Terremoto, terrore nelle tendopoli

Nuove forti scosse mentre la Protezione civile avvia lo sgombero: numerosi interventi dei vigili del fuoco

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di S.F. e L.P.

Tre scosse violente, in rapida successione – magnitudo 3.9 alle 16,40, poi 3.7 alle 16,43 e ancora 3.9 alle 16,44 – e tutto con epicentro Norcia, hanno fatto rivivere il terrore nelle zone terremotate dell’Umbria.

terremoto-norcia-41Via le tende Il tutto mentre si continua a discutere di autonoma sistemazione o, in alternativa, gli alberghi. Ce ne sono tanti, a Norcia, vuoti dopo il terribile terremoto che ha reso inagibile più del 70% degli edifici nella piccola frazione e che ha messo in ginocchio un’intera comunità. Lo aveva assicurato durante l’ultima riunione del consiglio regionale la presidente Catiuscia Marini valutando il pacchetto di misure licenziate dalla giunta in favore delle popolazioni colpite dal sisma. «Via subito dalle tende», aveva detto e, appena quarantotto ore dopo, a San Pellegrino hanno iniziato a smontare le prime due strutture blu. Hanno iniziato alle dieci di giovedì mattina, le prime due, vuote per il momento, contrassegnate dal numero quindici e dal numero sedici.

LA SITUAZIONE AGGIORNATA NELLE FOTO DEL 15 SETTEMBRE

terremoto-norcia-2Verifiche Intanto nella frazione sono a lavoro i tecnici per cercare di concludere i sopralluoghi iniziati ormai da quasi due settimane. Ci sono gli uomini del Cisom Ordine di Malta e i tecnici della Protezione civile Monte Cucco. Poi, ci sono i volontari, come questo carabiniere che suggerisce quale sarebbe la soluzione migliore: creare un campo. «Qui dobbiamo smontare tutto – dice – le persone devono trovare un’altra sistemazione o andare in albergo». Ma non per tutti la soluzione migliore è l’hotel, «lo so – continua – ma qui tra due giorni batti i denti dal freddo, puoi resistere un mese, per quanto tempo ancora? D’inverno la temperatura scende a meno venti gradi. Ci sono anche gli anziani. Il problema è proprio loro, gli anziani non se ne vogliono andare». E allora, che fare? «Qui l’unica soluzione sarebbe quella di fare un’area urbanizzata, mettere le casette subito. Ma non possiamo decidere noi, io sono un semplice carabiniere volontario. Qui dipende tutto dai ‘grandi capoccioni’ che, come al solito, aspettano sempre l’ultimo momento».

terremoto-norcia-18Inagibili Intanto, però, il lavoro dei tecnici prosegue, così come la vita dei pochi residenti qui a San Pellegrino. Mentre vanno avanti le verifiche strutturali sugli edifici, gli anziani proseguono la loro vita o, almeno, quello che ne è rimasto da ormai quasi un mese a questa parte. Vanno nell’orto, portano in tenda frutta e verdura, vanno a dare da mangiare agli animali. Li hanno già avvertiti che, a breve, dovranno lasciare quelle tende. «Il 70 per cento delle abitazioni è inagibile – spiega un tecnico della protezione civile – quelle che hanno retto non torneranno ad essere abitate almeno finché non saranno eliminati tutti i pericoli esterni nelle immediate vicinanze». I vigili sono pronti per queste operazioni, entro domani finiranno i controlli di tutti gli edifici privati. Ma delle casette, nessuno sa niente.

terremoto-norcia-52Casette Non si sa quando arriveranno, dove saranno posizionate. Quali i terreni che saranno messi a disposizione. Ma l’unico problema è che ora nessuno vuole lasciare la tenda, l’unico legame con quella quotidianità che non c’è più. «Vogliamo rimanere qua, vicino ai nostri animali e alla nostra terra – racconta una signora – non ha senso che ci spostano negli alberghi e ci sradicano da dove abbiamo la nostra vita». Per molti di loro la terra è l’unica fonte di sostentamento della famiglia, poi si penserà al freddo e all’inverno ma intanto l’obiettivo è di rimanere.

terremoto-norcia-74Resistenza Il rischio è che quando arriverà la protezione civile per smontare quelle tende alcuni di loro faranno resistenza. C’è chi voleva installare una casetta e non gli è stato permesso e chi, addirittura, una struttura mobile se l’era comprata ma ora non può entrarci. Vuoi per rilanciare il turismo, vuoi perché l’inverno è alle porte, chi non ha parenti o amici con qualche camera in più, dovrà fare richiesta per dormire in albergo. «Quanto prima smantelleremo il campo – spiega un tecnico della protezione civile – contiamo entro fine mese di aver sgombrato tutto». Si dovranno convincere tutti quei residenti che non se ne vogliono andare dunque, come questo signore che, anticipando i tempi dell’emergenza, oggi è venuto a prendere le ultime cose.

terremoto-norcia-23Sfollati «Che devi fare, ci danno – dice – solo questa opportunità. Io me ne sono andato già venerdì, oggi conto di prendere tutte le mie cose e lasciare definitivamente il campo». Come lui, forse, tante altre persone troveranno un’altra sistemazione. L’albergo o, appunto, amici o parenti. Non per forza Norcia, in tanti hanno il resto della famiglia a Roma o nel resto dell’Umbria. Per le casette ci vorranno mesi, il rischio è che il giorno che saranno pronte forse la città sarà ormai completamente deserta.

