Aborto farmacologico: niente ricovero. «Pronti ad adeguarci»

Ru486, la novità dal ministro Speranza: in day hospital e fino alla nona settimana. Tesei: «Con una chiara ed univoca linea del ministero»

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«Ora la Regione Umbria deve immediatamente cancellare la delibera liberticida che costringe le donne al ricovero di tre giorni e provvedere ad applicare le direttive che arrivano dal Consiglio superiore di sanità. Ma questo da solo non è sufficiente». È Barbara Mischianti, segretaria regionale della Cgil Umbria, a commentare la novità proveniente dal ministro Roberto Speranza in merito all’aborto con la pillola Ru486 e, al contempo, a lanciare un messaggio per la giunta. Sull’argomento, in seguito al parere espresso dal Consiglio superiore di sanità, attaccano anche i consiglieri regionali di Pd e M5S. Nel pomeriggio la presidente Tesei puntualizza: « Siamo pronti, come sottolineato allora e confermato oggi, ad adeguarci ad una chiara ed univoca linea del ministero».

LA PROTESTA IN PIAZZA DI GIUGNO

Niente ricovero

Speranza ha annunciato l’aggiornamento delle linee guida sulla somministrazione della pillola abortiva Ru486: potrà avvenire senza ricovero – in day hospital – e fino a nove settimane di gestazione invece di sette. «Sono passati tanti anni – le parole della Mischianti – da quando abbiamo iniziato la battaglia per la Ru486, in Umbria come nel resto del Paese. Oggi, anche grazie alla straordinaria mobilitazione partita da Perugia, possiamo incassare un primo importante risultato, ma il nostro impegno continuerà fino alla piena applicazione della legge 194».

LO SCONTRO SULL’ABORTO FARMACOLOGICO A DOMICILIO ABROGATO

Il potenziamento

C’è da fare altro per la segretaria della Cgil Umbria: «C’è bisogno di potenziare i consultori e i servizi territoriali, di garantire contraccezione gratuita (come prevista dalla legge 194), così come di regolare il fenomeno dell’obiezione di coscienza dei medici, per far sì che un giusto intervento normativo non resti solo sulla carta. Intanto, però, abbiamo avuto ancora una volta la dimostrazione che la lotta delle donne, unite per i propri diritti, è uno strumento – conclude – potente capace di raggiungere i suoi obiettivi».

LA PETIZIONE CONTRO LA DECISIONE DELLA GIUNTA

De Luca: «Tesei si adegui»

«L’aborto farmacologico – rileva l’esponente pentastellato – è sicuro. La presidente Tesei si adegui, riporti l’Umbria nel 2020 e chieda scusa. Apprendiamo il parere del Consiglio superiore di sanità e la società di ginecologia e ostetricia. Va fatto in day hospital, nelle strutture pubbliche e private convenzionate, e le donne possono tornare a casa mezz’ora dopo aver assunto il medicinale’. Un parere espresso in modo univoco dopo che in Umbria, con un blitz ideologico oscurantista, la Lega aveva tentato di comprimere e limitare fortemente i diritti delle donne impedendo di fatto l’interruzione volontaria di gravidanza in day hospital. Il parere sarebbe anche approdato all’Agenzia del farmaco per l’aggiornamento del bugiardino della Ru486, nella parte in cui viene ampliato di due settimane il periodo di prescrivibilità. Questi pareri – conclude – andranno a far parte delle nuove linee d’indirizzo per l’interruzione volontaria di gravidanza che verranno emanate dal ministero della Salute».

«Cambiare la delibera»

Per i consiglieri Pd «la nostra era una battaglia giusta. La giunta Tesei chieda scusa e cancelli subito la delibera della vergogna. La donna potrà lasciare la struttura ospedaliera dopo mezz’ora dall’assunzione della pillola Ru486, senza alcun obbligo di ricovero forzoso di tre giorni come imposto dalla giunta Tesei. Le linee guida del ministero della Salute mettono fine ad una forzatura terribile voluta dalla Lega e stabiliscono una vittoria di civiltà e dei diritti. È necessario che, dopo aver scatenato una sollevazione popolare e dopo essere andati incontro ad una sonora bocciatura della comunità medica, la presidente Tesei, l’assessore Coletto e il loro consigliere sul tema, il senatore Pillon, chiedano scusa alle donne e all’Umbria».

