Terni, Toano: quel viadotto ‘maledetto’

Il tratto del Rato in cui è morta Tiziana Fausti ancora pericoloso nonostante gli adeguamenti Anas. La legge non permette di installare il new jersey

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di F.L.

Due anni e mezzo dopo lo stesso copione, tragico, si ripete ancora una volta: quel maledetto tratto di strada, nel viadotto Toano, torna ad uccidere. La morte di Tiziana Fausti, la 57enne vittima dell’incidente avvenuto venerdì sera, riporta alla mente un altro dramma, quello di Stefano Galletti, riaprendo al tempo stesso gli interrogativi sulla sicurezza stradale.

La viabilità Una corsia in direzione Spoleto in discesa e due verso Terni in salita (una di di marcia e l’altra cosiddetta di ‘arroccamento’, cioè realizzata per consentire il sorpasso dei mezzi pesanti): così si presenta il pericoloso tratto che collega il Rato (strada a quattro corsie) con la Flaminia (a due). Quel restringimento improvviso di carreggiata di fronte al quale si trova chi proviene dal capoluogo – che, considerata anche la velocità che si acquista, si presta comunque ai sorpassi, soprattutto da parte di chi non conosce i rischi della strada – è sì segnalato con la cartellonistica specifica, ma non è delimitato dalle barriere new jersey. Il motivo? La normativa non consentirebbe di installarle.

I lavori Nel febbraio 2016, qualche mese dopo la morte di Galletti, l’Anas aveva completato i lavori di riqualificazione del viadotto – per un investimento di 480 mila euro – attraverso la sostituzione di tutti i giunti di dilatazione, il risanamento della pavimentazione per l’intera l’infrastruttura (lunga 611 metri), il rifacimento della segnaletica orizzontale e l’installazione di nuove reti laterali per impedire la caduta o il lancio di oggetti.

Il nodo Interventi non irrilevanti – l’isola spartitraffico sono state allargate di 60 centimetri (da 1,10 a 1,70 metri), mentre le banchine laterali sono state invece ristrette – ma che, alla luce dell’ultimo episodio mortale, probabilmente ancora non sono sufficienti. Delle barriere centrali, per delimitare i due sensi di marcia, non c’è nessuna traccia e non potrebbero comunque essere inserite. Il new jersey può infatti essere installato solo nel caso in cui entrambi i sensi di marcia siano a due corsie, mentre sul viadotto in questione solo uno lo è, tra l’altro in salita. Un rebus che potrebbe essere risolto, dunque, solo creando le due corsie anche in direzione Spoleto, sempre che la carreggiata abbia le caratteristiche adatte.

Più semplice ed economica potrebbe invece essere l’installazione, come deterrente, di rilevatori di velocità luminosi da segnalare già a distanza. Al momento, da parte di Anas, non sarebbero comunque stati programmati nuovi interventi specifici su un tratto che, al di là degli eventi mortali, è stato protagonista anche di altri incidenti di diversa entità. Agli automobilisti, allora, non rimane che prestare prudenza, che però, come è noto, non è mai troppa. Come il buon senso.

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