A Perugia per turismo, operata d’urgenza

Una 69enne israeliana sottoposta a intervento chirurgico con l’ausilio di nuove tecnologie. La donna ringrazia con una lettera

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Due settimane fa Sarah, una signora Israeliana di 69 anni, mentre si trovava in visita in Umbria in compagnia del marito e dei loro due figli, è stata colpita da una violenta cefalea. Ricoverata nella struttura di Neurologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, i sanitari le hanno riscontrato un «macro adenoma ipofisario» e la donna è stata sottoposta a un intervento chirurgico. Venerdì Sarah è stata dimessa, ma prima della partenza ha voluto lasciare un breve messaggio di ringraziamento, scritto di proprio pugno e in italiano, tradotto da Google, come lei stessa ha specificato.

L’adenoma ipofisario è «una lesione espansiva della ghiandola ipofisi, che produce una serie di importanti ormoni e che si trova all’interno della sella turcica, alla base del cranio», spiega il dottor Corrado Castrioto, direttore della struttura di Neurochirurgia. «Dopo il nulla osta della paziente – che avrebbe anche potuto rientrare nel proprio Paese per sottoporsi alle cure – e il placet della compagnia d’assicurazione israeliana, abbiamo sottoposto la donna a un intervento chirurgico durato tre ore».

Nuovo sistema 3DHD«Nel trattamento di questo caso – specifica il dottor Castrioto – abbiamo avuto la possibilità di utilizzare, per la prima volta, il nuovo sistema di endoscopia per neurochirurgia 3DHD Visionsense, di cui appena pochi giorni prima il nostro reparto è stato dotato». Si tratta di un’apparecchiatura, prodotta proprio in Israele, «di cui sono dotati appena cinque centri in Italia, che permette una visione tridimensionale, dando una migliore percezione del senso di profondità, aumentando il dettaglio dell’immagine e il riconoscimento delle varie strutture anatomiche».

Avanzamento tecnologico «L’apparecchio utilizzato rappresenta un importante avanzamento tecnologico che permetterà di allargare i campi di applicazione dell’endoscopia», conclude il dottore. «È possibile trattare altre patologie endocraniche sfruttando la possibilità di integrare l’endoscopio con il microscopio operatorio e con il neuronavigatore già in dotazione alla nostra struttura».

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