«Brutta figura per la Regione Umbria»

Anche i gruppi consiliari Idee Persone Perugia e Rete Civica Giubilei – insieme al Pd – intervengono: «L’ultima novità pone fine ad una forzatura ingiusta e incomprensibile voluta dalla Lega, e stabilendo una vittoria di civiltà e di diritti. Era da dieci anni che le linee guida in materia non venivano aggiornate: un atto di civiltà, di rispetto delle donne, che riporta alla giusta ora l’orologio dei diritti che qualcuno vorrebbe spostare indietro di decenni. Ma, soprattutto, una risposta politica allo scempio della Lega in Umbria, dove la governatrice Tesei ha negato un diritto sacrosanto a tutte le donne sancito dalla Legge 194. Legge dello Stato che non impone, ma che offre la possibilità di scegliere, che non rende una scelta obbligatoria, ma che ci obbliga a mettere le donne nelle condizioni di decidere, autonomamente e consapevolmente. Oggi – continuano – è stata scritta una bella pagina non solo per le donne ma per i diritti di un intero Paese. Che tira una riga sulla politica oscurantista della Lega in Umbria, che aveva cancellato con tanta fretta un diritto che ora va subito ripristinato. La presidente Tesei, l’assessore Coletto, e anche il senatore Pillon avevano torto. Ora riparino subito i torti che hanno fatto alle donne umbre, cancellino quella delibera, e la smettano di fare propaganda sul corpo delle donne».

Rispondono Tesei e Coletto: «Pronti ad adeguarci»

La presidente della Regione e l’assessore Coletto si fanno sentire nel pomeriggio: «Abbiamo già chiesto al ministero della Salute di avere il parere del Css nonché le indicazioni su tempistiche e contenuti delle direttive ministeriali di adozione del provvedimento, così come annunciato dal ministro. Come già detto qualche mese fa, quando sollevammo il caso e scrivemmo una lettera al ministro Speranza, il fulcro, al di là delle polemiche, rimangono la tutela della salute delle donne, la loro autodeterminazione e la necessità di una linea comune aggiornata scientifica. Siamo pronti, come sottolineato allora e confermato oggi, ad adeguarci ad una chiara ed univoca linea del ministero». «Ci eravamo conformati alle linee nazionali – le parole di Coletto – e, una volta ricevute e lette quelle nuove fornite dal ministero, siamo pronti a farlo nuovamente, con la massima correttezza».

La ‘Rete 10 dicembre’: «Hanno vinto le donne»

La ‘Rete 10 dicembre’ – riunisce decine di associazioni e organizzazioni dell’Umbria, in particolar modo del Perugino – parla di «una scelta di civiltà che, seppur con notevole e colpevole ritardo, ci allinea ai paesi europei più progrediti. Un obiettivo raggiunto grazie alla mobilitazione delle donne contro la decisione della presidente Tesei della Regione Umbria che pretendeva un ricovero di alcuni giorni per le donne che avessero voluto utilizzarla. Una scelta priva di fondamento scientifico come le nuove linee guida dimostrano. Punitiva verso le donne contro la quale migliaia di donne si sono ribellate partecipando a una grande e bellissima manifestazione a Perugia. Hanno vinto le donne, tutte le donne. E con loro i diritti, tutti i diritti che, come le colonne di un tempio, si sostengono l’un l’altro. Se ne crolla qualcuna prima o poi la costruzione collassa a terra, se come in questo caso se ne aggiunge una diventa più stabile. La strada che porta ai diritti è lunga e faticosa, ma come dimostra questo risultato insieme si può percorrerla». Ne fanno parte Amnesty Umbria, Anpi – Comitato provinciale di Perugia, Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti), Arci – Comitato territoriale di Perugia, Cgil Umbria, Cittadinanza Attiva, Emergency Perugia, Legambiente Umbria, Libera Umbria,Libertà e Giustizia Perugia, Omphalos LGBTI, Altrascuola – Rete degli Studenti Medi, Società Mutuo Soccorso Perugia, UAAR – Circolo di Perugia, SinistraUniversitaria – UdU Perugia, Unione degli Studenti, Associazione ‘Verso il Kurdistan’, Ponte solidale, Umbria Equo Solidale, CiaoRino Club, Libera…Mente Donna ets,Actionaid Perugia, Vivi il Borgo, Camera del Lavoro di Perugia, Circolo dell’Umbria di libertà e giustizia e Circolo Arci Ponte d’Oddi.

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