Terni, omicidio Livi: «Giustizia è fatta»

Ad un giorno dalla sentenza il Comune e le associazioni esternano le loro sensazioni

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di Fra.Tor e F.T

Un triste libro, quello che ogni giorno vede aggiungersi una pagina nuova e che parla di violenze sulle donne, vittime inermi di una furia che esplode fra le mura domestiche o in un buio parcheggio di campagna. Nell’intimità della camera da letto o sulla porta di casa, quando a bussare è la persona con cui hai deciso di chiudere per sempre. E che non te lo perdona.

Pagine nere Con la condanna di Franco Sorgenti si è chiuso un altro capitolo. Lo stesso era accaduto a febbraio con Franco Rinaldi (49 anni), condannato in primo grado a 30 anni di reclusione per l’omicidio della moglie Giuseppina Corvi (43), uccisa a martellate nell’aprile del 2014 a borgo Rivo. Un mese dopo, a marzo, era stata la volta di Giuliano Marchetti (46): 16 anni di carcere, definitivi, per la morte dell’ex compagna Marianna Vecchione, ammazzata con un colpo di fucile sparato a bruciapelo. Di capitoli aperti ne restano altri, come quello di Franca Abumen, 27enne della Nigeria e costretta a prostituirsi per stare in Italia. Ad oggi il nome di chi l’ha strangolata senza pietà – era il 10 dicembre del 2012 – in una squallida piazzola di Stifone (Narni), non è stato ancora individuato. Pagine nere che qualcuno aveva già dimenticato ma che sono tornate di colpo alla memoria quando mercoledì pomeriggio il gip Massimo Zanetti ha letto il dispositivo: «Il tribunale condanna Franco Sorgenti alla pena di anni 18 di reclusione».

LA PAROLA ALLE ASSOCIAZIONI: L’INTERVISTA A SILVIA MENECALI

«Parole sessiste» Ad un giorno dalla sentenza «siamo ancora scosse», racconta Silvia Menecali dell’associazione ‘Libera…Mente donna’. «Le parole della difesa sono state molto dure nei confronti di Laura Livi, alla quale è stata assegnata la responsabilità della propria morte. Nei suoi confronti sono state utilizzate parole sessiste, che la descrivevano come una donna emotivamente instabile. Siamo sconcertate per l’atteggiamento fortemente provocatorio che gli avvocati della difesa del signor Sorgenti hanno adottato. E’ stata ancora una volta una violenza verbale gratuita, nei confronti di Laura e di noi tutte. Fortunatamente la famiglia non era presente e non ha dovuto ascoltare tali considerazioni».

Non era pentito Durante la sentenza «abbiamo visto Franco Sorgenti per nulla pentito del gesto compiuto. Un uomo che non ha mai chiesto perdono nemmeno alle proprie figlie per aver tolto la vita alla loro madre. Nonostante quest’uomo abbia ricevuto il massimo della pena inflitta, nessuno restituirà la vita a una donna che è morta per il solo fatto di essere donna e di essere una donna che voleva vivere ed essere libera».

Creato un precedente «Abbiamo sentito la vicinanza e il calore di una città che non accetta tutto questo. La giornata di mercoledì – dice ancora Silvia – sicuramente crea un precedente, segnando un passaggio molto importante per la città, perché per la prima volta il Comune di Terni e le associazioni femministe si sono costituite parte civile e perché il sindaco di Terni era presente al nostro presidio sotto il tribunale, auspicando il massimo della pena per quest’uomo».

Risarcimento «La nostra richiesta di risarcimento come parte civile – conclude – verrà investita nelle attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere che caratterizzano il nostro quotidiano, per evitare di doverci trovare ancora altre volte in tribunale a difendere la dignità di una donna come noi, uccisa perché voleva soltanto essere libera di vivere e libera di esistere».

IL COMMENTO DEL VICE SINDACO FRANCESCA MALAFOGLIA: IL VIDEO

«Giustizia è fatta» Il vice sindaco Francesca Malafoglia, presente in tribunale durante la sentenza al processo Livi, definisce la giornata di mercoledì «particolarmente significativa per la città perché giustizia è stata fatta». L’amministrazione comunale, per la prima volta, «si è costituita parte civile in un processo perché fatti come questo riguardano l’intera comunità». Mercoledì, inoltre, «è stato fatto un passo importante nell’accoglimento dell’istanza presentata dal Comune di Terni e dalle associazioni, ma ancora di più nel riconoscere un elemento simbolico di risarcimento che ci impegneremo a dedicare al contrasto alla violenza sulle donne».

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