Umbria, a spasso i ‘precari del terremoto’

Cgil di Perugia sul piede di guerra: «Trentadue persone senza prospettive: le istituzioni – tutte – devono fare la propria parte»

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Appello della Cgil Umbria per le 32 persone assunte dopo il grave terremoto del 1997 – impegnate nelle pratiche post-sisma – che lo scorso marzo si sono viste interrompere i contratti con la pubblica amministrazione, con il conseguente accesso alla disoccupazione. «Le istituzioni – chiede la Cgil dell’Umbria – devono fare la loro parte per risolvere questa pesante vicenda».

A casa Il sindacato li chiama ‘i precari del secolo scorso’ visto che l’assunzione risale al 1997, nel periodo post-sisma. «Questi lavoratori – afferma la Cgil – hanno perso una quota importante del proprio reddito, già di per sé non certo elevato, e con una prospettiva inesistente, fatta di alcuni mesi di disoccupazione e basta».

Nessuna prospettiva «Su nostra richiesta – afferma Ivo Ceccarini della Fp Cgil di Perugia – nei mesi scorsi si è avviato un tavolo con la Regione, i comuni interessati (Nocera Umbra, Valtopina, Vallo di Nera e Monte Santa Maria Tiberina, ndR) e l’Anci, per trovare una soluzione strutturale a questa annosa vicenda. Ma a due mesi di distanza non vediamo ancora concretizzarsi soluzioni credibili per i 32 precari».

L’accordo di programma «È indispensabile che i Comuni direttamente interessati facciano fino in fondo la loro parte – afferma Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia – e che si dia attuazione allo strumento dell’accordo di programma tra gli enti locali, come previsto dalla legge regionale 2 del 2003, che può consentire di trovare spazi per la stabilizzazione di questi lavoratori».

Protesta in vista La Cgil chiede inoltre, anche attraverso il coinvolgimento delle sue strutture nazionali, che «il governo centrale intervenga a livello normativo per rimuovere gli ostacoli attualmente esistenti alla soluzione di questa annosa e ormai inaccettabile vicenda. Nel caso in cui non arrivassero le risposte necessarie in tempi rapidi – concludono Ciavaglia e Ceccarini – la Cgil, insieme ai lavoratori interessati, è pronta a mettere in campo nuove iniziative di mobilitazione e di lotta».

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