«Truffata, ho perso 5 mila euro di gioielli»

Terni, il racconto di Daniela Moscatelli a ‘La Vita in Diretta’: «Suo figlio ha avuto un incidente, deve pagare la cauzione». Otto arresti dell’Arma

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Continua a far parlare di sé l’indagine – eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo di Terni e coordinata dal procuratore Alberto Liguori – denominata ‘Mai peggio’ e che, lo scorso gennaio, aveva portato all’arresto di otto persone in relazione ad oltre trecento truffe messe in atto nei confronti, soprattutto, di persone anziane in tutta Italia.

La testimonianza

Giovedì pomeriggio la trasmissione di Rai Uno ‘La Vita in Diretta’ – condotta da Tiberio Timperi e Francesca Fialdini, in studio anche Salvo Sottile (‘Mi Manda Rai Tre’) – si è occupato di uno di questi casi, relativo alla professoressa ternana Daniela Moscatelli. La donna ha raccontato come la banda sia riuscita a sottrarle gioielli per un valore compreso fra i 4 mila ed i 5 mila euro. Agendo con scaltrezza e senza alcuno scrupolo.

«Suo figlio ha investito una donna»

«Un giorno, era  l’ora di pranzo – ha detto Daniela Moscatelli – al telefono di casa è arrivata la chiamata di un uomo che, qualificatosi come avvocato, mi informava che mio figlio aveva investito una donna sulle strisce pedonali e si trovava in stato di fermo presso la caserma di carabinieri. ‘Gli hanno tolto il cellulare e sequestrato l’auto’, ha spiegato questo avvocato. Io mi sono fidata perché ha anche aggiunto: ‘Se vuole più dettagli chiami i carabinieri’».

La ‘telefonata’ ai carabinieri

Così, dopo aver abbassato il telefono, ho composto il 112 e dall’altro capo mi ha risposto un non meglio precisato maresciallo che ha confermato tutto. ‘Per far uscire suo figlio dai guai deve pagare una cauzione di 7 mila euro’. Ma io – ha raccontato l’insegnante, in pensione – quei soldi non li avevo con me in casa. ‘Allora vanno bene anche ori e gioielli’. E ho detto di sì». Vale la pena ricordare come, senza abbassare il telefono, i truffatori tengono aperta la linea e fanno credere all’interlocutore di aver effettuato un’altra chiamata.

«Nessuna vergogna»

Così il finto carabiniere si è presentato poco dopo presso la sua abitazione, incassando la ‘cauzione’ e facendo perdere le proprie tracce. «Solo dopo ho capito di essere stata truffata». Un racconto analogo a tanti altri finiti all’interno dell’inchiesta ‘Mai peggio’ dell’Arma ternana. «Lei non deve farsene una colpa né vergognarsi – l’ha confortata Tiberio Timperi – ma è bene che si sappia che i carabinieri non sono esattori e non prendono soldi né preziosi». I responsabili del raggiro sono stati arrestati ma il bottino, ormai, era finito chissà dove.

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