Università a Terni: polemica senza fine

Contro l’ateneo, la Regione ed il Comune ormai è attacco a tutto campo da parte delle forze politiche di opposizione

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Ormai è un fuoco di fila: dopo la sortita di ‘Terni città universitaria’, le polemiche e le prese di posizione successive, la ‘questione università a Terni, non smette di produrre effetti.

‘I love Terni’ Enrico Melasecche, ricorda che «circa due mesi fa ho scritto con la consueta franchezza che questa volta, nel “delitto Università a Terni”, si conosceva bene la vittima, la città intera, ma anche gli assassini. La verità spiacevole è che Di Girolamo ed il Pd hanno gravissime responsabilità perché quando il misfatto si stava compiendo, cioè cinque anni fa, complice Bistoni e la Marini, il nostro amato sindaco dormiva sonni tranquilli. Quando si stava attuando la riforma Gelmini e Perugia si stava rimangiando tutto, pur di risolvere i propri problemi, neanche un solo dipartimento venne assegnato a Terni, mentre ben diciotto se ne stava apparecchiando Perugia, abbandonando lo slogan illusorio di ‘Università di Perugia=Università dell’Umbria’, con Terni in un ruolo del tutto marginale di banale serbatoio di studenti ad esaurimento. Cappotto completo».

L’attacco Da questo dramma, dice Melasecche, «l’assessore Armillei non può oggi comodamente tirarsi indietro gridando da lontano che è l’Università a doversi muovere. Sia perché ha ricoperto le funzioni di responsabile dell’ufficio del piano strategico proprio negli anni in cui si compiva il misfatto. Non può dirsi esente da colpe perché era stipendiato per spremere le meningi e suggerire comportamenti adeguati al sindaco, all’assessore Piermatti, al direttore generale Tarquini che a quel livello lo aveva voluto. Altre università hanno agito all’opposto. Armillei partecipò in prima persona alla organizzazione del noto convegno in Vescovado, le cui conclusioni sollecitavano a palazzo Spada le cinque direttrici di sviluppo fra cui quella universitaria. Svegliarsi oggi quando i buoi sono usciti dalle nostre stalle è comodo, ma non conferisce patente di verginità».

Forza Italia Secondo il Coordinamento comunale di Forza Italia, invece, «a voler iniziare con una battuta ilare, in una vicenda che però di gioioso ha ben poco, potremmo dire che se a Terni avviassero un corso di formazione sul ‘rimpallo istituzionale’ allora si aggiusterebbero in men che non si dica le sorti del Polo universitario, visto il gran numero di potenziali allievi. Breve ed impietoso riepilogo dei fatti: le facoltà, attualmente presenti nella conca, non solo stanno perdendo rapidamente iscritti e fondi ma anche qualcosa di più importante in prospettiva futura: un progetto, una visione in grado di tratteggiare l’Università del domani. Purtroppo, dinanzi a tale depauperamento culturale e formativo, i rappresentanti politici e istituzionali che guidano sia la città che la regione sembrano totalmente indifferenti alle sorti dei territori da loro amministrati. Da Palazzo Donini non si ode un un colpo, non pare vi sia interesse ad avviare un tavolo di concertazione con le altre figure coinvolte in questa vicenda quali, ad esempio, il rettore dell’Università. Dell’inquilino di palazzo Spada non sappiamo più che pensare. E non solo. Non riusciamo proprio a constatare la sua presenza. Già assente durante l’incontro relativo alla vertenza del gruppo Novelli, Di Girolamo non proferisce alcun suono nemmeno sul destino dell’Università ternana. E pensare che la sua giunta, in un delirio di insensatezza, solo qualche mese fa riteneva la città degna di diventare Capitale della cultura. Si, in queste condizioni. Il timore è che quando questi signori torneranno con i piedi per terra, quest’ultima ormai si sarà irrimediabilmente inaridita».

‘Unione civica per Terni’ Il nascituro coordinamento delle liste civiche Terni Dinamica, Progetto Terni, Terni Oltre, Il Giacinto dice che «il grido di allarme dell’Associazione per Terni città universitaria deve essere il punto di partenza delle azioni necessarie per far ripartire lo sviluppo dell’università di Terni. Oggi, dopo la chiusura dei corsi di Scienze Politiche e Scienze della Comunicazione e il repentino abbandono delle varie strutture (citiamo brevemente Collescipoli e Maratta ) costate alla collettività ternana oltre 20 milioni di euro, la situazione dell’università di Terni desta molta preoccupazione: sono infatti a rischio anche i restanti corsi di Economia, Ingegneria e Scienza dell’investigazione, facendo vacillare finanche Medicina. E’ necessario uno shock, è urgente che entro il mese di maggio la Regione ed il Comune mettano a disposizione tutti i fondi necessari per il prosieguo garantito nel tempo di tutte le predette Facoltà».

«Guardare a Roma» Secondo il movimento è «inutile rimarcare i tanti, troppi errori del passato, la decisione ormai chiara dell’Università di Perugia di abbandonare il polo ternano con la logica del “mors tua vita mea”, adesso è fondamentale trovare una alternativa per garantire il presente ed il futuro della Università di Terni, sviluppando nuove partnership e coinvolgendo anche altre Università italiane e straniere, vogliamo guardare oltre, Roma è vicina ed in grado di decentralizzare alcune facoltà. Terni ha bisogno di azioni concrete. Non si può assistere passivamente alla lenta e progressiva decomposizione della città sottostando alla indecisione, anche voluta, di coloro che per vari motivi non stanno difendendo l’Università di Terni».

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