Terni, vendita Ast: «Comune tifa Posco»

Ii sindaco Di Girolamo rompe gli indugi e – dopo i botta e risposta tra Regione e azienda – prende decisamente posizione. I rapporti sono tesi: inutile nasconderlo

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di M.T.

Il nome della coreana Posco era da un po’ che non si sentiva. A riportarlo al centro dell’attenzione, riguardo la futura (parlare ancora di ‘possibile’ sembra davvero poco serio) vendita dell’Ast di Terni, non è uno qualsiasi, ma addirittura il sindaco di Terni.

 Massimiliano Burelli e Leopoldo Di Girolamo

«Chieste informazioni» Prima di arrivare al punto, però, Leopoldo Di Girolamo fa una precisazione importante, dalla quale traspare anche un pizzico di nervosismo, per quella che sembra essere letta come una – diciamo così – trascuratezza: «Già a settembre come istituzioni locali avevamo chiesto al ministero una riunione sulla situazione di Ast. Ci era stato detto che era necessario attendere le comunicazioni ufficiali di TK perché si tratta di un’azienda quotata. Ora, dopo che queste comunicazioni sono avvenute, abbiamo di nuovo richiesto l’incontro».

TERNI E LA THYSSENKRUPP

Il ministro Carlo Calenda

«Nessuna convocazione» La Regione, dice ancora il sindaco di Terni, «ha intanto ha convocato per il 13 dicembre pomeriggio il tavolo di concertazione con le forze sociali per verificare la situazione, in previsione della convocazione del tavolo ministeriale. Ci è stato riferito informalmente che il tavolo ministeriale sarà convocato il 14 con la dirigenza Ast, ma al momento non è arrivata alcuna convocazione ufficiale e siamo in attesa di comunicazioni». La delusione di Di Girolamo appare evidente.

«Meglio Posco» Il sindaco, a questo punto, mette da parte la diplomazia e decide di fare un deciso endorsement: «Da parte nostra – chiarisce – chiederemo che se Ast dovrà essere venduta venga inserita in un gruppo importante a livello globale per mantenere e sviluppare l’attuale produzione. In questo senso abbiamo sempre espresso una preferenza per Posco, gruppo coreano che ha rapporti storici con Ast e che in Turchia, quindi nell’area europea, non ha forni fusori». 

Rapporti deteriorati? Dopo la sortita della presidente Marini – «L’Ast acceleri sulle scorie» – la replica indiretta di Tullio Camiglieri all’Ecoforum di Legambiente e la nuova presa di posizione di Catiuscia Marini, adesso si registra questa affermazione, impegnativa, di Di Girolamo: sembra proprio che tra le istituzioni locali e la multinazionale il livello di reciproco gradimento sia in calo netto. Non è un segnale positivo.

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