«Umbria non è drogata da spesa pubblica»

Convegno a palazzo Donini per illustrare i dati dei conti pubblici regionali. Il 50% della spesa è per la sanità, 230 milioni dai fondi europei

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È stata di circa 14 miliardi di euro la spesa totale consolidata, realizzata dal sistema pubblico allargato di cui fanno parte amministrazioni centrali, locali, regionali, imprese pubbliche locali e nazionali, nel decennio 2005-2015 in Umbria. Di questi, oltre 2 miliardi di euro in conto capitale sono stati spesi per investimenti, che rappresentano circa il 15% del totale. Nello stesso periodo, la spesa totale consolidata è diminuita in media dello 0,4%, mentre aumenta al centro (0,9%) e in Italia (0,5% circa). Una riduzione, questa, dovuta ad un deciso calo della spesa in conto capitale (-4% circa) e che è stata in media più consistente dal 2009 al 2012 (-1,3%), negli anni della crisi economica, e più contenuta negli anni precedenti (2005-2008).

L’incontro a palazzo Donini

L’incontro Sono questi alcuni dei dati dell’analisi della spesa pubblica negli ultimi dieci anni in Umbria illustrati nel corso di un incontro su ‘Gli investimenti pubblici dei comuni in Umbria e il contributo dei Fondi europei, con particolare riferimento ai fondi del Por Fesr’ che si è svolto mercoledì a palazzo Donini, organizzato nell’ambito delle tematiche inerenti al Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale dell’Umbria, al quale hanno preso parte gli assessori regionali all’Agricoltura, Cultura e Ambiente Fernanda Cecchini e alle Riforme e Innovazione Antonio Bartolini. Presenti sindaci, rappresentanti di associazioni di categoria e organizzazioni sindacali.

Spesa pro capite Il documento illustrato, che fornisce attraverso la lettura dei flussi finanziari pubblici derivanti dalla banca dati del sistema conti pubblici territoriali un’analisi delle diverse componenti della spesa consolidata (totale, in conto corrente e in conto capitale), come ha sottolineato il direttore regionale alla programmazione Lucio Caporizzi «sfata alcuni luoghi comuni quali il fatto che l’economia umbra sia ‘drogata’ dalla spesa pubblica, visto che la spesa procapite è inferiore alla media nazionale». La spesa totale consolidata procapite del sistema pubblico allargato in Umbria ammonta infatti in media nel periodo 2005-2015 a 15.795 euro pro capite, rispetto ai 19.646 del centro e ai 16.471 dell’Italia. Questa spesa, nel periodo preso in considerazione, si riduce in Umbria in media di circa lo 0,9%, rispetto ad un incremento del dato nazionale e del Centro di circa lo 0,1%.

L’assessore Bartolini

Politiche sociali e sanità Quanto ai macrosettori d’intervento della spesa, emerge una forte polarizzazione della spesa totale sulle politiche sociali e della sanità che in Umbria assorbono più del 50% della spesa. Anche per quanto riguarda la spesa in conto capitale, c’è una concentrazione dei due terzi nei macrosettori delle politiche sociali, attività produttive e opere pubbliche, mobilità. Circa il 90% della spesa di investimento del macrosettore delle politiche sociali riguarda la previdenza.

Comuni La seconda parte del lavoro è incentrata sull’analisi della spesa per investimenti dei Comuni in Umbria, con una particolare attenzione agli investimenti dei Comuni finanziati dalla Regione con i principali programmi cofinanziati dall’Unione Europea e dallo Stato. Nel decennio di riferimento, dal 2005 al 2015, la spesa per investimenti dei comuni in Umbria è stata pari a 1.374 milioni di euro ed è diminuita dell’82% passando da 739 milioni del 2005 a 148 milioni del 2015. La diminuzione di capacità di investimento dei comuni è dovuta essenzialmente alla forte riduzione dei trasferimenti dello Stato e dal pressoché totale blocco del ricorso all’indebitamento. Nonostante questo crollo della spesa, l’Umbria mantiene un livello procapite di investimenti superiore alla media italiana.

