Umbria, tasse stabili e nuovi investimenti

Presentato il Documento di economia e finanza della Regione: risorse per 53 milioni di euro in tre anni per lo sviluppo. Marini: «Bilancio sano»

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Risorse concentrate prevalentemente nelle politiche economiche e di sviluppo, con la possibilità di fare investimenti nel triennio per oltre 53 milioni di euro, di cui 16 già nel 2019, in seguito all’accordo tra Regioni e Governo per sostenere quattro ambiti di investimenti pubblici (opere legate al dissesto idrogeologico e al governo del territorio, viabilità, edilizia sanitaria, imprese): sono le principali novità del Documento di economia e finanza della Regione Umbria 2019-2021 (Defr) presentato martedì, insieme alla relativa manovra di bilancio, dalla presidente della giunta regionale Catiuscia Marini ai soggetti della concertazione socio economica e istituzionale. Con lei anche gli assessori regionali, che hanno illustrato in dettaglio le parti di loro competenza.

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Soddisfazione

«È evidente – ha sottolineato la Marini – che questa mole di investimenti che deriva anche dagli avanzi del bilancio della Regione permetterà di sostenere il sistema economico e soprattutto un settore come quello dell’edilizia che è stato fortemente penalizzato in questi anni. È una ripartenza molto significativa degli investimenti pubblici, anche per aggredire criticità che sul territorio abbiamo come la manutenzione straordinaria della viabilità e quella del dissesto idrogeologico e della prevenzione in questo ambito. Si tratta – ha aggiunto la presidente – di un bilancio sano che non impone nessuna variazione della tassazione che non ha alcun inasprimento fiscale e che presenta una cornice espansiva molto positiva». Sui tempi di approvazione dei provvedimenti già preadottati dall’esecutivo, la presidente ha annunciato che in settimana ci sarà l’approvazione della giunta regionale a cui seguirà la discussione nelle commissioni consiliari. Il pacchetto dovrebbe chiudersi con la definitiva approvazione dell’assemblea legislativa entro il 20 dicembre.

Le cinque aree

Il documento – che mira a promuovere la crescita e la competitività dell’Umbria in tutte le sue componenti – ricalca la struttura del precedente, articolandosi in cinque aree su cui declinare le politiche di sviluppo regionali: istituzionale, economica, culturale, territoriale, sanitaria e sociale, con una forte integrazione fra attività programmate e risorse finanziarie, ovvero tra la dimensione strategica e quella più strettamente di bilancio, anche tenendo conto della progressiva riduzione di risorse statali derivanti dai provvedimenti nazionali di taglio della spesa e di pareggio di bilancio. Non manca un’ampia parte dedicata alla emergenza sisma alle previsioni ed al sostegno della ripresa.

Tasse invariate

Come avvenuto per le precedenti annualità la manovra di bilancio del Defr 2019 si caratterizza per nessun aumento della pressione fiscale ed il mantenimento delle agevolazioni fiscali esistenti, a ciò si aggiunge: previsione delle entrate secondo il criterio di cassa per i tributi e di competenza per i canoni e altri gettiti; contenimento e riduzione delle spese correnti e di funzionamento per favorire la riqualificazione della spesa regionale a favore degli investimenti da realizzare nel triennio; riprogrammazione delle quote di cofinanziamento regionale per la programmazione comunitaria 2014-20 per garantire il conseguimento dei target intermedi di spesa dei programmi; riduzione ulteriore del livello di indebitamento con ricorso a nuovo debito per importi inferiori alle quote capitale previste per il rimborso annuale del debito contratto.Nel prossimo triennio si prevede che il livello di indebitamento della Regione Umbria rimarrà molto basso e comunque in riduzione, confermandosi a livelli inferiori al 25% delle entrate regionali. Il servizio del debito è ampiamente sostenibile mantenendosi a livelli non superiori al 2% delle entrate correnti.

Le infrastrutture

Quanto agli indirizzi della programmazione regionale evidenziati nel documento, vengono individuati anche i temi dell’ambiente come elemento di sviluppo, grazie all’ introduzione dei principi della economia circolare nei processi, e delle infrastrutture sia digitali che stradali. Su questo ultimo punto, viene evidenziato dalla Regione che «le grandi trasversali di collegamento con le Marche ed i corridoi intermodali dell’Adriatico aprono una porta verso i Balcani e l’Oriente e, insieme al completamento della Orte-Civitavecchia, portano quasi a completamento la trasversale Tirreno-Adriatico, specie se troveranno spazio in futuro la Tre Valli e l’adeguamento della Flaminia. Allo stesso modo l’adeguamento della E45, l’interconnessione con le dorsali dell’alta velocità, l’infrastruttura ferroviaria regionale di collegamento tra Terni e Perugia, lo sviluppo dell’aeroporto, oltre ad altri interventi di scala subregionale dedicati alla logistica ed alla loro connessione con il sistema ferroviario, rappresentano programmi di intervento fondamentali per ampliare la competitività e la produttività del sistema Umbria».

Il post-sisma

A ciò si aggiunge il tema della sostenibilità del welfare regionale, che «continua ad essere uno dei punti di forza del vivere in Umbria, nonostante la progressiva riduzione di risorse pubbliche disponibili per il welfare (ed in particolare, per le politiche sociali, al netto del contributo che deriva dal FSE) e l’invecchiamento della popolazione». Relativamente alle misure legate al sisma, il 2019 vedrà la conclusione di tutte le azioni di assistenza alla popolazione e censimento danni avviate a partire dal sisma del 2016. Verranno, inoltre, proseguite le attività legate alla rimozione delle macerie e alla rendicontazione delle spese della fase di emergenza che è stata ulteriormente prorogata per tutto il 2019. Va considerato che l’Asse 8 del Por Fesr 2014-2020 prevede una dotazione finanziaria pari a 56 milioni di euro (pari al 13,6 % delle risorse totali del Por) da utilizzare per la ‘prevenzione sismica e sostegno alla ripresa dei territori colpiti dal terremoto’. Per quanto riguarda il processo di ricostruzione avviato nei territori interessati in questi due anni, complessivamente nelle quattro regioni dal censimento dei danni si stimano in oltre 65.000 le pratiche che saranno presentate (danni lievi, danni gravi sia agli insediamenti residenziali che produttivi).

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