmente la conferenza di servizi era stata indetta in avvio di aprile 2023.

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