Elettrocarbonium, Regione si defila

La nota: «Le istituzioni hanno chiesto a SGL ed Elettrocarbonium di valutare un’ipotesi di intesa per la soluzione della vicenda»

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La posizione della Regione Umbria, sulla questione Elettrocarbonium di Narni, sta tutta in una nota di quattro-righe-quattro, nella quale dice che «le istituzioni hanno chiesto a SGL ed Elettrocarbonium di valutare un’ipotesi di intesa per la soluzione della vicenda e di sospendere iniziative che possano pregiudicare la ricerca dell’accordo».

La presentazione della 'nuova' Elettrocarbonium

La presentazione della ‘nuova’ Elettrocarbonium

«Vedetevela voi» Facile la sintesi, visti gli scarni contenuti: la multinazionale, rappresentata dall’avvocato Marco Petrucci, il liquidatore, e Michele Monachino della Morex, che gestisce il sito, se la devono sbrigare tra di loro. Partendo dalla – dice – segreta proposta che ha messo a punto il governo.

Il compromesso Quello che il Ministero dello sviluppo eeconomico – ma di concerto con quello dell’economia – avrebbe proposto alle due parti in causa sarebbe il classico compromesso: i tedeschi dovrebbero ammorbidire il proprio atteggiamento, partendo dal presupposto che la così detta ‘manleva’ (la liberatoria tombale che vorrebbero, sborsando sette milioni per la bonifica in continuità) non sarebbe semplicmente proponibile; mentre la Morex dovrebbe mettere sul tavolo qualche garanzia concreta che autorizzi a credere alle promesse che, fino ad oggi, solo tali sono state.

L’ultimatum Un dato di fatto sarebbe, comunque, il superamento dell’ultimatum imposto dal liquidatore: la data di domenica 24, entro la quale era stato intimato ad Elettrocarbonium di sgombrare e restituire tutto l’ambaradan, non è più cerchiata in rosso sul calendario. Ma è chiaro che da lunedì si dovrà ragionare su altri basi. Più concrete. Ma la Regione si è già chiamata fuori.

 

Lettera Elettrocarbonium

La lettera contro i sindacati

Il sindacato La Uiltec Uil regionale, intanto, torna su un argomento spinoso: «E’ vivo il rammarico – dice il sindacato – nel constatare che la polemica creata nei giorni precedenti la riunione al Mise per la vicenda Elettrocarbonium, da un isolato gruppo di lavoratori, abbia ancora seguito anche attraverso i mezzi di informazione. Nel documento (nella foto a destra) partorito all’interno della fabbrica in maniera alquanto discutibile, si fa riferimento agli interessi di alcuni a far naufragare il progetto di reindustrializzazione perché interessati soltanto alla bonifica come opportunità per trarne profitto e interessi trasversali di organizzazioni sindacali nazionali nonché territoriali. Come Uiltec riteniamo doveroso ricordare a quel gruppo di lavoratori e non solo a loro, che ad oggi il progetto Morex se è ancora in atto è soltanto perchè le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali hanno firmato un accordo con Sgl che ha permesso la continuità produttiva del sito narnese. Senza quella firma non si sarebbero istituiti i successivi tavoli tecnici ed istituzionali ed oggi lo stabilimento sarebbe stato chiuso».

Michele Monachino

Michele Monachino

«Fuori le prove» Poi la Uiltec lancia la sfida: «Auspichiamo vivamente che questa squallida storia non finisca in una bolla di sapone ed invitiamo i firmatari di quel documento se convinti di quanto affermano, a fornire le prove a chi di dovere. Come Uiltec il nostro unico obbiettivo è quello di salvaguardare la continuità produttiva per gli elettrodi di grafite affinchè tutto il personale possa continuare il proprio lavoro e così come previsto dai precedenti accordi anche coloro ancora collocati in mobilità possano far rientro nel sito narnese».

Laffranco Il parlamentare umbro di Forza Italia, Pietro Laffranco, sulla vertenza ha presentato una specifica interrogazione alla Camera dei deputati: «Dopo la decisione di chiusura da parte della multinazionale Sgl – scrive Laffranco – il nuovo management ha presentato un nuovo piano industriale, impedendo la fine dello storico stabilimento narnese, riassumendo una settantina di lavoratori e rinviando a quest’anno il rientro degli altri quaranta. A seguito del vertice al Ministero dello sviluppo economico, il direttore generale si è impegnato a riconvocare il tavolo a seguito delle verifiche del Ministero dell’ambiente ed emerge sempre di più l’urgenza di procedere alla bonifica del sito, come condizione fondamentale per il salvataggio ed il rilancio del sito». Laffranco chiede quindi al Ministero dell’ambiente «quali azioni tampone intenda adottare, subito, per ovviare all’emergenza e quali strategie di lungo corso, per garantire sicurezza, non solo ambientale, ma anche e soprattutto sul piano lavorativo ed economico dell’area».

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