Umbria, fiori e piante ‘star’ negli Stati Uniti

Città di Castello protagonista di una storia raccontata da un giornale americano – ‘La voce di New York’ – con grande partecipazione

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A volte succede. Per scoprire cose che sono a portata di mano, si deve – magari virtualmente – fare il giro del mondo. E così capita di leggere in rete – su ‘La voce di New York‘ – una storia che racconta di un’Umbria che non tutti conoscevamo.

dsc_0133-1280x854La passione «Ogni primavera – scrive ‘La voce di New York‘ – alberi ormai dimenticati rifioriscono nel giardino di Isabella Dalla Ragione, un luogo fuori dal tempo dove i frutti hanno forme inusuali e odori autentici. Si nascondevano in giardini di antiche famiglie nobiliari, orti abbandonati, poderi di conventi e abbazie. In luoghi come questi Isabella Dalla Ragione, agronoma, si è spinta per ritrovare le radici di un patrimonio millenario che stava per essere perduto per sempre. Lo ha fatto seguendo gli indizi contenuti in antichi documenti, nelle edicole votive, negli affreschi e nelle memorie di anziani contadini».

isabelladallaragione-620x430La storia Nel 1960, spiega il giornale statunitense, «Livio Dalla Ragione, antropologo e pittore, decise di lasciare Roma per tornare nella sua terra d’origine: l’Umbria. Qui (a Citta di Castello; ndr) comprò una chiesa sconsacrata con accanto la canonica, abbandonate dall’ultimo prete nel ’46 perché “diceva che arrivare qui era troppo scomodo”, racconta Isabella davanti al grande camino acceso. “Tutti dicevano a mio padre che era un matto a voler comprare un rudere invece di una bella casa nuova in città”. Livio, ex capo partigiano, era convinto che la memoria storica del proprio borgo andasse preservata. Così iniziò a raccogliere oggetti e mobili di cui tutti volevano disfarsi perché vecchi. Ma per Livio quelle non erano solo “cose” da buttare. Ognuna di loro aveva qualcosa da raccontare. “A un certo punto mio padre volle andare oltre e ricostruire anche le storie della vita rurale umbra e dei suoi protagonisti. Una vita simboleggiata dagli alberi da frutto”».

Le piante In questo modo, si legge ancora su ‘La voce di New York‘, «è iniziata una ricerca insaziabile, che ha dato vita a una nuova disciplina: l’archeologia arborea. Ad accompagnarlo nelle sue indagini per tutta l’Umbria era la piccola Isabella che, diventata agronomo, ha apportato alla ricerca antropologica del padre un importante contributo tecnico. Man mano che la storia di ogni singola pianta da frutto veniva riscoperta, questa era poi innestata nel loro giardino che oggi vanta ben 150 varietà da frutto tipiche della sola Umbria, come la ciliegia limona, una ciliegia gialla ritrovata a Gubbio. Così, a seconda della stagione, da oltre cinquant’anni le susine scosciamonaca, le pesche sanguinelle e le pere cannella crescono sui rami degli alberi di questo strano orto. “Vengono dei turisti soprattutto dall’America, dall’Australia, dal Belgio e dalla Germania  – spiega Isabella – ma si tratta per lo più di esperti e studiosi. In una regione che ha puntato tutto sulla sua immagine di cuore verde d’Italia, bisognerebbe dare più spazio alle varietà locali. Perché i colori, i sapori, i profumi di questi frutti – conclude Isabella – sono una parte fondamentale della tradizione umbra”».

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