Terni, Usl2 al Comune: «Ci devi tanti soldi»

Il Movimento 5 Stelle rende nota una lettera di sollecito: «Dovendo procedere al pagamento di fatture scadute o in scadenza e al fine di poter dare continuità ai servizi»

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La lettera è arrivata al Comune di Terni nella giornata di martedì, firmata dalla responsabile del servizio economico finanziario Anna Rita Ianni della Usl2 ed inviata per conoscenza al direttore del distretto Stefano Federici ed al Vicesindaco Francesca Malafoglia. Nella lettera si legge che ”non risulta effettuato alcun versamento da parte del Vs. Ente, a questa ASL” e quindi “si sollecita con ogni urgenza il pagamento delle somme contabilizzate”, riferita alla “copertura delle quote della gestione dell’attività sociale delegata ed a integrazione socio-sanitaria per le annualità 2015/2016/2017. Dovendo procedere al pagamento di fatture scadute o in scadenza e al fine di poter dare continuità ai servizi”

LA LETTERA DELL’USL2 AL COMUNE

«Nuovi debiti» Immediata la levata di scudi da parte dei cinque consiglieri comunali cel M5s: «Di fatto il Comune di Terni ha delegato i servizi sociali all’USL Umbria2. Nella delibera del direttore generale della Asl del 15 marzo 2013 si evince che l’affidamento comporta una spesa annua di 991.705 euro che gravano sul bilancio sociale, che fa riferimento agli esercizi di spesa del Comune di Terni. Essendo la richiesta dell’USL2 relativa a tre annualità (2015/2016/2017) si tratta potenzialmente di cifre allarmanti, su cui è il caso che le amministrazioni dei due enti coinvolti facciano chiarezza immediatamente, senza ulteriore indugio, è fondamentale sapere a quanto ammonta il debito in questione e come sia stato inserito nei vari bilanci di palazzo Spada».

L’accusa Thomas De Luca, Angelica Trenta, Valentina Pococacio, Patrizia Braghiroli e Federico Pasculli sottolineano Sottolineiamo che «il M5S, nella primavera del 2017, aveva presentato una formale richiesta di accesso agli atti al Comune di Terni, proprio per sapere se l’amministrazione Di Girolamo aveva provveduto a liquidare tali importi, in questo caso la dirigente d’area (dottoressa Virili) aveva preferito rispondere con una non risposta, trincerandosi dietro una presunta mancanza di chiarezza nella nostra missiva, se pur si chiedesse fra le altre cose esplicitamente e molto chiaramente conto di questi importi»

 

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