Valanga sull’albergo, sei persone indagate

Il 18 gennaio una valanga travolse l’hotel Rigopiano di Farindola – tra le 29 vittime anche Alessandro Riccetti di Terni – e i magistrati chiedono il processo

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L’accusa è pesante: omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Ad essere indagati sono il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, il dirigente delegato alle opere pubbliche Paolo D’Incecco, il responsabile della viabilità provinciale Mauro Di Blasio, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e il geometra comunale Enrico Colangeli. Il direttore del resort, Bruno Di Tommaso, è invece indagato anche per la violazione dell’articolo 437 del codice penale, che punisce l’omissione del “collocamento di impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro”.

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La strage I sei sono finiti sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Pescara dopo che il 18 gennaio una valanga ha ucciso 29 delle 40 persone presenti nell’albergo Rigopiano di Farindola: secondo l’accusa quelle persone – tra di loro c’era anche il 33enne ternano Alessandro Riccetti, che il quell’hotel lavorava – sarebbero rimaste bloccate dai due metri di neve che ostruivano l’unica strada che collegava l’albergo con il il fondo valle e che – secondo i magistrati Cristina Tedeschini e Andrea Papalia – doveva invece essere praticabile.

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Le accuse Secondo i carabinieri forestali di Pescara, la Provincia doveva garantiree pulizia e percorribilità della strada, soprattutto perché nel ‘Piano neve’ quel tratto veniva indicato come “strategico”. E il pomeriggio del 17 gennaio una pattuglia della polizia provinciale avrebbero scortato otto macchine di clienti fino al resort, nonostante le condizioni meteo sconsigliassero la salita. Il sindaco, invece, secondo i magistrati  avrebbe dovuto emettere un’ordinanza di sgombero dell’hotel Rigopiano per “pericolo incombente”.  

Il sindaco «E’ un atto giudiziario dovuto, ho la massima fiducia nella magistratura che saprà ricostruire il quadro delle responsabilità – commenta il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta – e anzi auspico un rapido iter processuale e l’approfondimento analitico di tutti gli altri filoni, affinché sia fatta chiarezza e resa giustizia alle vittime e ai familiari».

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