Umbria, musei giù: pesa ‘l’effetto sisma’

Il Mibact conta cinque milioni di visitatori in più su scala nazionale. Le zone colpite dal terremoto – Lazio a parte – fanno eccezione

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Crescono fra il 2016 e il 2017 i visitatori dei musei statali italiani (quasi 5 milioni in più, da 45.383.873 a 50.103.996) e i relativi incassi (+ 20 milioni di euro), ma non nelle zone più colpite dai terremoti del centro Italia, Umbria in testa.

Umbria giù I dati forniti dal Mibact dicono infatti che l’Umbria è passata da 260.034 visitatori nel 2016 a 246.212 nel 2017 (-5,32%) e lo stesso trend hanno seguito le Marche (da 519.241 a 496.988 con un -4,29%) e l’Abruzzo (139.382 nel 2016 contro 122.718 nel 2017, per un pesante -11,96%). Di contro il Lazio, trascinato da Roma, fa registrare un vero e proprio boom (2 milioni e 700 mila visitatori in più, pari al 13,44%).

Sul podio delle regioni con il maggior numero di visitatori il Lazio (23.047.225), la Campania (8.782.715) e la Toscana (7.042.018). I tassi di crescita dei visitatori più elevati sono stati registrati in Liguria (+26%), Puglia (+19,5%) e Friuli Venezia Giulia (15,4%).

Chi va forte Anche quest’anno i cinque luoghi della cultura statali più visitati d’Italia – nessuna struttura umbria nella ‘top 30’ – sono il Colosseo (oltre 7 milioni di visitatori), Pompei (3,4 milioni), gli Uffizi (2,2 milioni), la Galleria dell’Accademia di Firenze (1,6 milioni) e Castel Sant’Angelo (1,1 milioni). Nella Top 30 i tassi di crescita più sostenuti sono stati registrati da Palazzo Pitti (+23%) e da quattro siti campani: la Reggia di Caserta (+23%), Ercolano (+17%), il museo archeologico di Napoli (+16%) e Paestum (+15%). A seguire i musei Reali di Torino (+15%) e il Castello di Miramare di Trieste (+14%). Significativa crescita in classifica per la pinacoteca di Brera (+7 posizioni), Palazzo Pitti (+5 posizioni), dei musei reali di Torino (+4 posizioni) e l’ingresso in classifica, per la prima volta, di Villa Adriana e del museo di Capodimonte.

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