Elettrocarbonium: «Pago in sterline»

Terni, Michele Monachino propone, per lo stabilimento di Narni, una fidejussione attraverso una banca di Londra: Sgl nicchia

Condividi questo articolo su

C’era il timore che, avendo convocato i sindacati in azienda, Michele Monachino annunciasse di voler chiudere tutto. Invece, ma qualcuno lo aveva intuito, ha fatto tutto il contrario: di fatto ha reso noto che accetta quello che gli è stato proposto, anche se nella lettera che ha inviato al Mise, alla Regione Umbria e al sindaco di Narni, fa sembrare che sia lui a dettare le condizioni.

Michele Monachino

Michele Monachino

Le condizioni Nella lettera inviata, ha fatto sapere Monachino, verrebbero indicate queste condizioni: «La cessione degli assets immobiliari ed industriali da parte di Sgl in liquidazione ad Elettrocarbonium al prezzo concordato nel gennaio 2015; trasferimento da parte di Sgl in liquidazione a favore di Elettrocarbonium delle somme, garantite da Elettrocarbonium, utili per effettuare i lavori di bonifica in continuità produttiva, secondo i valori approvati in conferenza di servizi; impegno di Elettrocarbonium a garantire la prosecuzione dell’attività aziendale con il progressivo riassorbimento della forza lavoro ed a rispettare, quindi, il requisito della bonifica in continuità; impegno di Elettrocarbonium a farsi carico di eventuali incrementi di costi correnti in relazione ai lavori già preventivati ed approvati dalla conferenza di servizi».

I tempi La chiusura del negoziato, è scritto nella proposta, «ove dovesse esservi l’accettazione di Sgl in liquidazione, dovrà essere perfezionata entro e non oltre la data del 19 febbraio 2016, termine ultimo per non compromettere definitivamente la continuità produttiva di Elettrocarbonium. Riteniamo si tratti di una proposta equilibrata che soddisfa tutte le parti, tesa al raggiungimento di una conclusione positiva del negoziato in atto. Auspichiamo che Sgl dia un riscontro positivo alla stessa e non impedisca la prosecuzione dell’operatività e lo sviluppo futuro dell’area industriale di Narni, rendendo vani tutti gli sforzi sin qui fatti».

Il retroscena Monachino, insomma, avrebbe detto di essere pronto a pagare i nove milioni di euro che era il prezzo stimato dalla multinazione e, quindi, di poter fornire una fidejussione immediata per almeno quattri milioni. Il problema sarebbe però in agguato: l’imprenditore pugliese vorrebbe utilizzare, come banca d’appoggio, un istituito di credito di Londra, ma la cosa non piacerebbe alla Sgl Carbon che, per accettare, chiede la garanzia del Mise. E tutto torna in discussione.

Seguono aggiornamenti

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli