Terremoto, Coldiretti: «Emergenza grave»

«Sono circa 50 mila gli ettari a rischio per le semine autunnali di cereali se non verranno garantite le scorte»

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di Coldiretti Umbria

Sono circa 50mila gli ettari a rischio per le semine autunnali di cereali se non verranno garantite le scortedi frumento, orzo, avena e farro necessarie per coltivare un territorio vocato all’agricoltura e all’allevamento.

ColdirettiÈ quanto emerso tra l’altro dall’incontro degli agricoltori, pastori e allevatori della Coldiretti a Norcia e di Pieve Torina in provincia di Macerata, con il presidente nazionale Roberto Moncalvo accompagnato dall’unità di crisi della Coldiretti.

Tremila circa, le aziende agricole a rischio nei territori dei comuni di Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo colpiti con danni strutturali gravi nelle campagne dove c’è un’elevata significativa presenza di allevamenti. La densità delle aziende agricole nelle aree terremotate è quasi il triplo della media nazionale. I 2/3 della superficie agricola sono destinati a prati e pascoli per il bestiame, a conferma della centralità dell’attività di allevamento in questi territori. In Umbria sono circa un centinaio le stalle di dimensione economica rilevante in difficoltà.

L’agricoltura, tra manodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante all’occupazione e all’economia di quei territori, ma alimenta anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo che sostengono che il flusso turistico che, tra ristorazione e souvenir, è la linfa vitale per la popolazione. Le scosse mettono a rischio anche specialità conservate da secoli, dalla lenticchia di Castelluccio Igp al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito, dallo zafferano al tartufo, dal ciauscolo al prosciutto di Norcia Igp, che nell’insieme rappresentano un patrimonio culturale del Paese, oltre che economico ed occupazionale. Se della patata di Colfiorito si contano appena 60-70 ettari coltivati sono 140 quelli della lenticchia di Castelluccio mentre il prosciutto di Norcia Igp con una produzione di 2.350 tonnellate fattura oltre 50 milioni di euro.

Il Decreto per l’emergenza del sisma crea le condizioni per salvare i diecimila posti di lavoro a rischio nelle campagne terremotate con un aiuto per il mancato reddito sugli animali allevati dalle pecore ai bovini che è stato aumentato da 1 a 10 milioni, nonché anticipi sui contributi europei per far fronte alle esigenze di liquidità mentre verranno raddoppiate le 200 stalle mobili ed i 70 moduli abitativi previsti dai bandi regionali in dirittura di arrivo.

L’unità di crisi della Coldiretti ha avviato una mobilitazione che ha consentito la consegna di moduli abitativi, concimi, foraggi e sementi. Il progetto della Coldiretti per valorizzare e difendere nella ricostruzione l’identità dei territori colpiti è stato sostenuto da una rete di solidarietà con la collaborazione della cooperativa Grifo Latte che, nonostante le difficoltà, ha garantito continuità nel ritiro e nella trasformazione del latte mentre l’Associazione Italiana Allevatori (AIA), sulla base delle richieste, ha consegnato carrelli per la mungitura e generatori di corrente e i Consorzi Agrari d’Italia (CAI) sono impegnati a fornire cibo per l’alimentazione degli animali.

caciotta-solidarietaDa questa collaborazione è nata la caciotta della solidarietà, ottenuta con il latte raccolto dalle stalle terremotate da Amatrice a Norcia. Il sito www.campagnamica.it farmersforyou rappresenta peraltro il modo più semplice e sicuro per sostenere l’economia e l’occupazione acquistando prodotti tipici del territorio. Con il motore di ricerca è infatti possibile conoscere i mercati degli agricoltori, le fattorie e le botteghe dove poter comprare il vero made in Italy agroalimentare dei comuni delle aree colpite dal sisma che è possibile verificare personalmente. Per aiutare le aree rurali è anche attivo uno specifico conto corrente denominato “COLDIRETTI PRO-TERREMOTATI” (IBAN: IT 74 N 05704 03200 000000127000) dove indirizzare la raccolta di fondi.

Ora occorre una corsa contro il tempo anche per dare la possibilità agli allevatori di stare vicino ai propri animali con container, roulotte o moduli abitativi ma servono anche ricoveri sicuri per il bestiame con stalle, fienili e casolari lesionati, distrutti o inagibili. La ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento.

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