Umbria: «Precari non solo in Regione»

Filcams, Fisascat e Uiltucs: «Ok accordi per stabilizzazione dipendenti pubblici, ma ci sono anche Umbria Salute e Umbria Digitale»

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di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil Perugia e Umbria

Abbiamo salutato con piacere gli accordi tra sindacato e Regione per la stabilizzazione dei dipendenti pubblici, precari della Regione stessa e della sanità. Allo stesso tempo però è necessario ricordare che esistono altri precari, legati alle leggi che bloccavano le assunzioni dei dipendenti pubblici e che ora possono anzi debbono essere stabilizzati.

Parliamo delle molte decine di lavoratori interinali di Umbria Salute, società di proprietà delle aziende sanitarie dell’Umbria, che lavorano da anni e non possono essere stabilizzati a causa di una legge regionale che va cambiata e di alcuni effetti del decreto Madia.

Ma le problematiche da affrontare su Umbria Salute sono anche altre, dal assetto dirigenziale, alla Cras (la centrale unica degli acquisti in sanità, e probabilmente coinvolta nella ricostruzione delle zone colpite dal terremoto), alle prospettive per il futuro, eccetera. Per questo abbiamo chiesto all’assessore Barberini un incontro che a questo punto va allargato alla proprietà. E chiediamo di farlo al più presto, perché l’unica cosa che non sarebbe accettabile è di alimentare la sensazione che i lavoratori delle azienda di proprietà pubblica, sono come al solito figli di un dio minore.

Lo stesso discorso, seppure in un contesto certamente diverso, vale per gli interinali di Umbria Digitale, altra società di proprietà pubblica, in questo caso direttamente della Regione, che hanno altrettanto diritto alla stabilizzazione. In questo caso l’assessore di riferimento è Antonio Bartolini al quale pure chiederemo un incontro per le stabilizzazioni, ma anche per affrontare la questione degli intrecci tra le due società e quindi per le prospettive complessive dell’azienda.

Umbria Salute e Umbria Digitale sono un patrimonio di questa regione e la legge di riordino fatta alcuni anni fa è stata lo strumento che ha consentito di superare le trappole delle spending review che si sono succedute. Questo patrimonio di competenze e professionalità rivolte all’innovazione va ora preservato perché può rappresentare uno degli strumenti utili per la ripresa della nostra regione.

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