Terni, verde pubblico: «Disastroso da anni»

Il centro studi ‘Malfatti’ invita il Comune a «recuperare una situazione frutto di decisioni scellerate». E ‘solidarizza’ con Rifondazione

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del Centro studi ‘Franco Maria Malfatti’

Già nel febbraio 2009, in occasione dell’abbattimento di quaranta alberi in via Vico e del taglio di altri in via Lungonera, il nostro direttore editoriale Emanuele Pettorossi aveva denunciato la scarsa, per non dire inesistente, gestione del verde pubblico da parte del Comune di Terni. La mancanza di una programmazione della manutenzione aveva imposto interventi drastici, fino al taglio delle piante ormai impossibili da recuperare.

Negli anni seguenti è purtroppo continuato l’abbattimento (viale Turati e altre strade cittadine) perché mai si è elaborato e attuato un piano di manutenzione e recupero del verde pubblico. Nessun effetto hanno avuto le denunce delle varie associazioni naturalistiche. Oggi siamo ancora nella stessa situazione di allora, anzi in una situazione peggiore, gli alberi di grandi dimensioni sono stati sostituiti da altri a cui serviranno almeno quindici anni per raggiungere dimensioni utili a svolgere un’azione depurativa dell’aria, almeno pari a quella degli alberi tagliati. Nel frattempo lo smog aumenta, accentuato dalle giornate nebbiose e dagli inceneritori, tanto che si parla anche di un imminente blocco del traffico, il solito.

Notiamo con piacere la presa di posizione sul problema da parte della commissione ambiente di Rifondazione Comunista, partito da sempre vicino alle forze che negli anni amministrano la nostra città, dopo l’abbattimento di alberi in via del Cassero. Nella nota Rifondazione ricorda che Terni ‘è la città più inquinata dell’Umbria ed è alle prese costantemente con il problema delle polveri sottili e che procedere non difendendo adeguatamente il proprio patrimonio verde è suicida’.

Ma non immaginate la nostra sorpresa quando abbiamo appreso che da molti anni il Comune di Terni avrebbe tra i suoi dipendenti un agronomo forestale. E se questo è vero bisognerebbe verificare se negli anni scorsi sia stato messo in grado di lavorare adeguatamente. Il verde non si salverà assegnandone la responsabilità al solito ‘super tecnico’ che si sacrifica sempre per le cause difficili, soprattutto se non ci saranno denari da spendere per recuperare il vero e proprio disastro realizzato da chi si è occupato del verde pubblico fino a pochi mesi fa.

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