Terni fra le 4 sorelle affette da ‘mal d’aria’

L’emendamento alla Legge di Bilancio proposto da Raffaele Nevi riguarda anche Torino, Brescia e Trieste: «Coniugare ambiente e sviluppo». Politica al lavoro

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Torino, Trieste, Brescia. E ovviamente Terni. Sono queste le quattro città italiane che, incrociando i criteri ipotizzati dall’emendamento alla Legge di Bilancio 2019 proposto dal deputato Raffaele Nevi (Forza Italia) e firmato da altri dieci parlamentari ‘azzurri’, potrebbero essere riconosciute come ‘aree ambientali complesse’ e beneficiare di importanti stanziamenti – l’ipotesi è di 80 milioni euro l’anno per tre anni – per migliorare la qualità dell’aria dei propri territori, in un’ottica di compatibilità con le produzioni industriali che le caratterizzano.

Raffaele Nevi

I quattro parametri

Nello schema messo a punto da Forza Italia vengono individuati quattro parametri per ottenere il riconoscimento di ‘area ambientale complessa’: un numero di abitanti superiore alle 100 mila unità, essere già inseriti fra le 35 realtà italiane che presentano sforamenti di inquinanti – come le Pm10 – superiori ai limiti di legge, la presenza di impianti industriali (produzioni di acciaio, di energia elettrica e trattamento dei rifiuti) strategici a livello nazionale e avere sul proprio territori un Sito di interesse nazionale (Sin) ai fini della bonifica. Terni li rispetta tutti, al pari delle citate Torino, Trieste e Brescia.

Gli interventi previsti

Il primo step è rappresentato dalla discussione dell’emendamento in commissione. Dall’approvazione all’istituzione di ‘aree ambientali complesse’ e, soprattutto, lo stanziamento di fondi ad-hoc, il percorso è certamente articolato e non semplice. Ma se l’obiettivo dovesse essere centrato, le relative risorse verrebbero indirizzate su interventi volti al miglioramento della qualità dell’aria: rottamazione di impianti di riscaldamento obsoleti, incentivi alla trasformazione di veicoli da Euro 3 a scendere, incentivi alle imprese mirati all’installazione di impianti a basse emissioni.

Gli aspetti politici

Un tempo – quando ancora Nevi non sedeva in parlamento – la proposta politica incentrata sull’istituzione di ‘aree ambientali complesse’ aveva ricevuto tanto apprezzamenti quanto critiche. In primis – era il caso del M5s – per il fatto che non c’era alcuno strumento di legge già pronto e disponibile: «Una critica fondata – afferma il deputato di Forza Italia – ma oggi la legge c’è ed è contenuta nel testo che abbiamo predisposto e che è aperto al contributo di tutti. C’è un dialogo serrato con la Lega, in Umbria lo abbiamo presentato al segretario Virginio Caparvi ed al sindaco Latini che si è detto entusiasta, che speriamo possa portarci lontano». Della questione è stata interessato anche il sottosegretario all’ambiente Vannia Gava: «So che il tema è in corso di valutazione ma sono fiducioso. Sono pronto anche a fare un passo indietro come primo firmatario, se dovesse servire ad approvare l’emendamento. Perché la coesistenza armonica di realtà produttive strategiche ed esigenze ambientali è un obiettivo che deve accomunare tutti, a prescindere dal colore politico. Questa conflittualità va disinnescata». La discussione, insomma, è aperta – «purché i contenuti non vengano snaturati», osserva Nevi – ed è seguita con interesse anche da associazioni di categoria e realtà produttive. «L’italia è sottoposta a procedura di infrazione comunitaria per la scarsità di interventi strutturali per migliorare la qualità dell’aria. Credo che un provvedimento come quello proposta possa inserirsi appieno su questo filone che rappresenta, ad oggi, un nervo scoperto del paese rispetto all’Europa.

Carlo Viola

«Primi a lanciare la proposta»

Soddisfazione per la presentazione dell’emendamento viene espressa anche da ‘Iniziativa Liberale’ che, attraverso l’avvocato Carlo Viola, ha sempre sostenuto l’ipotesi nel contesto delle proprie iniziative: «Siamo felici – osserva Viola – perché questa proposta nasce da un approfondimento studiato e poi presentato proprio da ‘Iniziativa Liberale’ durante il convegno sulla situazione ambientale della conca ternana tenutosi a Terni nel gennaio del 2017. Finalmente si tenta di dare dignità di norma ad un’idea che potrebbe essere il classico ‘uovo di Colombo’ per far compiere un balzo in avanti alla nostra città e puntare dritti allo sviluppo di un’industria sostenibile e al tempo stesso sul miglioramento delle condizioni di salute della popolazione residente. Troppo spesso le sacrosante ragioni dello sviluppo industriale hanno tralasciato le altrettanto sacrosante ragioni della salute dei cittadini. Ora, auspichiamo che tutte le forze politiche si uniscano e possano dare vita ad una norma nell’interesse del nostro territorio».

Francesco Ferranti

«Consiglio comunale in campo»

Anche il presidente del consiglio comunale di Terni, Francesco Maria Ferranti, plaude all’iniziativa: «L’emendamento alla Legge Finanziaria prevede la realizzazione di un fondo che stanzia 80 milioni di euro annui per tre anni, da destinarsi ad opere di riqualificazioni industriali in siti con caratteristiche specifiche e sono tutte caratteristiche che la città di Terni e il suo territorio hanno. Di certo ci rientrerà il nostro capoluogo e finalmente potremo affrontare le criticità ambientali del territorio, ad iniziare dalla bonifica della discarica di Valle. Questa proposta di legge nazionale va a superare totalmente anche le rimostranze che le minoranze, in particolare il Movimento 5 stelle, muovevano alla proposta di Forza Italia in Regione. Ritengo che ora il consiglio comunale di Terni dovrebbe cogliere l’opportunità, votando all’unanimità un atto di indirizzo che solleciti il governo nazionale, il ministero dell’Ambiente e i capigruppo alla Camera e al Senato a far sì che la proposta di legge diventi realtà. Non mancherò di attivarmi in tal senso già nella prossima conferenza dei presidenti che presiederò martedì 20 novembre».

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