L’assessore Cecchini «Un confronto su dati concreti – ha detto l’assessore Cecchini, sottolineando l’incidenza dei fondi comunitari per l’attuazione delle politiche di sviluppo regionale – che ci permettono una lettura più attenta e una valutazione dell’efficacia degli investimenti pubblici che si aggiunge a quella che misuriamo attraverso altri strumenti». «Se consideriamo la spesa per investimenti dei Comuni, che nel decennio preso in esame è diminuita di oltre l’80 per cento – ha rilevato entrando nel merito dello studio -, poiché il livello dei servizi non è arretrato, si vede come il sistema regionale si stia attrezzando per evitare di poggiare esclusivamente sulla spesa pubblica. Avere un quadro chiaro sulla spesa pubblica e su come i fondi europei, insieme alle risorse regionali e nazionali, concorrano alla competitività dei nostri territori, è basilare se vogliamo essere all’altezza delle sfide di crescita e sviluppo sostenibile che ci siamo posti».

Fondi europei In particolare, nel periodo 2010-2015, gli investimenti dei comuni finanziati dalla Regione con i principali programmi cofinanziati dall’Unione Europea e dallo stato – tra cui il Programma operativo regionale Fesr 2007-2013, quello attuativo regionale fondo aree sottoutilizzate Fsc 2007-2013, il Programma di sviluppo rurale Psr 2007-2013 e il Programma parallelo della Regione Umbria – ammontano a 230 milioni di euro che rappresentano quasi il 17% della spesa in conto capitale sostenuta dai comuni nei sei anni di riferimento. Gli interventi realizzati sono relativi a infrastrutture di collegamento per l’ambiente, interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, interventi per l’efficientamento energetico di edifici pubblici ed infine per la riqualificazione dei centri urbani.

Ambiente Un ulteriore approfondimento ha riguardato gli investimenti dei comuni cofinanziati dal Por Fesr 2007-2013, sempre nel periodo 2010-2015. Sono stati finanziati interventi per circa 75 milioni di euro che hanno permesso la realizzazione di 90 milioni di investimenti nei settori dell’ambiente e prevenzione dei rischi (circa 19 milioni di euro di contributi), efficienza energetica (circa 15 milioni di euro di contributi) e riqualificazione delle aree urbane (circa 41 milioni di euro di contributi. Dopo il 2015, i finanziamenti messi a disposizione dei Comuni con il Programma operativo Fesr 2014-2020 sono in discreto aumento, passando da circa 80 milioni a 120 milioni che dovrebbero attivare 134 milioni di investimenti in interventi che riguardano E-government, smart buildings, valorizzazione delle aree naturali, valorizzazione dei beni culturali, agenda urbana e prevenzione sismica.

Sviluppo regionale Nel concludere l’incontro, l’assessore regionale Bartolini ha evidenziato che «ben vengano i dati del sistema Conti pubblici territoriali, non abbastanza conosciuti e valorizzati, che fanno emergere il trend delle scelte politiche e possono aiutare a correggerle dove necessario. Nei prossimi mesi i temi del regionalismo e delle risorse saranno al centro dell’agenda politica ed auspichiamo una inversione di tendenza rispetto alla situazione attuale. Come Regione Umbria – ha affermato – intendiamo condurre una battaglia per rivendicare maggiore autonomia nei settori cruciali per far leva sullo sviluppo regionale: quello della salute, dove siamo Regione di riferimento per la definizione dei costi medi standard in sanità, il paesaggio e il patrimonio culturale, il sapere della conoscenza e tutto il tema della protezione civile, della prevenzione sismica e della rigenerazione urbana, in cui abbiamo una tradizione e un’esperienza molto avanzata». 

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