Crisi in Regione, minoranze scatenate

Occupato simbolicamente il consiglio regionale. Nuovo faccia a faccia Barberini-Marini: «Per ricucire lo strappo c’è ancora bisogno di tempo»

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L.P.

fiorini

La protesta del centro destra e liste civiche

Non solo candele e lumicini. Per protestare contro l’assenza ingiustificata del partito democratico che, dopo aver disertato l’ultimo consiglio regionale, martedì 1 marzo ha fatto saltare l’assemblea, tutti i componenti del centro destra e liste civiche hanno deciso di presentarsi ugualmente in aula e occuparla simbolicamente.

Foto, cartelli, striscioni. Per i consiglieri Fiorini e Mancini della Lega Nord il Pd, tutto, è assente ingiustificato. E lo è davvero se, nella nota diramata la settimana scorsa dalla presidente dell’assemblea Donatella Porzi giustificava il rinvio per «sopraggiunti e improrogabili impegni politici e istituzionali» dei consiglieri Chiacchieroni e Rometti. Gli stessi che proprio martedì mattina sono stati visti prendere il caffè e rilasciare interviste indisturbati a palazzo Cesaroni.

L’INTERVISTA A RAFFAELE NEVI – IL VIDEO

centro destra

Uno dei cartelli esposti

Nevi e Ricci Se, dunque, quella del prendere tempo e dei continui rinvii sembra essere la strategia della maggioranza, per il consigliere di Forza Italia Raffaele Nevi è «una strategia di corto respiro. Alla fine i nodi vengono al pettine, se non si torna a far lavorare questa aula in tempi brevi è bene che si torni alle urne, perché non oso immaginare quello che possa succedere per l’approvazione del bilancio, un documento complesso e importante in cui si sono sempre scontrate diverse visioni, figuriamoci in un momento come questo».«Siamo qui per i cittadini – commenta il consigliere Claudio Ricci l’unico che rimane a presidiare l’Aula anche quando i giornalisti se ne sono andati dopo aver scattato le foto di rito – oggi la giunta doveva essere qui in assemblea a dirci se è ancora in grado di governare la regione oltre che la sanità, che include tra il 70 e l’80 per cento del bilancio umbro».

L’INTERVISTA A CLAUDIO RICCI – IL VIDEO

Nomine e merito Secondo Ricci le nomine dovevano essere fatte in base ai curriculum e al merito, le stesse motivazioni che hanno portato l’ex assessore a dimittersi e, soprattutto, bisognerebbe introdurre un criterio che impedisca di occupare la stessa poltrone per più di 10 anni. «I cittadini hanno bisogno di risposte urgenti, in questi mesi abbiamo posto delle priorità, come ridurre i tempi di attesa per le file e gli esami sanitari, il centro unico regionale degli acquisti sanitari, perché più si acquista a livello centrale e più si risparmia. E poi ancora lo sviluppo tecnologico, con la cartella sanitaria digitale che farebbe risparmiare il 10 per cento complessivo e anche la realizzazione di un’unica azienda sanitaria e ospedaliera, con due sedi, Perugia e Terni».

L'ex assessore prima dell'incontro

L’ex assessore prima dell’incontro

Barberini E intanto la maggioranza continua a lavorare, sotto traccia, per ricomporre la frattura. Dopo l’ennesimo rinvio, quello della direzione del Pd prevista per lunedì sera e spostata a giovedì 3 febbraio, martedì, verso ora di pranzo, va in scena il nuovo faccia a faccia tra la Marini e l’ex assessore alla sanità Luca Barberini. «Il sole viene e va – si limita a commentare Luca Barberini appena prima di entrare a palazzo Donini – il tempo è variabile, non diamo nulla per scontato». Un sorriso sereno, il suo, come quello di chi sa che tra i due contendenti è lui a tenere il coltello dalla parte del manico. «Non ci interessano le poltrone – dichiara ancora oggi, a quasi due settimane di distanza dallo strappo che mai nessuno aveva osato prima – proviamo a ricomporre il gruppo all’unità e a rimetterci a lavorare per il bene dei cittadini umbri». Già, di lavoro da fare nelle prossime settimane ce n’è tanto. A cominciare dal Defr e dal bilancio che dovrà essere approvato entro metà marzo.

Il Pd prova a ricucire Prossime tappe, dunque, la riunione del gruppo Pd di mercoledì pomeriggio con un capogruppo, Chiacchieroni, che tenterà il tutto per tutto con una proposta complessiva che metta d’accordo le due anime del partito. E poi la direzione di giovedì sera, posticipata per non rischiare che qualcuno, ancora in preda ai fumi dello strappo consumato, potesse riferire in pubblico di nuove divisioni e schieramenti. La strada verso la ricomposizione, però, sembra ancora lunga e il segretario regionale del partito, Giacomo Leonelli, comincia ad essere sensibilmente provato. La giunta sicuramente tiene, nessuno ha voglia di tornare al voto così presto, ma il pericolo che possa essere una legislatura alquanto tormentata è dietro l’angolo. Il rischio anzi, al momento, l’unica certezza, è che nessuno si voglia spostare di un millimetro dalla propria posizione anche per non perdere la faccia. La strada, dunque, è ancora lunga. E i tempi cominciano ad accorciarsi.

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