A Perugia la torcia di tre olimpiadi italiane

Il Coni ha concesso alla ‘StarCup’ la possibilità di utilizzare i vessilli di quelle disputate in Italia: Cortina 1956, Roma 1960 e Torino 2006

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Sui nove campi di calcio a 5 del centro sportivo di Santa Sabina, a Perugia, si affrontano in questi giorni 108 squadre (63 maschili e 45 femminili) degli oratori perugini: più di mille i partecipanti alla tredicesima edizione della StarCup, che quest’anno assume un significato particolare simboleggiato dalla presenza a Perugia delle tre torce dei Giochi Olimpici disputati in Italia nel 1956 a Cortina, nel 1960 a Roma e nel 2006 a Torino. I preziosi reperti sono stati concessi dal Coni, segno di quanto il comitato olimpico sia vicino ai valori che questa manifestazione sportiva trasmette a tanti giovani.

Le tre torce a Perugia

Valori comuni A rappresentare il Coni all’inaugurazione c’era il presidente regionale Domenico Ignozza, accanto al cardinale Gualtiero Bassetti, alla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, all’assessore regionale Antonio Bartolini e all’assessore comunale Emanuele Prisco, neo deputato. «Lo sport – ha sottolineato Ignozza – è gioia di stare insieme, di gioire e divertirsi insieme. I valori delle torce olimpiche, che in questi giorni abbiamo l’onore di avere a Perugia, sono i valori di tutti noi, che accompagneranno la nostra vita verso un futuro migliore anche grazie allo sport». «Lo sport è di tutti, lo sport si apprende da bambini, lo sport fa solidarietà, coesione e fa i valori di una comunità – ha detto la presidente Marini – e poi qualcuno sarà anche campione, ma a noi interessano soprattutto i campioni della vita, ragazzi e ragazze che credono anche nei valori trasmessi dall’esperienza degli oratori».

La Star Cup 2018

La benedizione del Cardinale Saluto ai partecipanti anche dal direttore dell’ufficio diocesano par la pastorale giovanile, don Luca Delunghi e dal responsabile degli oratori don Riccardo Pascolini. Molto toccante la preghiera che il cardinale Bassetti ha voluto dedicare a tutti i giovani della, improvvisandosi, come lui stesso ha detto, «cappellano di questo stadio» chiedendo un minuto di attenzione, perché «la preghiera è qualcosa di più grande di noi. Questi nostri ragazzi così meravigliosi possano essere per tutti noi modello da imitare. Cari ragazzi siate dei veri atleti anche nello spirito e nell’amicizia».

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