Trafomec, la protesta arriva in prefettura

Sono un centinaio, gli ex ex lavoratori della Trafomec dei siti di Tavernelle e Fabro, e la loro drammatica situazione è stata portata all’attenzione del prefetto di Perugia.

«Promesse non mantenute» Ai lavoratori, hanno ricordato i sindacalisti, «a fronte del licenziamento era stato garantito un incentivo all’esodo di 8mila euro, mai ricevuto. I lavoratori e le organizzazioni sindacali – che hanno anche dato vita ad un presidio molto partecipato sotto la prefettura – chiedono l’intervento del governo nazionale, visto che questa situazione rischia ormai di generare tensioni fortissime, che possono sfociare anche in problemi di ordine pubblico. Sono tanti infatti i nuclei familiari che versano ormai in situazioni drammatiche; nuclei monoreddito, con due o più figli, che possono contare in questa fase soltanto sull’assegno di mobilità, ovvero su 700 euro al mese.

L’impegno I rappresentati della prefettura di Perugia hanno annunciato l’impegno a sottoporre alla presidenza del consiglio, al ministero dello sviluppo economico e, per conoscenza, alla Regione dell’Umbria, un documento nel quale evidenziare la gravità della situazione in essere. Al contempo la prefettura si è impegnata a sollecitare il tribunale di Milano, sede legale dell’azienda, per facilitare il superamento degli ostacoli di carattere legale denunciati dalla proprietà.

I sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Ugl terranno martedì 3 febbraio le assemblee con i lavoratori ai quali verranno proposte ulteriori e più dure iniziative di lotta: «La presenza dei tanti lavoratori al presidio odierno, semmai ce ne fosse stato bisogno, ci dà ulteriore sostegno e spinta a proseguire questa battaglia di giustizia, legalità e diritto – commenta Cristiano Alunni, della Fiom Cgil di Perugia – siamo intenzionati dunque a percorrere tutte le strade possibili, tra le quali anche quella che ci porterà a Milano, con una delegazioni di lavoratori, a confrontarci con il curatore fallimentare di Trafo Italia, sempre nella prospettiva di vedere riconosciuti i contenuti dell’accordo siglato».

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