Le attività dei vigili del fuoco Subito dopo l’evento sismico hanno operato sul territorio umbro  essenzialmente nella zona della Valnerina  e nei comprensori di Spoleto, Foligno e Nocera Umbra quindici squadre – 5 unità ciascuna – dei vigili del fuoco di Perugia e Terni; a seguire dalle ore 8 del giorno 24 c’è stato il raddoppio dei turni di servizio con le messa in campo di altre 80 unità, con 30 mezzi complessivi dedicati a fronteggiare le richieste pervenute alla sala operativa del 115 a seguito del sisma.

La cartina di San Pellegrini con gli edifici controllati

La cartina di San Pellegrini con gli edifici controllati

Le ricognizioni Sempre nell’immediatezza dell’evento sono state effettuate diverse ricognizioni con l’elicottero per individuare le prime esigenze della popolazione  e poi per una valutazione dei  danni, compresa la verifica dei costoni soprastanti le strade per Norcia e per Castelluccio per consentire all’Anas ed alla Provincia di programmare gli interventi per la messa in sicurezza degli stessi  e quindi riaprire al traffico le suddette arterie.

Campi base Il dispositivo è rimasto operativo fino al 31 agosto con presidi fissi a Norcia, Castelluccio e San Pellegrino; dal 1° settembre,  pur mantenendo i suddetti presidi fissi, è stato organizzato un campo base nella zona industriale di Norcia con la presenza di 70 unità operative (45 di Perugia, 15 volontari di Norcia  e 10 di Terni). Il dispositivo è stato integrato da subito anche con  funzionari tecnici  che hanno pianificato e seguito le varie  operazioni di soccorso. Mediamente 10 funzionari tecnici  ogni giorno. Presso il Ccs di Foligno è stata  attivata una  funzione TAS (topografia applicata al soccorso)  per geolocalizzare i fabbricati interessati dai danni producendo le mappe aggiornate delle cosiddette “zone rosse”. Analoga funzione è stata attiva ed è ancora attiva al Com di Norcia. Sono state poste in essere anche alcune attività tecniche  tra cui il servizio  Stcs,  per procedere alla ricognizione speditiva del danno delle costruzioni danneggiate dall’evento sismico (triage dell’edificato in emergenza), al fine di poter poi definire, di concerto con gli altri soggetti interessati, le priorità per la messa in sicurezza.

campanile-castelluccio2I sopralluoghi necessari allo scopo sono stati concentrati nelle zone rosse del comune di Norcia, maggiormente colpito dall’evento sismico, ed hanno interessato la zona all’interno delle mura storiche, oltre che le frazioni di San Pellegrino e Castelluccio di Norcia. In totale sono state prodotte oltre 400 schede di triage, i cui esiti sono stati elaborati da uno specifico back office in remoto e restituite su cartografia tematica specifica, nella quale è possibile individuare, per ogni costruzione oggetto di sopralluogo e con un unico simbolo codificato: il livello di danno, gli indicatori di priorità di intervento, in funzione del pericolo per la pubblica incolumità o costruzioni circostanti, delle funzioni eventualmente compromesse dalla costruzione e della sua importanza dal punto di vista storico monumentale; una prima valutazione delle eventuali opere provvisionali per la successiva messa in sicurezza. Tale attività, in staff al Comando di Cratere vigili del fuoco Umbria, ha visto la partecipazione di numerosi tecnici sia dell’Umbria che provenienti da altre regioni, nonché il fondamentale supporto del nucleo Tas Vf regionale, attraverso il quale è stato possibile organizzare in maniera più efficiente i sopralluoghi e restituire su mappa tematica le prime informazioni fondamentali.

Gli interventi Ad oggi, oltre alle attività tecniche di cui sopra, risultano effettuati  più di 2 mila e 150 interventi di cui 1911 nella zona della Valnerina. Si tratta di rimozione di parti pericolanti, di assistenza alla popolazione, di recupero beni di prima necessità dagli edifici danneggiati. Sono stati avviati  gli interventi per la riduzione  della criticità sismica e quindi della riduzione delle zone inaccessibili (zone rosse): in particolare a Castelluccio di Norcia si sta procedendo,  d’intesa con il Mibact e previo assenso della Dicomac, alla realizzazione di interventi per la salvaguardia del locale campanile e per la protezione di alcuni percorsi viari in modo da  garantire l’accesso ad alcune strutture ricettive destinate ad ospitare la popolazione precedentemente alloggiata nelle tende.

castelluccio-terremotoCampanile di Castelluccio In corso lavori di  riduzione della criticità strutturale del campanile annesso alla Chiesa di S. Maria Assunta in Castelluccio di Norcia. La parte inferiore gravemente danneggiata è realizzata con muratura di materiali vari: i vigili del fuoco stanno procedendo con il rinforzo della  struttura muraria più danneggiata con l’applicazione di rete e malte cementizie, a cui farà seguito un cerchiaggio con fasce in acciaio e teflon ad alta tecnologia  con particolare resine, con successivo posizionamento di angolari metallici e piastre di ancoraggio. Opera provvisionale (cerchiaggio di ritegno) su un fabbricato  le cui parti pericolanti minacciavano di cadere su sottostante via pubblica ed in particolare impedivano l’accesso ad una struttura ricettiva  che è stato  quindi possibile utilizzare  per il ricovero della popolazione consentendo la eliminazione del ‘ricovero in tenda’. Puntellamento di ritegno con legname della parete esterna di un fabbricato posto sulla strada che adduce alla pista di lancio del parapendio che per Castelluccio  rappresenta una attrattiva di livello internazionale; la Chiesa di San Giovenale, nella frazione di Logna, una ricostruzione del XV° secolo o degli inizi del XVI°. Infine sono state  effettuate una serie  di lavori sul campanile per la sistemazione copertura per rendere agibile  la strada sottostante.

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