Perugia, università: caos corsi di lingua

Studenti in assemblea per capire che fine farà il Centro linguistico d’ateneo dopo le dimissioni del presidente e del consiglio

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L.P.

Erogazione di corsi, accesso a quelli extracurricolari, futuro del Centro linguistico d’ateneo e garanzia dei servizi. Gli studenti dell’università di Perugia si mobilitano dopo il caos che si è verificato al Cla a seguito delle dimissioni del direttore del centro in via Enrico dal Pozzo, il professor Luigi Russi.

Il Centro linguistico d'ateneo

Il Centro linguistico d’ateneo

La vicenda Russi, che da quattro anni dirigeva il Centro linguistico d’ateneo, nei giorni scorsi ha consegnato la lettera di dimissioni al Magnifico Rettore Moriconi. Tra le spiegazioni, la mancanza di personale tecnico e amministrativo e l’impossibilità, de facto, di poter assumere i collaboratori esperti di madre lingua. A lasciare con lui anche il consiglio del centro, tra cui 5 professori, 3 docenti di lingua, due studenti e un rappresentante del personale perché ormai, la situazione, era diventata insostenibile.

I lettori Sulle barricate, ormai da parecchi mesi, ci sono in primis i docenti di madre lingua e i precari dell’università, circa un’ottantina di persone, che nonostante le manifestazioni e gli incontri con l’amministrazione dell’ateneo, non sono stati assorbiti, per cui solo sette persone, in base ad alcune deroghe, sono poi stati finalmente assunti.

Criticità Contratti non rinnovati, personale tecnico insufficiente, lettori precari e in numero sicuramente inferiore a quelle che sono le esigenze dei vari corsi del Centro di cui usufruiscono tutti gli studenti universitari. Ad aggravare una situazione già abbastanza critica anche il fatto che l’anno prossimo andranno in pensione quattro docenti di lingua inglese e l’amministrazione centrale sembra aver altre priorità. Intanto i primi corsi sono partiti, ma i disagi per gli studenti si fanno già sentire.

Gli studenti in assemblea

Gli studenti in assemblea

Gli studenti Si parla di quasi una decina di corsi in meno e il futuro non sembra roseo all’orizzonte. Il rischio è che il Cla sia abbandonato al suo destino, nonostante dallo scorso anno l’amministrazione abbia alzato il contributo per ogni studente. «Corsi di lingue che non partono, classi accorpate e sovraffollate, iscrizioni già chiuse e che tagliano fuori centinaia di studenti e segreterie inefficienti. No, non sono solo coincidenze: sono le reali conseguenze della mancanza di personale presso il Cla». E’ questo il commento, nel giorno in cui gli studenti si riuniscono in assemblea al dipartimento di Lettere, del presidente del Consiglio degli studenti Martina Domina.

Rischio carriera «È ovvio che una situazione del genere abbia dell’inverosimile, e ciò che è più preoccupante è che l’Amministrazione sembri assente e non giustifichi in alcun modo tali gravi disservizi», spiega ancora Domina. Preoccupati per le proprie carriere, gli studenti ora rimangono a guardare. Il rischio, per qualcuno, è di saltare la sessione di laurea o non ottenere la borsa di studio per l’impossibilità di sostenere i corsi obbligatori di lingua, così come di veder svanire l’opportunità di partire per l’Erasmus. Intanto, da palazzo Murena, nei prossimi giorni si dovrà trovare una soluzione. Sarà il Senato accademico a dover nominare un nuovo presidente del Centro e poi il consiglio e già per la prossima settimana è in programma una riunione che si annuncia, a dir poco, bollente.

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