Terni, madre-omicida: perizia psichiatrica

Udienza lampo del processo a Giorgia Guglielmi. Il compagno chiede un milione di euro di danni. Disposto l’esame per capire se la donna è in grado di stare in giudizio

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È iniziato lunedì pomeriggio a Terni – di fronte al gup Federico Bona Galvagno – il processo a carico di Giorgia Guglielmi, la 28enne ternana, originaria della frazione di Cesi, arrestata lo scorso 7 agosto su ordine del gip Natalia Giubilei per l’omicidio del piccolo dato alla luce e poi abbandonato il giorno stesso nel parcheggio del supermercato Eurospin di borgo Rivo. Era la sera del 2 agosto 2018 e ad accorgersi del neonato, ormai senza vita all’interno di una busta – da cui sarebbe stato poi ricavato uno scontrino decisivo per risalire alla madre – era stata una cliente dello store, impietrita dal terribile ritrovamento. Le successive indagini, condotte dal pm Barbara Mazzullo e dalla polizia di Stato, avevano fatto emergere le responsabilità a carico di Giorgia Guglielmi, che aveva poi ammesso il fatto, ribadendo però di aver fatto tutto da sola nella speranza che qualcuno si prendesse cura del figlio che lei non era in grado di mantenere.

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GIORGIA GUGLIELMI: «FREDDEZZA PERVICACE»

Tutto da sola

E in effetti secondo gli inquirenti – l’accusa è di quelle pesanti: omicidio volontario aggravato dal rapporto di discendenza – nessuno avrebbe condiviso con la 28enne il suo agghiacciante progetto, realizzato in piena solitudine, dapprima nascondendo la gravidanza. Poi fra le mura di casa, dando alla luce il piccolo assolutamente sano, e quindi poi facendosi accompagnare al supermercato dove, senza dare nell’occhio, aveva depositato la busta con il figlio ancora in vita, all’interno di un’aiuola adiacente il parcheggio. Lì era morto, fra il caldo soffocante e la mancanza delle minime cure necessarie per un bimbo nato da appena poche ore.

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Giorgia Guglielmi e l’avvocato Pressi

Perizia psichiatrica

L’udienza di lunedì è durata pochi minuti. In apertura il giudice ha accolto la richiesta di giudizio abbreviato, ‘condizionato’ all’esecuzione di una perizia psichiatrica come chiesto dalla difesa della Guglielmi. L’esame peritale – con le modalità dell’incidente probatorio – verrà eseguito dal dottor Massimo Di Genio, psichiatra dell’ospedale ‘San Filippo Neri’ di Roma, che riceverà formale incarico nell’udienza fissata per il prossimo 4 marzo.

Il compagno chiede i danni

Successivamente il compagno della donna – un muratore 27enne di origini albanesi, padre del bimbo morto e della figlia di due anni della coppia -, apparso molto nervoso in aula, si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Luca Leonardi. La richiesta di risarcimento danni è di un milione di euro da destinare – queste le intenzioni nel caso in cui il tribunale avalli l’azione civile nel contesto del processo – alla bimba.

In attesa di giudizio

Giorgia Guglielmi, che come detto è madre di una bimba di due anni con cui lo scorso Natale è stata autorizzata a trascorrere tre giorni presso la Caritas di Perugia, rischia fino 30 anni di reclusione. In questo senso sarà decisivo capire se l’accusa messa nero su bianco dalla procura ternana – e condivisa in toto dal gip che ad agosto l’aveva spedita nel carcere femminile di Perugia-Capanne – reggerà di fronte al tribunale. Il confronto fra le parti – la donna è difesa dagli avvocati Alessio Pressi e Attilio Biancifiori – si preannuncia serrato, pur partendo dal presupposto che la 28enne ha da tempo confessato l’assurdo gesto.

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